15. Scalata

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Quando la valanga finì, tutta la parte dell'isola, dalla montagna fino al villaggio di Big Horn, si ritrovò sotterrata dalla neve. Gli abitanti del villaggio uscirono pian piano da sotto quella massa candida, mentre su, verso le cime, il paesaggio era desolato, con gli alberi abbattuti o quasi interamente coperti. L'unico rumore che si sentiva era quello del vento che soffiava imperterrito.

In quel mare bianco, alla fine, qualcosa si mosse. Un piccolo lapin dagli occhi verdi si scavò un'uscita, accasciandosi poi al suolo insieme al cucciolo che aveva salvato prima quando era caduto nel fiume di neve. Nonostante la pelliccia pesante, tremava. Evidentemente nemmeno i lapin potevano resistere al freddo dopo essere stati ricoperti dalla neve.

Il cucciolo si avvicinò preoccupato, l'aveva tenuto al caldo circondandolo con il proprio corpo, e cominciò a muovergli la zampa come a controllare che stesse bene. Venne colto di sorpresa quando il ciondolo al collo del lapin si illuminò di rosa e l'animale andò restringendosi. Il pelo andò a formare dei pantaloni bianchi e un cappotto color caramello e le orecchie fecero spazio a dei capelli rossi, fino a tornare nelle fattezze umane di T/n, che si strinse su se stessa tremando per il freddo.

Un rumore di passi dietro di lui e il cucciolo vide arrivare la madre con il fratellino in spalla, che con quel suo sguardo impassibile si avvicinava alla ragazza. Si fermò sopra di lei e alzò la zampa per colpirla, ma lui la bloccò emettendo dei versi frettolosi. La lapin si fermò e guardò stupita la giovane esausta che respirando affannosamente chiuse gli occhi e svenne.

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T/n si risvegliò dopo circa un'ora e la prima cosa che sentì fu una sensazione di morbido su tutto il corpo. Tutto il freddo che aveva sentito prima era svanito ed era stato sostituito da un leggero tepore che per un momento le fece credere di essere nel suo futon sulla nave. Aprì leggermente gli occhi e invece della camera delle ragazze vide il paesaggio invernale davanti a sé. Fece vagare lo sguardo sopra di lei quando sentì un grugnito e si ritrovò il volto di un lapin che la fissava. Per un secondo venne presa dal panico, ma poi qualcosa si mosse sul suo stomaco e spostò lo sguardo sul cucciolo che aveva salvato, il quale ora faceva dei versi felici nel vedere che lei stava bene. Capì allora che il lapin su cui stava l'aveva tenuta al caldo per tutto quel tempo, impedendole di congelare.

"Ehi piccoletto, sono felice che stai bene" disse con un sorriso, accorgendosi solo in quel momento di quanto fosse stanca. Con tutto quello che era successo, dalla malattia di Nami alla corsa trasformata in lapin, si stupì di essere ancora sveglia e pienamente cosciente. Senza contare che stava cominciando a sentire caldo, come se si trovasse in una sauna invece che nel mezzo di un'isola invernale. Il cucciolo si spostò quando si mosse per alzarsi in piedi e la ragazza poi guardò l'animale adulto dietro di lei.

"Grazie per avermi salvato" disse facendo un inchino. La lapin le rispose con un verso secco e lei usò Clay (aveva ancora il ciondolo intorno al collo) per capire cosa le dicesse.

"Hai ragione, ora siamo pari. Io adesso vado a cercare i miei amici, statemi bene!" li salutò voltandosi per andarsene, ma venne fermata di nuovo dall'animale.

"Uh? In che senso 'Non ancora'?" chiese confusa. Quella in tutta risposta la prese e la mise sul suo dorso insieme ai due cuccioli, mettendosi poi a correre verso la montagna. Mentre avanzava le disse qualcosa e T/n spalancò gli occhi.

"E così Rufy ti ha salvato e mi stai portando da lui. Grazie" disse con un sorriso, mettendosi poi comoda sul suo dorso e accarezzando la testa dei due cuccioli che le si erano accoccolati contro. "Non siete così cattivi in fondo"

La lapin continuò ad avanzare imperterrita e presto superò una buca nella neve circondata da del sangue, con una piccola scia che si dirigeva verso la montagna.

A One Piece Story (Alabasta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora