Sarebbe stato bello addormentarmi subito. O almeno chiudere occhio per qualche ora. Ho passato troppo tempo a pensare ad una risposta, poi mi sono detta che non ne meritava mezza, poi mi venivano in mente risposte acide, poi mi riprendevo e tornavo dell'idea di non dover rispondere.
Ora che la luce grigiastra dell'alba inizia a illuminare la stanza, so cosa fare. Mi alzo e mi vesto, quasi correndo arrivo davanti alla porta dove dormono i miei amici, faccio per bussare, anche se sono più che sicura che stiano ancora dormendo, ma la maniglia si sta abbassando.
Mi prende il panico. Ero talmente sicura di sapere che cosa fare e adesso vorrei scappare e tornare a nascondermi sotto le coperte del letto. Ma la porta si apre e Luke esce tranquillamente, alza solamente le sopracciglia nel vedermi.-Già sveglia? Tutto bene?-
-No, sì, benissimo!- sorrido e spero non si noti che sono nervosa. -Tu come mai già sveglio? Hai questo orario tutti i giorni?--Sì,- si passa una mano nei capelli dorati, ancora spettinati dalla notte sul cuscino. -vado in stalla un po', ma tra un'ora e mezza o due ci sono a colazione!-
Annuisco, mentre lo guardo scendere le scale e mi chiedo come faccia a farlo tutti i giorni. Io sento già le palpebre che si chiudono. Ha detto un'ora o due, credo quindi di avere tempo prima di poter parlare faccia a faccia con Calum, che ora starà dormendo e, in effetti, se anche entrassi e lo svegliassi non penso che mi parlerebbe volentieri.
Perché pensavo che fosse una bell'idea? La mancanza di sonno deve avermi dato alla testa.
Sbuffo e borbotto tra me mentre torno in camera e stavolta riesco a chiudere gli occhi un istante.Questa volta prendo coraggio, anche perché sono le otto, sarà sveglio anche lui sicuramente, ed entro nella sala dove dovremmo fare colazione. Ci sono pochi tavoli, ma lunghi, del tipo che potrebbero stare sedute comode dieci persone. Vedo subito Adele, seduta a un tavolo accanto alla finestra. Gli altri non ci sono, ma arriveranno. A questo pensiero segue una piccola fitta nel mio stomaco.
Mi siedo di fronte ad Adele, che stava guardando il paesaggio oltre al vetro.
-Dovrebbero arrivare tra un momento.- mi sorride. -Hai passato bene la notte?-
-Sì, molto.- mento -Tu invece?-
Le sue guance si fanno rosse e io non sono più sicura di voler sapere la risposta ma in quel momento ci raggiungono Michael e Calum, che si siedono rispettivamente vicino a me e ad Adele. Non riesco a guardare Calum negli occhi, anche se continuo a ripetermi che dovrei chiedergli di parlare di due o tre cosine leggermente importanti che mi hanno tenuta sveglia tutta la notte.
Lo squillo del mio telefono interrompe il breve silenzio che si era creato e, felice di poter prendere coraggio prima di affrontare Calum, mi alzo scusandomi ed esco dalla sala, uscendo all'aria aperta.
-Sì?- mi siedo su una panca di legno vicino all'entrata.
-Rebecca cara!- riconosco la voce del mio datore di lavoro, il signor Styles, e qualche tintinnio, probabilmente oggi ha indossato una ventina di bracciali d'oro e d'argento su entrambe le braccia e al minimo movimento sembra di stare sulla slitta ei Babbo Natale. A volte lo fa. -Come va con il tuo articolo? Spero bene, perché entro dopodomani lo voglio leggere e forse pubblicare. Hai ben due giorni!--Due giorni?- quasi mi strozzo con la saliva.
-Mi sembra di sì- non è molto convinto. -Hai oggi e domani... Sì, dopodomani sono due giorni! Sono ancora molto bravo in matematica. Allora?-
-Sì, no, certo. Dopodomani avrò tutto pronto...-
-Bene, ci vediamo in ufficio alle nove. Bacini!- riattacca tra mille tintinnii che mi fanno esplodere la testa.Sospiro. Non mi aspettavo che si ricordasse di me, né del mio articolo.
Domani dovrò prendere l'aereo per tornare a casa e anche Michael. E devo dirlo agli altri. E devo finire di scrivere l'articolo, che per ora è quasi tutto una bozza ancora.
Mi prendo la testa fra le mani, reggendomi posando i gomiti sulle ginocchia.
Devo parlare con Calum.-Rebecca? Tutto bene?-
Alzo lo sguardo e Luke è in piedi davanti a me, la luce del sole alto in cielo crea un'aureola di luce dietro i suoi capelli.
-Bene, sì, grazie.-
-Non sembra- si abbassa alla mia altezza, poggiando un ginocchio per terra. Posa delicatamente le sue mani sulle mie, che ancora mi reggono la testa, e le sposta dolcemente verso il basso, continuando a tenerle fra le sue.
-Domani devo tornare a casa,- sorrido, ma non lo guardo in faccia. -non ho finito di scrivere l'articolo, ma basta che mi impegni questo pomeriggio e ce la posso fare... Però non voglio andare.- l'ultima frase la sussurro e riesco a guardare gli occhi azzurri davanti a me.
Luke mi sposta una ciocca di capelli che mi stava coprendo un occhio, poi il suo sorriso si allarga -Puoi sempre tornare.-
Annuisco.
Mi chiedo se non voglia andarmene perché qui è così bello o perché qui è dove c'è anche Calum.Come se il solo pensiero di lui l'avesse chiamato, ecco il moro che apre la porta.
-Rebecca, Adele voleva chiederti cosa vorresti bere di caldo...- si blocca, notando quanto io e Luke siamo vicini. I suoi occhi scuri passano da uno all'altra con estrema lentezza, il resto del volto resta impassibile, ma un lampo scuro gli offusca gli occhi per un secondo. -...E se stessi bene. Ma per la seconda domanda a quanto pare non c'è problema.- un brivido freddo mi corre lungo la schiena.
Mi alzo velocemente e quasi faccio perdere l'equilibrio a Luke.
-Ora arrivo...- Calum annuisce e, senza chiudere la porta, torna dentro. -Ci vediamo dopo, grazie Luke.- il biondino, che intanto si è alzato, mi sorride.Entro nella sala e cerco Calum. Sta per uscire di nuovo, verso un corridoio. Lo seguo accelerando il passo.
-Calum.- il suo nome detto a voce alta mi fa uno strano effetto. Mi piace dirlo, vorrei ripeterlo altre mille volte.
Lui si gira per guardarmi, ma non dice niente.
-Hai già finito la colazione?- è l'unica cosa che riesco a dire.
Il ragazzo pare spiazzato, scuote la testa -Stavo andando in camera, ho dimenticato...-
Non dice che cosa ha, veramente o no, dimenticato, lo interrompo prima.
-Voglio parlare con te.- una scarica di adrenalina mi attraversa il corpo, subito dopo aver detto questa frase.
-Di cosa?- sembra più incerto.
Non so bene cosa rispondere, boccheggio un po' prima di dire: -Parliamo e basta, un momento. Ti va?-
Calum sorride -Dopo colazione.-E a colazione, quando tutti siamo seduti allo stesso tavolo, riferisco cosa mi ha detto il mio capo.
-Dopodomani...- Michael sembra aver veramente capito quello che è successo. -Ho giusto io tempo di prendere un paio di souvenirs.-
Sospiro. -Fammi vedere anche le foto che hai fatto, troviamone un paio da mettere nell'articolo...- non riesco a guardare Calum in faccia, ma Adele mi sorride.
-Godiamoci questi ultimi giorni insieme,- dice lei, posando la tazza di tè. -possiamo fare una passeggiata per questa campagna stupenda...-
-Bell'idea, nonna. Che dite, dopo pranzo?-Deciso il programma della giornata, Michael ed io ci alziamo per andare a vedere le sue foto. Lancio uno sguardo a Calum, che annuisce lentamente e si mette in piedi anche lui, accanto alla nonna.
Lascio che Michael vada in camera a prendere la macchina fotografica, mi raggiungerà all'entrata, dove io mi fermo con Calum.-Allora, dimmi tutto- si siede su una poltrona addossata al muro, facendomi cenno di accomodarmi accanto a lui, sul divanetto. Prendo posto alla sua sinistra, cercando di non essere troppo vicina, ma sento il calore della sua gamba contro la mia, anche se si sfiorano soltanto.
-Per cosa ti sei scusato?- butto fuori in un solo fiato. Più ci penso meno sono convinta di voler parlare veramente.
Calum non si muove, mi guarda e i suoi occhi scuri mi lasciano paralizzata, incantata. Sento come se mi girasse la testa, lo stomaco, tutto. Sto respirando? Spero di sì. È come se non avessi controllo su quello che sto facendo, spero che non si noti troppo il mio nervosismo. Avrò le guance rosse?
-Per come ti ho trattato ieri, mi sembra evidente.- il tono è piatto, calmo, ma non freddo come pensavo, c'è una nota di incertezza nella sua voce.
-Solo ieri?-
Si morde il labbro, guardando per terra per mezzo secondo, poi torna sul mio viso.-Sai la canzone che mi hanno chiesto di cantare?-
Odio il fatto che abbia cambiato argomento, ma gli lascio il beneficio del dubbio, magari non è completamente discordante. Annuisco senza dire niente.
-Era per te. Pensavo a te, mentre cantavo.-Forse il mio cuore si è fermato. O forse è ripartito troppo velocemente ed è uscito dal petto. Chiudo gli occhi e provo a parlare, ma l'unica cosa che mi esce è un verso impercettibile. Guardo di nuovo Calum, dopo aver inspirato un po' di ossigeno, e lui è fermo nella stessa posizione. O forse è ancora più vicino.
Sempre più vicino.HELLOOOOO
Sono emozionata perché fra poco finirà questa storia e ne ho già un'altra pronta a partire 🤭Ora torno velocemente a studiare perché sono super indietro, ma il prossimo capitolo è già a buon punto e mi sembra un miracolo (probabilmente lo è davvero)
Smack e a presto✨
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Verona || Calum Hood
Fanfic"Siamo nella città dell'amore! Come fai ad essere così triste?" "Non credo nell'amore." "La prendo come una sfida." Dove una ragazza decide di accompagnare una signora anziana e suo nipote alla ricerca del suo vecchio amore. [Ispirato a "Letters to...