ottavo

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La stanza è bellissima, ma c'era da aspettarselo. È più grande di quanto immaginassi, tanto che i letti sono così distanziati l'uno all'altro che in mezzo potrebbe passarci un'auto. Anche se c'è qualcosa che non quadra.

-Sono solo due letti.- constata Michael, facendo cadere la sua valigia a terra con un tonfo sordo.

-Almeno sono entrambi matrimoniali.- Calum scrolla le spalle, lanciandosi sul letto più vicino.

-Se tu prendi quello, io andrei nell'altro.- Michael fa per avvicinarsi al letto più vicino alla finestra, ma lo blocco, mettendomi davanti a lui.

-Che ne dite se, invece, io dormissi in un letto e voi due nell'altro?- chiedo, mostrando un sorriso implorante. Insomma, più che per egoismo, è per pudore... Va bene, è un po' tanto per egoismo: vorrei un letto mio, ma comunque dormire con uno di loro due sarebbe strano.

-Solo perché sei una ragazza, non vuol dire che tu debba avere questi privilegi.- Michael incrocia le braccia al petto, sfidandomi a ribattere.

-Ma...-

-Forse Rebecca ha ragione...- Colombo prova a prendere le mie difese.

-No, ehi, io non dormo col tuo naso, non ci sarebbe abbastanza spazio.- gli risponde Michael. Ma Calum alza un sopracciglio, non capendo, così il biondino prova a spiegarsi meglio: -Cameo, hai il naso talmente grande che occuperebbe tutto il letto.-

-Primo: è Calum. Secondo: puoi essere serio, senza prendertela col mio naso? È ereditario, non è colpa mia...- istintivamente si porta la mano sul viso, come per coprirlo. -E terzo: vuoi dormire tu con lei? Saresti la scelta più ovvia, vi conoscete, almeno.-

-Cosa? No, sarebbe troppo strano! Prenditela tu!-

-Grazie, ragazzi, ma io sarei qui presente, vi sento...- Ma i due non sembrano sentirmi.

Il letto che puntava Michael è proprio davanti ad una grande finestra, che, scopro solo ora, dà su un balconcino. Mi volto verso gli altri due, ma stanno ancora discutendo, quindi esco a prendere un po' d'aria. È appena passato il tramonto, la luce ricopre ancora la vallata, ma il cielo inizia a diventare di un azzurro più scuro, mentre le nuvole perdono le sfumature arancioni e rosa mano a mano che i minuti passano.

Sento la porta della stanza aprirsi e Calum sospirare: -Abbiamo trovato il compromesso, ti cediamo il letto, in effetti sarebbe strano per tutti e due...-

-Grazie. Avrei anche dormito per terra, nel caso.-

-Oh, meglio così! Tutto risolto!-

Lo guardo, sconvolta, poi però scoppia a ridere. -Scherzavo, non lo avrei mai permesso, sono un gentiluomo.-

Sì, infatti gli ci è voluta mezz'ora per rendersene conto e lasciarmi un letto.

Per qualche minuto nessuno di noi parla, si sente solo l'acqua della doccia scrosciare in bagno e Michael cantare una canzone in falsetto.

Sul balcone alla nostra destra, si apre la porta ed esce Adele avvolta nella vestaglia color lavanda. Appena ci vede, chiede subito: -Non ha un interruttore per poterlo spegnere?- suppongo riferendosi al fotografo. Poi si accorge di qualcosa: -Scusate, non volevo interrompervi.-

Istintivamente, Calum ed io facciamo un passo indietro, borbottando cose come "No, guarda, stavamo solo parlando", "Non hai interrotto nulla", "Che bella serata eh", nonostante fossimo già abbastanza distanti prima.

Ma Adele non ci fa caso e, ridendo, rientra in camera.

-Va bene.- Calum si passa una mano dietro la nuca, imbarazzato. -Buonanotte.-

Verona || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora