19. Metin

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Metin arrivò con il suo solito look curato da avvocato. Un completo grigio chiaro smorzato solo da una t-shirt bianca. Le scarpe elegantissime. Appena arrivò, la prima cosa su cui gli cadde l'occhio fu Deren. Metin aveva sempre avuto una cotta segreta per lei. E questo lo aveva sempre reso timido e impacciato. Si sentiva talmente in difficoltà in sua vicinanza, da risultare quasi un adolescente alla prima cotta. Non sapeva cosa dire, come dirlo, come farsi notare. E quando la vide in compagnia, provò un certo fastidio.

"Metin!" esclamò Sanem raggiungendo Can.

"Metin? Benvenuto! Che ci fai tu qui?" chiese Can sorpreso.

"Fratello, ti sembra questo il modo di dare il benvenuto al tuo migliore amico, dopo tutto questo tempo?"

"No, scusa! Vieni qui!" esclamò Can.

"Fatti abbracciare, leone!" disse Metin, "Che fine hai fatto! Giramondo!"

"Diciamo che ho realizzato un sogno." disse Can guardando Sanem mentre abbracciava Metin.

"Oh! Già! A proposito! Congratulazioni, ragazzi!" esclamò Metin sciogliendosi dall'abbraccio mentre guardava Sanem.

"Sanem Divit! Che bellezza! Can, permetti?"

"Vai." rispose.

Metin abbracciò Sanem.

"Benvenuto Metin! Ma che piacere! Quanto tempo!" disse Sanem affettuosa.

"Visto? Questo si che un benvenuto! Tua moglie lo ha capito!" rispose Metin sfottendo un po' il suo migliore amico.

"Eh, sai che io non sono molto bravo in queste cose."

"Lo so."

"Ma mia moglie è molto più calorosa di me, questo è certo!" disse Can stringendo a sé Sanem. La baciò sulla tempia.

"Non dire così Can. Anche tu sei molto caloroso, quando vuoi... solo che non vuoi ammetterlo!" rispose sua moglie.

"Ecco! Brava Sanem. Sono assolutamente d'accordo. Hai sentito?" rispose Metin guardando Can.

"Hai sposato una donna in gamba Can. Tienitela stretta! Ah, ragazzi sono così felice per voi! E' bello vedervi così sereni dopo tutto ciò che avete passato."

"E tu invece... come hai saputo che eravamo qui? Ti avrei chiamato domattina per informarti." disse Can.

"Diciamo che qualcuno ha fatto la spia." disse Metin guardando Emre.

"Colpa mia!" ammise Emre alzando una mano in segno di resa. "Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere riabbracciare tuo "fratello".

"Ecco. Ci risiamo. Il solito gelosone." disse Metin guardando Can.

"Vado ad abbracciare anche lui, altrimenti, uff... chi lo sente! Vieni qui!" disse Metin dirigendosi verso Emre.

Nel mentre Can rispose ad Emre.

"Certo che mi fa piacere. Sono rimasto un attimo interdetto perché non me lo aspettavo, ma certo che è una bella sorpresa. Grazie Emre!" Can alzò il bicchiere di wisky che aveva in mano verso di lui.

"Prego fratello. " rispose Emre alzando il bicchiere di spumante verso di lui.

Quando Can tornò dopo il suo viaggio in barca in solitaria, Metin, dopo Sanem, fu il primo della lista di persone a cui doveva delle scuse. Can lo contattò, e si incontrarono. Metin rimase sconvolto dal nuovo look del suo migliore amico e da come il mare lo aveva cambiato. Si chiarirono e si aggiornarono sulle loro vite. Can raccontò di Yigit, di Sanem e il suo libro, del suo comportamento, della separazione e della terapia di Sanem. Fu una chiacchierata a cuore aperto. I due riallacciarono il legame che avevano sempre avuto, Basato su stima, rispetto e assoluta lealtà l'uno per l'altra. Fu così che prima del matrimonio, Can chiese a Metin di occuparsi non solo di alcune questioni legali che lo riguardavano personalmente, ma all'occorrenza anche di alcune questioni di lavoro.

1. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora