43. -1

1.5K 96 55
                                    

Mancava una settimana al parto programmato.

Sanem si svegliò presto, non riusciva a dormire. Si alzò a fatica, si fece un bell'infuso di erbe e si accomodò al tavolo esterno. Can era già sveglio. Era andato a correre. Gli aveva lasciato un biglietto. Quella mattina sua madre non sarebbe stata con lei. Infatti la vide andare via molto presto. Doveva accompagnare Nihat ad un controllo diabetico. E lei respirò. Tornato da correre, lei e Can fecero colazione insieme in cucina. Poi suo marito salutò lei e il pancione, si raccomandò di stare a riposo e corse in agenzia. L'avrebbe chiamata all'ora di pranzo, come ormai era di consuetudine. Aziz, su istruzione di suo figlio, passò a salutare Sanem con una scusa, e la mattinata passò tranquilla sia per Can che per Sanem.

All'ora di pranzo, come consuetudine dell'ultimo periodo, Can si chiuse in ufficio in video chiamata con sua moglie. Pranzavano insieme a distanza. Nel pomeriggio dopo essersi riposata, da Sanem un po' passò Mihriban. Scambiarono due chiacchiere e fecero due passi insieme fino all'orto, dove Mihriban si fermò a togliere un po' di erbacce, mentre lei si divertiva a sparare acqua alle piante con il dosatore. Era l'unico svago che aveva in quel periodo, ma aveva anche le sue complicanze. Tutta quell'acqua le stimolò una voglia immensa di fare pipì. Disse a Mihriban che avrebbe fatto un salto a casa due secondi e sarebbe tornata. "Sei sicura che non vuoi che ti accompagni, Sanem?" le chiese Mihiriban.

"Sono sicura. Uffa, non sono malata." rispose lei. "Devo solo fare pipì."

"Va bene, ma non ti arrabbiare." le rispose Mihriban. Istintivamente, senza pensare, Sanem proseguì il sentiero, allungando la strada per tornare a casa. Quando se ne rese conto decise allora che il posto più vicino era il loft. Cercò di sbrigarsi, perché la pressione sulla vescica era incontrollabile. Aveva già il fiatone. Arrivando nel bel mezzo del giardino, proprio mentre stava passando accanto all'amaca, si rese conto di essere completamente bagnata.

"Cavolo. Che vergogna! Mi sono fatta la pipì addosso! Non ci credo! Davvero Sanem! Ben fatto! Cosa sei!? Sei per caso una bambina di 5 anni? E dai, stai pure per diventare mamma di 3 gemelli! Uffa!" Si guardò il vestito verde che indossava. Per quanto la stagione fosse fredda, lei aveva sempre caldo. Uno dei tanti regali della gravidanza. Era zuppo dalle gambe in giù. Ma c'era qualcosa di strano . Era troppa "acqua" per essere pipì. E fu proprio quando realizzò, che sentì una forte contrazione. Come non le aveva mai sentite prima. Non sapeva come fare. Non riusciva a stare in piedi. "Ahhhh!" gridò. "Mihribaaaannnn!" gridò allora.

Mihriban appena sentì l'urlo di Sanem scattò. Anche Aziz, che nel frattempo aveva raggiunto Mihriban nel'orto, corse immediatamente.

"Sanemmm!!! Sanemmm!" gridarono entrambi.

Mihriban e Aziz la raggiunsero, e quando la videro in quelle condizioni capirono subito.

"Aiuto!" disse Sanem. "Mi si sono rotte le acque! Ahhhh!" gridò.

Un altra contrazione.

"Oddio! Sanem!" Mihriban corse subito accanto a lei. La prese a braccetto.

Aziz, nel frattempo, era un nel panico.

"Aziz... che fai? Muoviti!" lo rimproverò Mihiriban.

"Sanem, calma. Respira profondamente, ok? Andrà tutto bene." cercò di incoraggiarla Mihriban.

"Cannnn! Cann! Chiamate Can!" urlò lei.

"Aziz, chiama Can!" ripetè urlando Mihiriban.

"Dobbiamo chiamare l'ambulanza prima di Can!" esclamò lui sbloccandosi.

"E chiama allora, no?!" disse Mihriban in apprensione.

Aziz cercò il telefono in tasca.

"Cosa c'è?" le chiese vedendolo tastarsi le tasche.

1. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora