Pearl
Finisco di servire una signora che ha appena acquistato un mazzo di margherite, poi mi dirigo verso Philippe che è accomodato sul tavolo, con i piedi a penzoloni, e sta osservando il suo cellulare con super interesse e un sorriso da ebete stampato sul volto.
Gli poso una mano sulla spalla e sorrido divertita quando lo vedo bloccare lo schermo velocemente, come per nascondermi ciò che stava guardando. "Cosa facevi?"
"Nulla." risponde un po' troppo in fretta, così sospira subito arreso e, sotto il mio sguardo che chiaramente gli fa capire che non mi fido di lui, sblocca nuovamente il cellulare, mostrandomi la chat con un ragazzo che ha memorizzato come 'Doriano'.
"Oh, e quando pensavi di dirmelo? Avanti, raccontami tutto."
Le sue guance si colorano leggermente di rosso, mentre inizia a giocherellare con l'orecchino che ha al lobo. "L'ho conosciuto in Canada. È italiano. Diciamo che abbiamo avuto una mezza storia, solo che lui non era molto sicuro di ciò che voleva perché prima di partire si era lasciato con la sua ragazza con il quale era stato per bene tre anni, quindi non era sicuro di volersi impegnare nuovamente in una relazione. Però questo non ha creato imbarazzo tra noi, e ora siamo rimasti in contatto anche se siamo tornati ognuno a casa propria. Parliamo tanto da quando sono arrivato qua, abbiamo anche fatto varie videochiamate." lo racconta con entusiasmo e con gli occhi che brillano, facendomi così capire quanto davvero ci tenga a questo ragazzo che sembra averlo stregato.
"Beh, il fatto che ti continui a parlare è un bene, significa che anche se non è pronto a una nuova relazione, ci tiene a te. Magari non vuole perderti e vuole averti accanto perché sei ciò che vuole e starà con te quando sarà sicuro che può donarti tutto se stesso e non ci sarà il rischio che ti spezzi il cuore."
Philippe sorride sentendo le mie parole e vedo la poca inquietudine, che gli colorava lo sguardo, svanire. "Hai ragione. Quasi avevo dimenticato quanto fossi brava a dare consigli." si prende leggermente gioco di me, come per spezzare la tensione del momento, poi mi attira a sé e mi stringe forte, lasciandomi un bacio sulla guancia "Ti adoro..." Lo sussurra appena e io sorrido felice di averlo qua, visto che riesce a tirarmi su come poche persone al mondo, ma prima che possa ribattere, una voce mi fa sussultare. Non una voce qualunque. La sua.
Mi giro di scatto verso l'entrata del negozio e i miei occhi si posano sul brasiliano che sta osservando me e Philippe con aria nervosa e infastida. Sembra quasi sul punto di perdere la pazienza. "Dobbiamo parlare di Denis." queste sono le sue uniche parole, non si preoccupa neanche di salutare, ma nonostante ciò mi obbligo a comportarmi da persona matura ed educata.
Sospiro debolmente e tranquillizzo Philippe dicendogli che tornerò presto, poi esco fuori dal locale, senza dire nulla a Neymar, ma comunque lo sento seguirmi. Solo una volta che siamo leggermente lontani dal negozio, mi giro verso di lui. Ha ancora lo sguardo nervoso, la mascella serrata e i pugni chiusi, e mi chiedo mentalmente che diritto ha di comportarsi da ragazzino geloso dopo tutto ciò che mi ha sputato contro.
"Sono qua, di cosa vuoi parlare?"
"Questo fine settimana festeggio il mio compleanno e mi piacerebbe se Denis venisse da me, così potrebbe conoscere suo fratello e i miei." sussulto sentendo la sua proposta, mentre lo guardo con un sopracciglio alzato, come per studiarlo.
Non è una cattiva idea, ma non voglio che Denis resti senza di me per così tanto tempo visto che non hanno ancora stretto chissà quale rapporto. Si sono visti una sola volta."Non senza di me."
"Non ti inviterò a casa mia a festeggiare con la mia famiglia come se contassi qualcosa." Sbraita, facendo fuoriuscire tutta la rabbia, mentre fingo che le sue parole non mi feriscano. "Voglio portarci Denis, non voglio te in mezzo alle palle. Non è chiaro?"
"Primo: abbassa il tono di voce, non dobbiamo dare spettacolo. Secondo: non mi interessa di ciò che tu vuoi, te l'ho già detto una volta e te lo ripeterò, so io cosa è meglio per mio figlio. Non ti ho detto che non puoi portarlo a casa tua, ma non resterà mai per un intero fine settimana senza di me, praticamente non ti conosce."
Lui si passa la mano sul viso, con fare frustrato, poi punta i suoi occhi verdi su di me. Ci vedo dentro tanta ira e capisco subito che ciò che lascerà la sua bocca non sarà nulla di piacevole. "Di cosa hai paura? Che mio figlio potrebbe creare un vero legame con me, eh? Ma cosa ti importa? Mi sembra che tu sia abbastanza impegnata con il coglione dentro. Perciò dovresti essermi grata se ti tengo il bambino, così puoi divertiti quanto vuoi."
Sgrano gli occhi, non credendo alle mie orecchie, e analizzando mentalmente tutto ciò che mi ha appena detto. Ma come diavolo si permette? Come? "Non ti permettere mai più di parlarmi in questo modo. Non ho mai fatto mancare nulla a mio figlio da quando è venuto al mondo, perciò non mi devi insegnare nulla. Non sono io quella che ti ha impedito di avere un rapporto con lui fino a questo momento, ma sei tu che sei sparito dalla mia vita dopo aver fatto sesso con me e non sono riuscita mai a contattarti. E, infine, non ti permetto di insultare le persone che stanno accanto a me, senza che nemmeno tu le conosca. Frenati, perché stai esagerando, e in questi ultimi giorni te ne sto facendo passare troppe."
"Quindi da quanto va avanti questa storia?" Indica l'interno del negozio, alludendo al mio migliore amico. Me lo chiede con rabbia, come se le mie parole l'avessero fatto incazzare ancora di più e volesse rendermi il favore con maggior veleno "Te lo scopi da appena ti ho mollata? Certo che non hai aspettato tempo! E pensare che con me hai finto di essere una difficile." ride malignamente delle sue stesse parole e io, nervosamente, gli do una spinta. Il primo desiderio era quello di sferrargli un pugno, ma stavolta decido di essere superiore, perché non vale la pena sporcarsi le mani per lui.
"Sei davvero uno stronzo. Mi chiedo come io possa essermi innamorata di te, se sei un verme. Stai dimostrando di non valere nulla, meno di zero. Sei solo bravo a parlare senza azionare il cervello, sei bravo a insultare, non sei bravo a fare altro." gli do un'altra spinta, poi indietreggio per essergli il più lontana possibile. Ora come ora, anche la sua vista mi dà la nausea. "Sei un campione in campo, sei ammirato da tutti, ma nella vita vera, non vali nemmeno la metà di ciò che pensi di valere. Dovresti farti un esame di coscienza e capire che dovresti metterti in discussione una volta tanto, invece di pensare di essere il migliore in tutto e per tutto. E ora, ti dico, se vuoi che Denis sia presente alla tua festa, ci sarà anche sua madre, e tranquillo che non lo faccio per infilarmi nella tua vita, perché al momento l'ultima cosa che voglio è avere a che fare con te. Voglio solo il bene del mio bambino. Mandami un messaggio per farmi sapere la tua decisione."
Non gli do nemmeno il tempo di ribattere, torno dentro al negozio, fingendo indifferenza, nonostante senta il cuore andare veloce e le gambe tremare per colpa della sua cattiveria che mi fa davvero stare male, considerando ciò che provo per lui. Ma se sta cercando di farsi odiare, direi che questa è la giusta strada per riuscirci.
Philippe salta subito giù dal tavolo e mi viene incontro, evidentemente riconoscendo il dolore sul mio viso. Mi stringe immediatamente tra le sue braccia e io lascio sfogare le mie lacrime, lontana dal brasiliano per non dargli la soddisfazione di vedermi crollare.
Ora come ora, da me non merita assolutamente nulla. E, inoltre, di una persona così meschina, posso fare a meno senza nessun dubbio.
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Il regalo di una notte|| Neymar
FanfictionPearl è una ragazza come tante altre, ha una semplice famiglia che la ama e la appoggia nelle sue scelte, una migliore amica che la sostiene come una sorella e gestisce un piccolo negozio di fiori. Per staccare un po' la mente, una sera decide di an...