12. Quasi costretta

4K 155 87
                                    

Neymar

Parcheggio l'auto nel primo posto libero e poi scendo, afferrando la busta con dentro i croissant e il contenitore di carta con dentro i cappuccini, e mi appresto a entrare nel negozio di Pearl. Per qualche secondo rimango immobile davanti alla porta, a osservarla mentre prepara un mazzo di fiori gialli per una signora che sta chiacchierando con lei, poi mi schiarisco la voce, riprendendomi, e saluto cordialmente.

"Buongiorno." Pearl alza immediatamente lo sguardo sentendo la mia voce e ricambia con un gesto del capo e alzando gli occhi al cielo, cosa che mi fa ridacchiare, mentre la signora risponde al mio saluto in modo educato e, dopo avermi scrutato attentamente, lancia un'occhiata a Pearl, quasi interrogativa. Immagino subito che abbiano una certa confidenza e sia curiosa su chi io sia. "Ho portato la colazione, dove posso appoggiarla?"

Pearl indica un tavolo dietro di lei, posizionato accanto al muro sulla destra, senza nemmeno alzare lo sguardo su di me "Mettila là. Appena finisco di servire la signora Rue, arrivo." annuisco immediatamente e faccio come ha detto, mentre vedo la signora sorridere osservando prima me e poi Pearl in modo allusivo. Capisco immediatamente cosa stia pensando e dentro di me spero che esterni i suoi pensieri, così da stuzzicare un po' Pearl.

"Vedi che sei fortunata, il tuo ragazzo ti porta la colazione mentre stai lavorando." trattengo immediatamente una risata, mentre Pearl si irrigidisce. Non la vedo in viso, ma vedo le sue spalle alzarsi e la vedo assumere una postura dritta subito dopo, mentre la sua testa si muove nervosamente in segno di negazione.

"Non è il mio fidanzato, grazie al cielo." la sua risposta mi fa ridacchiare divertito, così si gira verso di me e mi lancia un'occhiata assassina, mentre la signora Rue ci guarda con evidente disagio, ma non aggiunge altro sull'argomento. Dopodiché io resto fermo, seduto in modo poco composto su una sedia che ho trovato accanto al tavolo, e aspetto che Pearl finisca con la signora. Rimango a guardare ogni suo movimento, è così attraente mentre è assorta nei suoi pensieri.

Una volta che ha finito, consegna i fiori alla signora Rue che dopo aver pagato e salutato, me cordialmente e Pearl in modo affettuoso, esce dal negozio, lasciandomi finalmente solo con la mora. La vedo sospirare e poi venire verso di me, come se fosse arresa all'idea di dover per forza mangiare con me.

Afferra la sedia vicino a me e la sposta più in là, per essermi un po' più lontana, poi mi punta i suoi occhi verdi addosso e sento una strana sensazione dentro me.

"Bene, facciamo questa cosa subito." indica il cibo sul tavolo e io, per la prima volta, sento davvero un forte fastidio per le sue parole e per la sua lontananza. "Che c'è? Perché mi stai guardando così?"

"Perché non sei obbligata a mangiare con me se non vuoi. Sembra quasi che ti stia portando al patibolo." le rispondo francamente, osservo il suo viso per capire il suo reale pensiero. "A me fa piacere e sono venuto qua perché ero entusiasta all'idea di mangiare con te, ma vedendo la tua espressione giuro che mi passa tutto l'entusiasmo, completamente."

Lei sgrana gli occhi e spalanca la bocca con aria offesa, poi ride ma non c'è nessuna traccia di umorismo nella sua risata, anzi. "Davvero? Mi hai praticamente obbligata e ora ti lamenti pure se non sono felice di mangiare con te? Pensavo che fosse chiaro già da ieri che non avessi nessuna voglia di farlo e avessi accettato solamente per non farti dormire fuori casa mia."

Schiocco la lingua sul palato appena finisce di parlare e poi arriccio le labbra, annuendo più volte mentre prendo piena consapevolezza di ciò che davvero vuole. Hakimi si è completamente sbagliato, questa ragazza non vuole nulla da me. Non ha più senso che io resti qua, non ha più senso nulla. Avevo promesso che se non avesse funzionato neanche stavolta avrei messo una pietra sopra a tutta questa storia, ed è ciò che farò. Sono davvero stufo.

"Ok, ho recepito il messaggio. Ti accontento, Pearl." alzo le mani in aria in segno di resa, mentre mi rimetto il giubbotto e mi alzo dalla sedia "Ci ho provato, ma non ha senso continuare a venirti dietro se non hai nessuna intenzione di darmi nemmeno una piccola possibilità." lei sussulta sentendo le mie parole e, per un attimo, sembra voglia dire qualcosa, ma poi richiude la bocca e abbassa lo sguardo, ripensandoci.

Io sorrido amaramente e poi la supero e faccio per uscire dal negozio, nervoso come non mai, ma mi blocco quando la sento camminare dietro di me e poi parlarmi con tono alterato. "Tu fai sempre così. Tu entri nella mia vita, la scombussoli, e poi sparisci." si trattiene quasi dall'urlare e quando mi volto verso di lei, vedo i suoi occhi lucidi. "Sei sempre lo stesso, ti odio così tanto che nemmeno lo immagini."

Inarco un sopracciglio, scioccato dalla sua reazione, poi mi avvicino più a lei. Le punto un dito contro mentre aggancio il suo sguardo e sento la rabbia farsi sempre più forte in me. Con quale coraggio mi dice una cosa del genere? Dio, è lei quella che non fa altro che respingermi da quando l'ho incontrata nuovamente, è lei che mi dice di allontanarmi e lasciarla in pace, e ora che ho deciso di farlo si comporta come se fossi io ad averlo deciso? "Pearl, che diavolo vuoi da me? Se ti sto tra i piedi, ti incazzi, se decido di lasciarti in pace, ti incazzi comunque. Hai deciso di farmi impazzire per vendicarti di ciò che ho fatto? Se è così, sappi che sei sulla giusta strada."

"Tu non capisci..." è l'unica cosa che dice, scuotendo la testa come se fossi una causa persa, cosa che mi fa solo innervosire maggiormente. Io non capisco, perché allora non mi spiega ciò che sente dentro senza comportarsi come se avesse una doppia personalità?

Mi passo le mani sul viso, in modo frustrato, e poi, senza nemmeno pensare, aggancio nuovamente il suo sguardo, afferro il suo mento e poi anniento la distanza tra le nostre labbra. Per un secondo lei sembra rimanere immobile, come se non se lo aspettasse, ma poi posa la mano sul mio petto e ricambia con lo stesso impeto. Le stringo forte i fianchi e la faccio avvicinare maggiormente a me, mentre lei sposta le mani sui miei capelli e me li tira leggermente. In questo momento sembra che anche lei non aspettasse altro, che il suo corpo non aspettasse altro che avere un contatto più intimo con me.

Sento il respiro farsi più corto e mi allontano qualche secondo per riprendere fiato e farlo riprendere anche a lei, poi la bacio di nuovo e lei risponde ancora, facendomi sorridere in modo spontaneo. Beh, forse non è proprio vero che non vuole avere a che fare con me...

Tutta la rabbia e la frustrazione accumulate mi abbandonano velocemente. Sento il peso nel mio stomaco che mi abbandona e mi chiedo immediatamente come sia possibile che io mi senta così rilassato solo ora.

Pearl allontana lentamente le labbra da me, con il respiro corto e il petto che si abbassa e si alza velocemente sotto la maglia rossa che indossa, sia a causa del bacio sia a causa dell'eccitazione del momento. Sorride debolmente mentre i suoi occhi verdi agganciano i miei e vedo che ogni traccia di astio nei miei confronti sembra essere sparita da dentro di lei.

Allungo la mano e le sposto un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, sorridendole appena. "E ora direi di fare colazione, che dici?" indico il tavolo dietro di noi e lei annuisce appena. Sono certo che ora non abbia nessuna intenzione di parlare di ciò che è appena successo, ma va bene così, le lascerò il tempo per mettere ordine nei suoi pensieri.

"Va bene. Devo ammettere che ho davvero fame." ridacchio davanti alle sue parole e poi la seguo in silenzio fino al tavolo, con finalmente la mente rilassata e svuotata da ogni paranoia e da ogni pensiero negativo.

Il regalo di una notte|| Neymar Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora