33. La sorpresa più bella della vita

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Ad un certo punto, mentre erano in stanza, Can chiese a Sanem: "Amore?"

"Mh..." rispose Sanem.

"Tu non sei salita fino al terrazzo, vero?" le chiese fiducioso della sua risposta.

"No, Can. Perchè?" le chiese lei a sua volta. Era tornata molto più lucida dopo aver mangiato. E la voce era meno affaticata.

"Niente. Così... Mentre ero in sala d'attesa ad aspettarti ammetto di essermi trasformato in una specie di Sherlock Holmes."

Sanem sorrise. "In che senso?" chiese.

"Ho solo cercato di mettere insieme gli indizi che avevo visto, ecco."

ci tenne a precisare lui.

"Cosa stavi facendo in giardino, te lo ricordi?" le chiese.

"Si, mi è tornato in mentre prima. Stavo preparando una sorpresa per te. Volevo farmi perdonare per come mi ero comportata al telefono. Mi ricordo che volevo preparare una cena romantica lì in giardino o qualcosa del genere. Ricordo anche che oltre ai fiori... ho preparato le coperte da stendere sul prato, i cuscini e mi pare anche le candele. E invece di farmi perdonare, ti ho fatto preoccupare ancora di più. E adesso siamo qui." riassunse Sanem abbassando la testa.

"Non potevi sapere che sarebbe successo tutto questo. Non tormentarti." rispose lui.

"La nostra famiglia sa?" chiese lei alzando di scatto la testa.

"Nessuno lo sa." rispose Can. "A parte Bulut. Ma l'ho pregato di tenere la bocca chiusa. Non volevo che tu avessi altre preoccupazioni esterne. O che ti trattassero da malata." concluse la frase sorridendo.

"Mia madre l'avrebbe fatto sicuramente." rispose certa Sanem.

"E' uno dei motivi per cui non ho detto niente. Si sarebbero catapultati tutti qui e tu non saresti stata tranquilla." ammise Can.

Sanem riuscì ad alzare la mano per accarezzargli il viso.

"Hai fatto bene. Grazie." disse lei guardandolo dritto negli occhi. "Cosa farei senza di te?" aggiunse.

"Come farei io senza di te?" gli chiese retoricamente Can. "Ho avuto così tanta paura... di perderti." ammise con difficoltà.

A quel punto fu Sanem a consolarlo.

"Ma non è successo. Ho il mio re Malvagio sempre pronto a salvarmi. Non tormentarti." disse lei ripetendo le sue esatte parole.

Entrambi sorrisero. Rimasero in silenzio a guardarsi negli occhi. Mano nella mano, facendosi forza a vicenda.

All'improvviso quell'incanto venne interrotto dall'arrivo del dottore.

"Oh, signora Divit. Vedo che si è ripresa. Mi fa piacere." rispose cordiale il dottore.

"Grazie dottore." rispose lei.

"Io sono il dottor Levent." si presentò.

"Piacere. Sanem Divit." rispose lei cercando di sorridere.

"Lo so, ho già avuto modo di parlare con suo marito." rispose lanciando un'occhiata verso di lui.

"E... dottore i risultati dell'ultimo esame sono arrivati?" chiese Can in ansia.

"Si.. ma prima voglio visitare personalmente la paziente." rispose il dottor Levent.

"Certo. Prego." disse Sanem spostandosi il tavolino da davanti. Can l'aiutò.

Il signor Levent controllò la cartella clinica, e poi passò alla visita.

"Signora Sanem, devo farle qualche domanda di rito. Suo marito mi ha accennato qualcosa, ma vorrei sentirlo con parole sue. Come si è sentita nell'ultimo periodo?" chiese.

1. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora