tredicesimo

162 16 8
                                    

-Magari ha trecento gemelli sparsi per l'Italia.-
-No, secondo me è sempre lui, la stessa persona.-
-Io credo che siano la stessa persona, ma da universi diversi.-
-Non è come l'universo Marvel, Michael.- gli risponde Calum.

-Che ne sai, magari Ashton ha dei superpoteri ed è qui sulla Terra per salvarci.- dice mentre mastica un pezzo di panino.

Quando Michael e Calum iniziano a parlare di quali superpoteri possa avere il ragazzo riccio, smetto di ascoltare, anche perché ho visto qualcosa di interessante poco più avanti.
Faccio cenno ad Adele, che annuisce contenta e ci incamminiamo verso una piazza gremita di gente, con i ragazzi che ci seguono senza prestare molta attenzione ai colori e alle luci che hanno intorno.
Io invece ci faccio caso, anche perché è già il tramonto e tutto sembra ricoperto da un foglio di carta velina arancione. Tutto intorno alla piazza, sui pali della luce, ora spenti, sono appese delle lanterne di carta, come quelle cinesi, che vengono accese piano piano. Incredibilmente, creano abbastanza luce per tutta la piazza, si riesce a vedere tutto e quasi si distinguono i sampietrini sotto i nostri piedi.
La piazza non è enorme, ma accoglie un sacco di gente. Alla mia destra ci sono delle case, mentre davanti e dietro di me, la strada principale. A sinistra si estende il lago e la luce del sole ancora si increspa tra le onde, un paio di papere nuotano tranquille vicino alla riva. Dalla parte delle case c'è un piccolo palco, su cui una band di cinque persone sta accordando gli strumenti.
Sono appena le otto di sera, tra poco, secondo quello che ha scoperto Adele chiedendo in giro, dovrebbe iniziare una serata di festa e probabilmente andrà avanti tutta la notte.

I musicisti iniziano a suonare, ci sono due chitarre acustiche, una batteria, una fisarmonica e un basso. La melodia è familiare, anche se non conosco le parole, immagino sia una canzone popolare. Infatti almeno la metà delle persone si butta in mezzo alla piazza, le coppie si tengono per mano e iniziano a ballare abbracciate, alcuni ragazzi seduti sulle staccionate cantano insieme a chi sta suonando. Guardo come si muovono le persone sul selciato e rimango incantata.

-Rebecca, ti va di provare?- una mano entra nel mio campo visivo: è Calum, che mi guarda sorridendo.

-Io non so ballare...- almeno, non so ballare il liscio. In discoteca ballo a caso, muovendo un po' gli arti. Devo sembrare un polpo ogni volta. L'ultima volta che ho provato a ballare un lento ho pestato così tante volte i piedi a mio zio Earl che ha deciso di ballare con il suo asino, che di grazia ne sapeva più di me.

-Neanche io, dai andiamo-

La sua affermazione mi fa sorridere, anche se non mi sento più sicura. Sono convinta che ci pesteremo i piedi a vicenda.
Lo prendo per mano e ci dirigiamo verso il centro della piazza, ora pista da ballo.
Sento le sue mani sfiorarmi, una sul fianco, una che tiene la mia, mentre io poso la mano libera sulla sua spalla.
Ha un profumo buonissimo e vorrei tanto capire di cosa sa, ma non riesco ad identificare un odore in particolare, è dolce e forte, ma non nauseante, fresco e buono, come le lenzuola appena lavate. Forse fa il bagno nell'ammorbidente.

-Perché ridi?-
Improvvisamente mi blocco e lo guardo. Sorride. E solo ora mi accorgo che stiamo ballando, ci muoviamo senza neanche troppi intoppi. Io un po' titubante, lui che si muove leggero.
-Nulla, pensavo che alla fine tu sai ballare-
Calum ridacchia, scoprendo i denti. -Forse l'ho già fatto qualche volta.-
I miei pensieri vanno subito a lei.
-Oh giusto, chissà quante volte avrai ballato con la tua ragazza- non mi accorgo di quanto la frase sia uscita in modo acido, fin quando l'espressione del moro cambia completamente. Sembra forse infastidito? Mi sento quasi in colpa ad averglielo fatto pesare in qualche modo.
-No, con lei non ho mai ballato così-

Vorrei chiedergli come mai, ma vista la reazione di prima, penso sia meglio cambiare argomento. Sto per chiedergli qualcosa di neutro, tipo se ha animali a casa, ma lui mi precede. Per fortuna, aggiungerei, vista la mia fatica nel trovare cose di cui parlare.
-Senti... l'altro giorno non volevo...- lascia la frase in sospeso, ma alcuni pezzi della discussione mi tornano in mente.
Gli avevo praticamente confessato di non amare neanche me stessa, cosa che ho fatto fatica ad accettare, figuriamoci dirlo a qualcuno.

-No, non hai detto nulla di male.- lo guardo negli occhi e i suoi, color caramello, sono così caldi che quasi mi rilasso. -Non è un argomento di cui mi piace parlare.-

-L'amore, dici?-

Annuisco, ma continuo a guardarlo negli occhi.
Calum si avvicina, talmente tanto che sento il suo respiro sfiorarmi gli zigomi, le sue ciglia mi fanno venire i brividi in tutto il corpo quando mi solleticano lo zigomo, le sue labbra sono a meno di due millimetri dal mio orecchio e sussurra: -Eppure io vorrei sapere.-

Non mi sono accorta di star trattenendo il fiato finché non rilascio un lungo sospiro.

-Perché?-
-Perché non ti credo.- Torna a guardarmi negli occhi, un lampo divertito li attraversa. -Non puoi non credere nell'amore.-
-La prendo come una sfida.- cito la stessa frase che ha usato lui qualche giorno fa, cosa che lo fa ridere e sento il suo petto che trema, tanto è vicino a me.

-Quindi, hai mai avuto una storia?-

Lo guardo. Come se la risposta non fosse evidente anche a lui.
Forse se ne accorge. -Va bene, partiamo da qualcosa di meno concreto. Cos'è per te l'amore?-

La domanda mi spiazza.
Continuiamo a ballare, sento la musica che ci circonda e le persone che parlano, ridono, rumore di tacchi sulla pavimentazione. Ma l'unica cosa che la mia mente registra veramente è Calum, come mi guarda, aspetta una risposta che gli interessa davvero.

-Mi hanno sempre insegnato che per amare qualcuno dovevo amare prima me stessa. Non ci sono mai riuscita completamente.- Inizio e mi sento in imbarazzo a parlare di questo, non è la prima volta, ma quasi. -Allora ho iniziato a guardare come gli altri mi volevano bene e dirmi "beh, se qualcuno mi vuole bene, deve esserci qualcosa a cui voler bene in me". E funzionava all'inizio. Poi ho iniziato a stare male per delle cose, che potrebbero sembrarti anche delle cagate,  ed erano sempre più frequenti. Una mia amica che mi trascura volentieri, mio fratello a cui tutti i parenti regalavano tutto quello che desiderava, un altro amico che parlava con me solo quando doveva organizzare qualcosa di pratico, ero più una segretaria in questo caso. Voglio dire... c'è sempre qualcuno che viene amato più di me.-

Per qualche istante continuiamo a ballare in silenzio, Calum ancora si muove a ritmo di musica e io continuo (a provare) a seguirlo. Finché si blocca, in mezzo alla piazza, e mi stringe forte tra le sue braccia.
Affondo il viso nell'incavo del suo collo e sento il suo profumo che mi invade le narici; lo abbraccio a mia volta e mi pare di sentirlo sussurrare qualcosa, ma non distinguo le parole e non ne trovo per chiedergli di ripetere.

AN
Sono contenta dai per questo capitolo 🥺
Comunque io incasinatissima ogni settimana e puntualmente venerdì ho mille cose da fare
BUT sono comunque qui a postare, non si molla

Mi sono tinta i capelli e sono felice perché adoro questo colore, spero che il buonumore rimanga anche se fuori sono due settimane che piove e sto perdendo la pazienza :))

Parlando di cose serie, stiamo iniziando a capire qualcosa di più sulla fobia per l'amore di Rebecca, mentre Calum la molesta abbastanza, ma anche la sua storia è intricata, ad esempio la relazione con la sua ragazza? Ma dai, cosa stai facendo, cinesino caro?
Adele e Michael almeno sono due persone normali... beh relativamente normali, almeno per ora.

Grazie per leggere questa storia :) e a presto!

Giada

Verona || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora