Il regalo di una notte|| Neymar

23. Colpe

Pearl

È da ieri che provo a contattare Neymar, ma ogni volta mi butta giù la telefonata e non risponde a nessuno dei miei messaggi. Lo so che è sicuramente incazzato, ma io ho bisogno di parlargli e di spiegargli, prima che questo silenzio diventi un muro invalicabile. Non voglio che ci allontaniamo proprio ora che le cose stanno andando bene e siamo così uniti.

Sospiro nervosamente e suono al campanello del suo palazzo. Suono un sacco di volte, ma non risponde. Eppure sono certa che sia in casa, visto che ho chiesto conferma a Kylian di dove si trovasse il brasiliano. Perciò sbuffo nervosamente e attacco il dito al citofono, suonando ininterrottamente per creargli fastidio, infatti passa poco tempo prima che la sua voce riecheggi nelle mie orecchie.

"Lo so che sei tu, si può sapere cosa vuoi? Mi sembra abbastanza chiaro che se uno non ti risponde a nessun messaggio, a nessuna chiamata, vuole solo essere lasciato in pace." parla velocemente e con rabbia, facendomi accigliare per le sue parole. Davvero lui dice a me una cosa del genere?

"Ney, sei tu che mi hai insegnato l'arte dell'essere insistente." ironizzo, ricordandogli tutte le volte che mi ha contattata nonostante gli dicessi che non volevo niente a che fare con lui "Comunque dobbiamo parlare... non accetto un no, siamo adulti e scappare non risolverà nulla."

Lo sento imprecare in brasiliano e poi sento il portone del palazzo aprirsi "Entra, ma sappi che hai solo questa possibilità, perché non ho tempo da perdere."

Stringo nervosamente i pugni sentendo ciò che ha detto, ma decido di lasciar perdere ed entro nel palazzo. Sono venuta fin qua per risolvere le cose, non devo dare peso alle sue parole dettate dalla rabbia e dal nervosismo.
Faccio velocemente le scale e in poco tempo mi ritrovo sul suo pianerottolo. La porta dell'appartamento è già aperta, perciò batto leggermente le nocche sul legno e poi entro, senza aspettare che risponda, chiudendomi poi la porta alle spalle.

Saluto debolmente quando lo vedo davanti a me, mentre lui si limita a fare un cenno con il capo. Ha l'espressione dura e questo un po' mi spaventa, non sembra intenzionato a risolvere... sembra troppo pieno di rabbia, e temo che questo faccia degenerare tutto.

"Ney, ho bisogno di parlarti..." mi avvicino a lui, ma indietreggia all'istante per evitare che siamo troppo vicini. Un po' ci resto male, ma decido di non dare peso nemmeno a questo. Anche io sarei arrabbiata al suo posto se mi avesse nascosto qualcosa di così importante, perciò rispetto il suo voler restare leggermente distante.

"Cosa hai da dire? Hai un figlio e per più di un mese me l'hai tenuto nascosto, ti sembra una cosa normale?" sussulto sentendo le sue parole e sgrano gli occhi quando mi rendo conto che ha usato il singolare. Ho un figlio... non ha capito che... "Come hai fatto a tenere nascosta una cosa così importante? E il padre del bambino che fine ha fatto? Sa di noi?"

Sento l'ansia impossessarsi di me quando mi rendo conto che è incazzato con me perché non gli ho parlato del bambino, ma non ha capito la parte più importante, perciò la sua rabbia potrà solo peggiorare. Io, stupidamente, pensavo avesse capito ogni cosa, che avesse fatto 2+2, ma evidentemente no. Gli manca un pezzo della storia... e temo che quando lo saprà, non vorrà davvero più vedermi.

"Ney... è complicato. Aspettavo il momento giusto per dirtelo, e credimi che non mi ha fatto piacere tenerlo nascosto. Solo avevo paura di allontanarti..."

"Paura di allontanarmi? Che idea ti sei fatta di me? Che non avrei più voluto vederti solo perché hai un figlio? E quindi? Quale è il problema? Anche io ne ho uno eh. Non ti avrei certamente giudicato per questo." alza la voce e sembra non riesca a darsi una spiegazione per la mia scelta.

"Non è questo... assolutamente..."

"Allora cosa è?" mi interrompe bruscamente, mentre i suoi occhi verdi guardano attentamente i miei, come se volessero captare chissà cosa "Cosa è stato il tuo primo pensiero?"