44. Presentazioni

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Il giorno successivo fu carico di emozioni. Attendevano la visita dei genitori di Sanem. Mevkibe e Nihat non stavano più nella pelle, volevano vedere i loro nipotini. La prima notte con i bimbi per Can e Sanem fu un po' turbolenta, come era chiaro dalle loro facce. Ma fortunatamente il personale era sempre pronto ad aiutarli. Sanem, tra una poppata e l'altra doveva riposare per ricaricare le energie il più possibile. Lei e i bambini avevano passato la mattina da un controllo all'altro. Can aveva approfittato di quel tempo per farsi portare l'occorrente per lasciare l'ospedale da suo padre che lo avrebbe incontrato al parcheggio. Considerata quell'uscita fugace ne approfittò anche per correre a saziare una delle voglie di sua moglie. Dopodichè si dettero appuntamento per l'indomani. Sarebbero venuti lui e Mihirban a far visita.

Verso le tre del pomeriggio arrivarono Nihat e Mevkibe. L'infermiera li aveva accompagnati alla porta raccomandandosi di fare piano.

Can fu il primo a vederli. Era seduto sulla poltrona rivolto verso la porta, e aveva in braccio Ates e Deniz.

Sanem invece, seduta a letto, aveva Deniz in braccio che si stava addormentando.

Appena Sanem li vide, fece loro segno di fare silenzio.

Nihat come il più classico dei bambini aveva la bocca aperta a forma di O per la meraviglia.

Mevkibe invece vedendo quel bel quadretto aveva già il mento che tremava. Sinonimo che stava già piangendo.

"Ah, figliola..." disse Nihat appena la vide. Le si avvicinò e sussurrando le disse: "Come stai?"

"Sto bene, papà. Sto bene." rispose Sanem serena.

"Figliola mia... eravamo così in pensiero per te. Senti dolore?" chiese sua madre salutandola con un bacio sulla fronte.

"Un po', ma è sopportabile." rispose lei, forte come sempre.

"Ah! Guarda Mevkibe..." disse Nihat vedendo quella piccolina sorniona tra le braccia di sua figlia. La sua espressione si trasformò in un broncio, segno che stava per commuoversi.

"Papà... dai. Così fai piangere anche me, però." disse Sanem.

Mevkibe nel frattempo fece il giro del letto per salutare Can.

"Mamma Mevkibe." la salutò lui.

"Figliolo!" disse lei baciandolo sulle guance. Lui non poteva muoversi più di tanto con i bambini in braccio.

"Ah, figliolo, scusa, non ti ho salutato. Ciao!" disse Nihat voltandosi verso di lui.

"Nihat, vieni a vedere..." lo chiamò sua moglie.

"Arrivo, aspetta. Figliola, ti abbiamo portato dei cioccolatini per festeggiare. Ci hanno detto che i fiori non sono ammessi." disse suo padre.

"Oh, grazie papà. Mh, che buoni!" disse lei già con l'acquolina in bocca.

"Ah, figliola, li ho presi da Mufat." rispose lui orgoglioso, intendendo la cioccolateria più buona del quartiere.

"Oh, allora sono da leccarsi i baffi." commentò lei.

"Si sciolgono in bocca, figliola." commentò lui al solo pensiero.

"Nihat..." chiamò Mevkibe.

"Vai, papà, vai. La mamma ti chiama." disse Mevkibe.

Nihat raggiunse Mevkibe accanto a Can.

"Figliolo, come va?... ah, guarda che visini angelici che hanno Mevkibe!" commentò meravigliato suo marito.

"Bene, papà Nihat, siamo stanchi, ma felici. Ecco, Sanem ovviamente qui è la più stanca. Tra l'allattamento, la ferita e tutto il resto." rispose Can.

1. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora