20. Nascosto

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Neymar

Parcheggio l'auto davanti a casa di Pearl e, dopo aver tirato il freno a mano, mi giro verso la sua direzione, osservandola qualche minuto prima che scenda. Ormai è un mese che ci frequentiamo seriamente. È un mese da quando l'ho portata per la prima volta a casa mia, e dopo allora ci siamo stati molte altre volte. Usciamo regolarmente, si sta abituando alle occhiate indiscrete, e ho avuto modo di farle conoscere anche Kylian. Si sono visti solo due volte, ma sono subito entrati in sintonia, e devo ammettere che mi fa parecchio piacere.

Io, dall'altro canto, non sono mai salita nel suo appartamento, ma pare che sua madre sia spesso qua e, per questo, lei non vuole. A volte sembra quasi che mi nasconda, ed è strano per me rimanere nell'ombra e nell'anonimato, ma comunque non mi lamento. Se penso che poco più di un mese fa non voleva nemmeno avere a che fare con me, quello che abbiamo mi sembra già una vittoria.

"Prima o poi riuscirò a convincerti a dormire con me..." sussurro al suo orecchio, sfiorandole poi il lobo con le mie labbra, e subito la sento rabbrividire "Ti giuro che impazzisco se penso al momento in cui succederà. Immagino passare tutta la notte a fare sesso con te, per poi guardarti mentre ti addormenti tra le mie braccia e addormentarmi subito dopo con la tranquillità di un bambino." mi sorride dolcemente sentendo le mie parole, anche se una luce triste le spegne lo sguardo, ma cerca di camuffarlo per cui, per questa volta, decido di lasciarle spazio.

So che sta facendo fatica a fidarsi e ad aprirsi con me, non la obbligherò a fare nulla. Ha i suoi tempi e sono sicuro che prima o poi mi lascerà entrare anche nei pensieri che mi tiene nascosti.

"Un giorno, forse..." commenta solo questo, mentre le sue dita pallide accarezzano appena il mio viso coperto da una folta barbetta. Io le tengo la mano ferma e poi le bacio le dita una per una. "Ora devo andare, Ney."

Si gira per un secondo verso il suo palazzo e la vedo irrigidirsi. Si blocca improvvisamente, mentre la sua mano stringe forte la maniglia fino a far sbiancare le nocche. Non capisco il perché del suo cambio d'umore, perciò seguo la sua traiettoria visiva e i miei occhi si posano su una donna che tiene per mano un piccolo bambino. Pure da questa distanza riesco a notare la forte somiglianza tra lei e Pearl, perciò immediatamente capisco che quella dev'essere senz'altro sua madre. La sua reazione inizia ad avere senso visto che sembra ci abbiano notato. 

"È tua madre?" le chiedo solo questo perché non so cosa dire "Mi dispiace, so che non volevi ci vedesse." sono mortificato, mi sento in colpa, e non so nemmeno se questo sia normale. In fin dei conti non sto facendo nulla di male, ma vedere la sua reazione mi fa sentire come se la situazione fosse terribilmente sbagliata e la colpa fosse mia.

Pearl mi guarda per pochi secondi e il suo sguardo sembra smarrito "Sì, mia madre e mio fratellino. Scusa, devo andare subito." mi regala un sorriso forzato e poi scende dall'auto senza nemmeno baciarmi, senza aggiungere una sola parola. Scappa letteralmente via da me, quasi con le mani che tremano, e devo ammettere che il suo atteggiamento, così freddo e sfuggente, mi fa innervosire un po'. La osservo mentre si avvicina a loro, prende in braccio il bimbo e gli lascia un bacio sulla guancia, mentre sua madre sposta lo sguardo su di me, fissandomi intensamente. Metto su un sorriso cordiale e poi alzo la mano in aria a mo' di saluto, mentre lei ricambia con un cenno della testa, ma senza sorridere minimamente. Non pare che nutra una particolare stima nei miei confronti. E in realtà posso capirlo, se ha visto sua figlia stare male per colpa mia, non mi aspettavo trattamento diverso.

Aspetto finché non entrano nel palazzo, obbligandomi a non rimanerci troppo male quando Pearl non si gira nella mia direzione per salutarmi come fa, invece, quando la riaccompagno solitamente. Sospiro pesantemente e poi, dopo aver inserito la prima, parto schiacciando l'acceleratore con un po' di rabbia. Non so cosa mi abbia dato più fastidio nell'intera situazione, ma sicuramente so che dovremo parlarne appena possibile, anche perché sono intenzionato a capire i suoi pensieri e a capire il perché agisce in determinati modi. Non mi va di restare nascosto per sempre e di essere trattato come se si vergognasse di me, non se vogliamo che il rapporto tra noi vada avanti e diventi sempre più maturo con il tempo. 


*****

Kylian


Arrivo davanti al locale dove io e Morgane ci siamo dati appuntamento e sospiro pesantemente, sentendomi agitato come se fossi un ragazzino al primo appuntamento. Mi guardo intorno con aria smarrita e gonfio le guance più e più volte come se stessi prendendo tante boccate d'aria che mi possano aiutare a respirare correttamente. 

"Ehi, Kylian." mi giro verso la sua direzione, sentendo la sua voce alle mie spalle, e i miei occhi si posano subito sulla sua figura. Deglutisco all'istante vedendo la sua bellezza disarmante. Penso che sia persino più bella di come la ricordavo. I suoi lunghi capelli rossi sono legati in una coda alta, lasciandomi così la possibilità di ammirare interamente il suo bellissimo viso. In questo mese abbiamo parlato tanto tramite Whatsapp e Skype, ma fino a oggi non eravamo riusciti a far combaciare i nostri impegni. 

"Morgane." la saluto sorridendo, poi mi sporgo verso di lei e le lascio un bacio sulla guancia "Per un momento pensavo mi dessi buca." non so perché lo dico, ma mi pento immediatamente di averlo fatto, invece lei scoppia a ridere, facendo brillare i suoi occhi chiari. In un momento dimentico ogni cosa intorno a me, riesco solo a osservare lei, riesco solo a pensare a quanto mi tolga il fiato anche solo vederla ridere. 

"No, non potrei mai. Mi sei simpatico, altrimenti non avrei passato tutti questi giorni a parlare con te." fa spallucce, infilando poi le mani nelle tasche del giubbotto di pelle che ha addosso, quasi con imbarazzo per essersi esposta così. "Comunque entriamo? Ho un po' di fame." le sue guance si colorano appena e io non posso fare a meno di annuire. In questo momento, talmente sono incantato, farei qualunque cosa mi chiederebbe. 

Le poso una mano sulla schiena, come per condurla, visto che ho proposto io questo posto e lo conosco bene, e le indico l'entrata con un cenno della testa. "Certo, andiamo. Questo posto è fantastico. Si mangia bene e non è tanto affollato, ti piacerà."

Mi sorride timidamente e poi entriamo nel locale, senza aggiungere altro. Veniamo immediatamente colpiti dal calore dei riscaldamenti e la temperatura del mio corpo si ristabilisce all'istante. C'è una differenza abissale tra qua e fuori. Mi tolgo la giacca e poi mi avvicino al bancone all'ingresso e li informo della mia prenotazione. In pochi secondi un cameriere ci raggiunge e ci accompagna al nostro tavolino, lasciandomi finalmente solo con Morgane, ma non prima di avermi chiesto un selfie. 

"Dev'essere bello essere amati così." fa riferimento ai complimenti che mi ha fatto il cameriere, mentre toglie il giubbotto e lo appende allo schienale della sedia. Nell'attimo che ripunta gli occhi sui miei, il mio cuore inizia ad andare notevolmente più forte. Ma com'è possibile che mi faccia già quest'effetto? "Si vede che ti vogliono bene e ti adorano, sei il loro idolo."

"Sì, è molto bello, e i tifosi sono molto calorosi, soprattutto qua, in fin dei conti è la mia gente." a volte può risultare faticoso, essere fermati costantemente e dover fingere un sorriso anche se stai avendo la peggior giornata della tua vita, però non mi lamento. Questo è sempre stato il mio sogno, il calcio è tutta la mia vita, e sono davvero grato che gli sforzi sono stati ripagati e che sono riuscito ad arrivare a questi livelli. 

Lei mi sorride ancora, poi veniamo raggiunti di nuovo dal cameriere che ci porta dei menù. Entrambi lo ringraziamo e poi, quando si allontana, iniziamo a leggere il fascicoletto tra le nostre mani. Io, per qualche secondo, alzo lo sguardo su Morgane, trovandola molto più interessante del menù tra le mie mani, poi sorrido non riuscendo a trattenermi.

Era una vita che non mi sentivo così emozionato e vivo... era una vita che non sorridevo così spontaneamente e mi sentivo leggero grazie a una ragazza. E non ho intenzione di buttare via queste bellissime sensazioni.

Il regalo di una notte|| Neymar Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora