17. Vestito bordeaux

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Neymar

Prendo un bel respiro e, dopo aver smesso di fissare il telefono che mi segnala una chiamata in entrata da Pearl, decido di farmi coraggio e rispondere. Ma da quando in qua reagisco in questo modo e non mi sento sicuro di me?

"Ney..." la sua voce leggermente triste mi fa sentire un brivido su tutta la schiena "ehi."

"Ciao, Pearl." mi obbligo a risponderle in modo quasi apatico, per non darle a vedere quanto sia felice di aver ricevuto una sua telefonata. Mi devo ridimensionare e smetterla di farle notare quanto le stia sotto, visto che non ricevo da lei lo stesso trattamento, anzi. "Dimmi."

La sento respirare dall'altra parte del telefono e mi maledico quando la immagino passarsi la mano sui capelli, nervosamente, e mordersi il labbro inferiore. Quando è che ho notato tutti questi dettagli di lei?

"Mi dispiace, ok? Mi dispiace per come mi sono comportata. Sono stata una vera maleducata. Eravamo a mangiare fuori e io mi sono comportata in modo immaturo." sorrido automaticamente sentendo le sue parole "Era un bel momento e tu non mi hai fatto nulla, sono io che sono una deficiente."

Per un secondo, mi viene l'istinto di tornare dentro per prendere le chiavi della mia macchina e recarmi da lei, ma mi obbligo a restare fermo. Non posso correre da lei ogni volta, come se niente fosse poi. Sono felice che mi abbia telefonato e stia cercando di sistemare le cose, ma mi piacerebbe sapere anche i motivi per cui si è comportata così freddamente. "Pearl, mi piacerebbe scoprirti piano piano e, per questo, mi piacerebbe che tu parlassi apertamente di cosa ti infastidisce o di cosa ti passa per il cervello."

"È difficile per me fidarmi. Dammi tempo, ci sto davvero provando." sento la sincerità nella sua voce e vorrei poterla baciare e tranquillizzare "Non mi hai detto nulla di sbagliato, davvero... non mi hai infastidito. Sono solo io che ho paura e mi chiudo in me. Non immagini quanto mi costi fare questa telefonata."

"Lo so... e infatti apprezzo che tu mi stia chiamando. Ci tengo a farti capire che davvero voglio provare a costruire qualcosa." mi sento quasi un idiota a parlare in questo modo sdolcinato, non è proprio da me, ma non riesco a chiudere la bocca e rischiare di allontanarla.

Il solo pensiero di dirle qualcosa di sbagliato, mi fa contorcere lo stomaco. Ho già sbagliato una volta con lei, e nemmeno la ricordo, mi ha dato un'altra possibilità e non voglio sprecarla. Non voglio che gettiamo tutto al vento, io so che c'è qualcosa tra noi che può evolvere. Io lo so.

La sento sospirare e, subito dopo, singhiozzare. Mi allarmo immediatamente sentendo la sua reazione, ma prima che possa chiederle cosa le succede e perché stia piangendo, inizia a parlare. "Ney, scusami... è tutto troppo difficile per me. Mi ero ripromessa di tenerti lontano e ora non riesco in nessun modo. Sarei potuta sparire, dopo come ti ho trattato, dimenticare che ci siamo baciati, ma non sono riuscita. Sono stata malissimo per come mi sono comportata, così ho preso il telefono ho deciso di farmi viva."

"Lo so che sei combattuta. Però permettimi di dimostrarti che puoi rilassarti con me." quasi la prego "E per favore non piangere, non mi piace sentirti così." e pensare quanto avrà pianto per colpa mia dopo che abbiamo fatto sesso e l'ho lasciata là in albergo, rabbrividisco al solo pensiero.

"Ti andrebbe di pranzare insieme?" lo chiede con un po' di timore e soggezione, mentre la sua voce si schiarisce appena "Però facciamo in un posto dove non c'è tanta gente. Mi piacerebbe essere a mio agio con te, prima di riuscire a esserlo in mezzo a chi ci fissa."

I battiti del mio cuore accelerano notevolmente davanti alla sua proposta e annuisco come un coglione anche se non può vedermi. "Assolutamente sì. Potremmo pranzare a casa mia, se ti va."

Si zittisce per qualche secondo, immediatamente vengo invaso dall'ansia, ma proprio mentre sto per ritrattare, lei accetta. "Va bene, Ney. Facciamo a casa tua. Dimmi la via, così mi faccio portare da un taxi appena chiudo il negozio."

"Scherzi? Non dire sciocchezze. Passerò io e ti porterò a casa mia. Sei mia ospite." la sento sorridere dall'altro lato della cornetta e sento il petto riscaldarsi, allontanando il gelo che si era creato quando l'ho sentita piangere. "Ci vediamo più tardi, Pearl."

"A dopo, Ney." chiudo la telefonata dopo aver sentito il suo saluto, poi scoppio a ridere come un cretino, sentendomi più leggero dopo aver ricevuto questa telefonata.

Nonostante volessi negarlo, e volessi chiudere con lei, ora che l'ho sentita, e che ha fatto un passo verso di me, mi sento davvero felice. Mi sento come se fosse stata inutile la preoccupazione che sentivo addosso prima, l'angoscia che si è insinuata in me dopo il pranzo al ristorante... è incredibile come cambi umore in base a lei.

*****

Poso la mano sulla sua coscia, distrattamente, mentre guido verso casa mia, poi con la coda dell'occhio osservo la reazione di Pearl per il mio gesto. Si morde il labbro inferiore e gira appena il viso per evitare che la veda sorridere. Dio, come mi fa impazzire.

"Sei molto bella con questo vestito." ha addosso un abito bordeaux che, seppure sia molto semplice, le fascia perfettamente il corpo e non lascia nulla alla mia immaginazione. Devo restare davvero concentrato per non perdermi nei pensieri in cui glielo tolgo.

"Grazie, anche tu non sei male... non posso dire che passi inosservato." la vedo indicare la mia tuta da ginnastica giallo fluorescente e scoppio a ridere, trovandomi d'accordo.

"Io non passo comunque inosservato." mi vanto fintamente mentre lei alza gli occhi al cielo e io le regalo un occhiolino. Subito dopo scendo nel parcheggio sotterraneo del mio palazzo e, immediatamente, posteggio la macchina nel mio posto riservato. "Possiamo scendere, siamo arrivati."

Lei annuisce senza parlare e fa come le ho detto, mentre io la seguo subito a ruota, dopo aver chiuso la mia auto. Sorrido mentre la osservo guardarsi intorno leggermente spaesata, poi mi avvicino a lei e faccio intrecciare le nostre dita. Anche stavolta, questo contatto mi scombussola dentro come è successo al ristorante.

"Andiamo, l'ascensore è di là." la conduco fino a destra, poi le sorrido "Basta inserire la password giusta e l'ascensore ci porta direttamente al mio appartamento."

Mi guarda quasi con la bocca aperta, mentre, dopo aver salutato la guardia, entriamo all'interno e digito la password, ma prima che lei possa parlare, appena le porte si chiudono, la faccio posare alla parete con le spalle e poi mi metto davanti a lei. Abbasso il capo e poi sfioro le sue labbra con le mie, mentre porto la mano sulla sua gamba e poi salgo sempre più su, insinuandomi sotto al vestito.

"Ney... ci sono le telecamere." Fa un cenno con il capo verso l'oggetto appeso in alto a sinistra, mentre io sorrido malizioso e poi poso le labbra sul suo collo e poi sulle sue labbra, baciandola con foga. Lei ricambia immediatamente, mentre afferra la mia felpa e mi attira più verso di sé. Immediatamente sento miliardi di sensazioni colpirmi. Non penso che sia il caso di continuare così...

"Pearl, fermiamoci. O non mi importerà nulla delle telecamere." mi allontano appena da lei, per cercare di tornare in me e riprendere pieno possesso del mio corpo "Non riesco a resisterti."

Lei arrossisce di botto e poi sorride in modo leggermente imbarazzato, ma continuando a tenere lo sguardo sul mio in modo sfacciato. Come si può essere imbarazzati e sfacciati allo stesso tempo? Non ho idea... ma lei ci riesce, e questa cosa mi manda fuori di me. Questo suo connubio mi fa letteralmente impazzire.

Per fortuna arriviamo nel mio appartamento e le porte dell'ascensore si aprono, permettendomi così di allontanarmi da lei per qualche secondo per potermi riprendere. Ho una dannata voglia di lei e sapere che lei sente lo stesso, non mi aiuta per nulla...

"Accomodati. Questa è casa mia. Ho ordinato del cibo da asporto, dovrebbe arrivare tra poco." la invito a fare come se fosse a casa sua, mentre la osservo mettere piede nell'ingresso e guardarsi intorno con aria curiosa e felice, per poi sorridermi sincera.

Io ricambio allo stesso modo, sentendo un formicolio alla bocca dello stomaco, e mi ritrovo a pensare che sarà davvero difficile restare dentro casa con lei che è così bella e pensare a qualcosa che mi distragga dal pensiero di volerla fare mia. Sarà una lunga giornata.

Il regalo di una notte|| Neymar Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora