venticinquesimo

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Passo i restanti minuti passeggiando da sola, volontariamente lontana da tutti, usando la scusa del "Vorrei godermi un po' tutto questo prima di partire." e con "tutto questo" intendo il silenzio. Soprattutto per prendermi un momento per me, per assimilare la cosa e cercare di reagire.
Ma quasi subito mi si affianca Adele, sola.

-Devo davvero ringraziarti.- La guardo, lascio che continui. -Dopo la morte di mio marito ho ripensato a Luca molto spesso. Non che non amassi il mio Robert, anzi l'ho amato moltissimo per anni, decenni, e mi manca ogni giorno. Ma penso che nella vita non ci sia un solo grande amore. Nel mio caso sono stati due. E devo ringraziare te per averlo ritrovato. Non immagini l'immensa gioia in più che provo ogni minuto che passo insieme a Luca ora.- il mio sguardo si posa su di lui, mentre Adele ne parla, poi si sposta leggermente a sinistra, dove c'è Luke, che sta ridendo di gusto a chissà quale battuta di suo nonno. Sento la sua risata cristallina e il mio cuore fa uno sbuffo.

-Adele, non devi ringraziarmi. Ho solo spedito una lettera.-
Lei scuote la testa, sorridendo. -Hai spedito l'ultima prova di cui avevo bisogno per prendere e partire. Dopo Robert non avevo neanche voglia di uscire di casa per fare la spesa, a malapena ricevevo ospiti in casa per più di un'ora. Guardami oggi: resterei ai tavoli imbanditi per il pranzo anche tutto il giorno a chiacchierare, a ridere e a guardarvi mentre vivete. La tua lettera mi ha smosso qualcosa dentro, mi ha fatto credere di poter ritrovare la felicità, che non era perduta per sempre. Non nel senso che la mia felicità è racchiusa in un amore, Robert o Luca, ma che io posso trovarla nelle cose che piacciono a me, che fanno bene a me. Anche non avessi ritrovato Luca, partire per questo viaggio, per di più lungo così come abbiamo fatto, conoscere posti e gente nuova, addirittura fare figuracce esilaranti... è stato questo che mi ha fatto capire davvero che, anche ad ottant'anni fischiati, posso ancora vivere. Per me, prima di tutto.-

Ha gli occhi lucidi e io fatico a parlare, un groppo in gola mi strozza le parole, ma Adele, vedendo che non rispondo, continua. E la cosa che dice mi lascia in un limbo tra l'essere triste e l'essere sollevata: -Con questo, vorrei anche dirti che non hai bisogno della compagnia o dell'amore di un altro. Soprattutto se quell'altro è mio nipote.-mi guarda negli occhi e mi sembra di non respirare. -Tu non sei in attesa di un grande amore, perché non ti serve se non per un "qualcosa di più". Troverai qualcuno che ti ama, così come ti ami tu. E ricordati che potresti non avere un solo amore nella tua vita.- mi fa l'occhiolino e si allontana di nuovo verso Luca.

Incrocio lo sguardo di Luke, che mi sorride. Lo vedo tentennare, ma alla fine non mi raggiunge. Confusa, mi chiedo se sia il caso che vada io da lui, per parlare ancora un po', ma subito qualcun altro mi richiama.
Questa ultima giornata qui sembra essere peggio di un confessionale in cattedrale.

-Reb, devo dirti una cosa.- è Michael, che si accosta alla mia sinistra.
-Dimmi.- per un attimo temo voglia costringermi a restare. O forse lo spero.
Ma lui parla di tutt'altro: -Stamattina, quando sono tornato in camera a prendere la macchina fotografica, ho dovuto cercare sotto mucchi di vestiti e lenzuola stropicciate- arriccia il naso al pensiero, mentre cerca qualcosa in tasca. -e ho trovato queste.- Estrae un piccolo contenitore di plastica bianco e giallo, con un'etichetta semi-strappata e me lo porge.

Sono delle pillole, antidepressivi e antipsicotici, almeno così c'è scritto sul piccolo pezzo leggibile dell'etichetta. Faccio per dite qualcosa, ma il fotografo mi precede.

-Erano sul letto di Calum. E ti ricordi qualche giorno fa? Le stesse pillole.-

Aggrotto la fronte, Michael lo nota e aggiunge: -Le stesse pillole che ho trovato nel bagno che condividevamo.-

Vedendo che non do segni di aver capito a cosa si riferisce, il mio amico continua: -Ho trovato queste sul suo letto, all'hotel, giorni fa, quando voi eravate a cena. Pensavo fossero delle caramelle, così ne ho provata una. Non erano caramelle.-

Indico l'etichetta, troppo scioccata per dire qualcosa. In risposta, lui alza le spalle.

-Comunque.- faccio un sospiro. -Cosa vorrebbe dire?-
-Penso di averlo scoperto!-
Lo guardo, sperando che continui.
-Calum dorme male.-
-Cosa...-
-Certo! Perché dopo aver preso una di queste, pensando ancora che fossero caramelle, mi sono addormentato serenamente. Per ore.-

Sto per rispondere, ma ci penso meglio: gli affari di Calum non mi riguardano, se lui sta male, sì, mi spiace, ma non c'è bisogno che io ne sappia la causa o le cure o qualsiasi altro dettaglio in proposito.
-Meglio fare finta di nulla, Mike. Se non ne ha parlato con noi ci sarà un motivo.- dico così ma in realtà un po' sono ferita. E non capisco se sia perché lui sta male o anche perché non ha mai accennato nulla a nessuno.

Ci avviciniamo di nuovo a Luke e riprendiamo a chiacchierare, alla fine ho altro a cui pensare, ad esempio alla mia partenza imminente.

***

Sono appena partita, insieme a Michael. Stiamo attraversando prati immensi, colline verdissime e piccoli centri che mi piacerebbe davvero tanto poter visitare. Stiamo in silenzio. Dopo gli addii, Michael ha avuto un momento in cui il labbro gli tremava come un budino posato sopra un martello pneumatico.
Adele è stata dolce, ha fatto intendere che presto ci rivedremo, io l'ho assecondata, anche se non saprei davvero dire quando. E anche Luca ha espresso la sua speranza di rivederci, cci avrebbe accolto sempre volentieri. Calum ha detto che si sarebbe fermato un paio di giorni ancora, poi doveva tornare a casa anche lui, al lavoro, alla sua vita.
Ci siamo salutati velocemente, un po' per l'ansia di Michael di partire, perché ha paura di perdere l'aereo, un po' perché abbiamo passato diversi minuti a fissarci in silenzio, senza dire nulla, non perché non avessimo niente da dire, penso più per le troppe cose che io avrei voluto dire e che lui non sapeva come esprimere. È stato un abbraccio veloce, ma avrei voluto fosse durato anche solo un secondo in più.
Luke mi ha dato un regalo, che ancora non ho aperto, forse lo farò a casa, o in aereo. Mi ha dato due baci sulle guance, cosa che mi ha fatto arrossire gli zigomi. Allora gli ho chiesto se lui sarebbe rimasto sempre lì con suo nonno, dopo la sua conferma, ho detto che forse sarei tornata, presto. Il sorrisino che gli è spuntato subito dopo mi ha messa di buon umore, in realtà.

-Apri il regalo di Luke?-
-Mhm?-
Michael indica il pacchetto, senza staccare gli occhi dalla strada.
-Magari dopo.-
-Dai! Io voglio sapere!-
Ridacchio, ma non mi smuovo.

-In aereo non sarò accanto a te.-
-E va bene.- alla fine sono curiosa anch'io. Volevo solo che fosse una cosa intima, per me e basta.

Inizio a togliere la carta lentamente. Sorrido nel vedere cosa mi ha dato: sono delle foto della casa, della fattoria e dei campi intorno al terreno di Luca.
Ogni foto ha una piccola descrizione scritta a mano da Luke, con faccine ad ogni fine di frase.
Sono bellissime.

-Ah. Pensavo fosse qualcosa da mangiare.-
-C'è anche quello.- estraggo un vasetto di miele.-
-Ah menomale, sennò era tanta aspettativa per nulla.-


N.A.

Ciao sono Giada e sono una cretina. Ogni volta che mi metto a scrivere c'è la sessione. O meglio, ho la sessione? Ma sì, mettiamoci a scrivere su wattpad invece di studiare filologia romanza, così mi laureerò in tempo sicuro (AH).

Comunque un baci8 che siete ancora qui, a presto (=prossima sessione lollone. no dai ci provo)





Verona || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora