undicesimo

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-Forse ci siamo persi.- Michael guarda il suo cellulare, rigirandoselo tra le dita, nella speranza di capire quale sia il nord e da che parte stiamo andando.

-Forse?- Calum ha iniziato a perdere la pazienza già mezz'ora fa, sbraitando contro il biondo e la sua incapacità di seguire i cartelli dei sentieri. -Avresti dovuto provare orienteering a scuola.-

-Oh ma l'ho fatto. Ci hanno messo tre giorni per trovarmi, stavo girando in cerchio e neanche me ne accorgevo. Solo quando me l'hanno detto, ho capito perché il sasso che vedevo ogni tre ore era così familiare.-

Sto per commentare, quando Adele indica alla sua destra. -Un sentiero!-

Stiamo cercando di camminare in mezzo ad un prato dall'erba talmente alta che mi arriva alla vita da troppo tempo, perciò, vedere della terra battuta mi sembra un sogno.

-Sarà di sicuro un miraggio.- Michael cade a terra.

-Stavolta è morto davvero.- Adele prova ad avvicinarsi, ma è la più bassa fra noi e l'erba le solletica gli zigomi, non vede molto bene dove va. Infatti inciampa nel corpo del fotografo.

-Ahia.- Michael si lamenta con un rantolo. -Stavo provando ad alzarmi, sono inciampato su un sasso.-

-Un grosso sasso.- gli fa eco la nonna di Calum.

-Ce la facciamo a raggiungere la strada?- il moro non presta più molta attenzione a cosa succede nel prato, sta cercando di creare un passaggio verso il sentiero.

Aiuto Adele e Michael a tirarsi su. Lui si massaggia la tempia sinistra, probabilmente gli crescerà un bernoccolo viola grosso come un pompelmo, si intravede già il livido.

Arriviamo tutti vivi sul sentiero stretto.
Siamo partiti dalla strada asfaltata con la macchina, ma il puntino rosso era situato in mezzo ad una macchia verde, che abbiamo scoperto essere un boschetto molto fitto, per questo abbiamo perso il sentiero che partiva da dove abbiamo lasciato la macchina quasi subito. E siamo finiti in un prato.

-Ma non eravamo al lago? Questa sembra una foresta.- borbotta Calum.

-In Cina le foreste crescono solo in montagna, scusa?- Michael sembra pensarci un po'. -Ma poi quante montagne ci sono, non sono tutte risaie?-

-Ma stiamo parlando della Cina o del Piemonte?-

-Basta, vi prego- sono esasperata, mi stanno facendo venire mal di testa con queste cagate.

-Non sono cinese, ma comunque sì, ci sono montagne anche in Cina.- sbuffa Calum.

-È come il Piemonte.-

Seguire questo sentierino sembrava più facile su GoogleMaps, io inizio a non avere pii fiato dopo neanche dieci minuti, Michael ha raccolto un bastone da terra per aiutarsi, Calum non parla più, per risparmiare ossigeno. Adele invece sembra un camoscio, perché non mostra il minimo segno di cedimento.

-Ma... è umana?- chiede Michael, che poi sospira pesantemente.

-Siamo quasi arrivati!- Adele è in cima alla piccola collinetta che stiamo salendo e indica davanti a sé.

Calum fa un ultimo scatto per raggiungerla e, dopo pochi secondi, arriviamo anche io e il fotografo, che non per l'occasione per immortalare la vista: una casetta di mattoni, in mezzo a un prato pieno di fiori gialli e bianchi, circondato dagli alberi, spicca come un papavero tra l'erba secca. Sullo sfondo, immagino molto lontano da noi, c'è la superficie del lago che si increspa al vento, riflettendo il sole, ormai alto nel cielo.

Ci avviciniamo alla casa, scoprendo che, sulla nostra sinistra, c'era una strada sterrata larga abbastanza per far passare la macchina.

-Beh, su Google non era indicata.- si giustifica il biondino, sicuramente maledicendosi perché non l'aveva notata.

Verona || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora