decimo

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Arrivo nella stanza e butto tutto ciò che avevo in braccio sul mio letto, precipitando fuori sul balconcino, così magari evito anche Calum. Sento ancora l'acqua scorrere.

Prendo un respiro profondo e guardo le colline e i prati davanti a me, di un verde luminoso sotto il sole caldo della tarda mattinata. Volevo farmi una doccia per scrollarmi di dosso questa sensazione di fastidio, ma è ancora occupata, perciò mi metto a pensare, mentre guardo le nuvole che nel cielo disegnano strane immagini. Già da piccola non avevo molta fantasia, nel vedere dei disegni nelle nuvole, la maggior parte delle volte vedevo draghi, forse mi auto-convincevo di vederli, altre forme non le riconoscevo. Ora distinguo una tartaruga, che, in qualche modo, ad un drago ci somiglia, sempre di rettili parliamo. Pensavo di essere stupida, a non vedere altre cose o animali, ma alla fine credo che fosse perché non ci facevo troppo caso, alle nuvole, guardavo più l'insieme del cielo, non la singola nuvola. Mi piacevano i colori del tramonto o l'azzurro intenso del pomeriggio, le nuvole mi affascinavano ben poco, forse solo durante l'alba o la sera, quando il sole le tinge di altri colori.

-Stai cercando delle forme nelle nuvole?-

La voce di Calum dietro di me mi fa sobbalzare e smetto di guardare il cielo. Mi volto, per rispondergli e lo ritrovo con l'asciugamano legato in vita. Con solo l'asciugamano legato in vita. Spalanco gli occhi e inizio a sentire le guance andare a fuoco.

-No, stavo...- che stavo facendo già? Non mi viene in mente nulla.

Calum ridacchia, ma con un sorriso dolce. -Che ne dici, della decisione di Adele?- torna serio, mentre si appoggia al balcone con i gomiti, accanto a me.

-Secondo me ha fatto bene.- vedo Calum che inarca un sopracciglio, guardandomi con la coda dell'occhio. -Neanche io potrei lasciare perdere una missione del genere.-

Stavolta Calum ride più forte. -Missione, dici?-

Scrollo le spalle. -Non lascio le cose a metà. E Adele fa bene a seguire un po' di speranza.-

Calum si morde il labbro inferiore prima di parlare -Ho paura che troppa speranza possa distruggerla.- quasi sussurra, ma lo capisco benissimo e non so come rispondere. Per fortuna è lui a continuare -Tu invece, ti è mai capitato di inseguire qualcuno che amavi e fare pazzie?-

Questa volta rido io. -Assolutamente no.-

Il moro mi guarda dritta negli occhi adesso, curioso.

-Voglio dire, non mi innamoro, io.-

-Questo sì che è strano. E come mai?-

Stringo le labbra. Non voglio rispondere a questa domanda, ma in qualche modo so che lui non lascerebbe perdere tanto facilmente.

-Ma come "strano"? Amare qualcuno... non è mai stato il mio forte.-

-Beh ma che vuol dire? Avrai avuto qualche cotta o qualcuno che ti faceva la corte!-

Scuoto la testa. -Da piccola, ma non conta.-

-Come no? Da piccoli è il momento migliore per amare, è così bello e spontaneo.-

-Sì ma poi cresci e capisci che tutte quelle emozioni che provavi o credevi di provare non portano solo cose belle e che è difficile, talmente difficile che non riesci ad amare neanche te stessa.-

Ho alzato la voce, non so bene a che punto della conversazione, ma finisco per quasi urlare in faccia al povero Calum, che mi guarda con un'espressione che non so decifrare. È dispiaciuto? Sconvolto? Arrabbiato?

Sospiro e torno dentro, uscendo dalla camera e andando a cercare un buon posto dove posso stare da sola a guardare il cielo, che, adesso, è senza nuvole.

***

Durante la cena, Michael alterna i suoi sguardi a me e a Calum, che, seduti l'uno di fronte all'altra, neanche ci siamo salutati.

-Allora...-il biondo ossigenato tossisce, imbarazzato. -Adele, domani da dove vogliamo... partire?-

-Beh, Rebecca, tu che dici?-

Sollevo lo sguardo dal mio piatto e lo posò sulla nostra amica. -Ho stampato una mappa in cui sono segnati i puntini rossi, possiamo decidere anche per strada.-

Adele è entusiasta, lei e Michael iniziano a parlare, anche se il mio amico non sta prestando troppa attenzione a lei, piuttosto è preso dagli spaghetti al pomodoro che ha nel piatto. Calum, solo per qualche secondo, ha spostato la sua attenzione su di me, ma è bastato per farmi distogliere lo sguardo. Poi ci ripenso, non voglio che continuiamo a stare in una situazione di imbarazzo totale, anche solo guardandoci negli occhi, così riporto i miei sul ragazzo, aspettando che ricambi.
Ed ecco due occhi scuri che incontrano i miei, mentre affondo in quel mare di cioccolato, la discussione tra Adele e Michael inizia a farsi offuscata, un sottofondo ovattato.
Mostro un sorriso imbarazzato, un tentativo di fargli capire che non voglio che rimugini troppo sulla piccola discussione di prima. Calum annuisce lentamente, ricambiando il sorriso.
E sono più sollevata, il sorriso diventa più largo e non riesco più a contenerlo.

Il mattino dopo sono di nuovo seduta nei sedili posteriori dell'auto di Calum, vicino a Michael, che sta dormicchiando ancora. L'unico problema è che mentre dorme, sbava.

-Oh, Rebecca, guarda se da qualche parte ci sono dei fazzoletti e mettiglieli in bocca, così magari gli asciugano quella bava.- dice Adele, visibilmente schifata.

Ridacchio, ma scrollo lievemente il fotografo, per svegliarlo. Lui grugnisce, non si sveglia, ma almeno chiude la bocca.

-Se mi sporca i sedili, li lava lui- borbotta il moro davanti a me.

-Guardate! Si vede il lago!- Adele indica davanti a sé, così mi sporgo un po' in avanti, sbattendo la testa contro quella di Michael.

-Ahia- borbottiamo insieme, ma restiamoicon lo sguardo incollato alla striscia azzurro scuro che intravediamo.

-Il Lago di Garda?- chiede il fotografo, incantato.

-Precisamente.- sussurro io.

Ecco la nostra prossima tappa. Ci sono circa quattro Luca Emmingo nelle vicinanze del Lago, così abbiamo deciso di fermarci qui fino a domani.

-Il nostro primo puntino rosso è tanto lontano?- Calum mi lancia uno sguardo dallo specchietto in alto.

-Non molto, vi vanno ancora 20 minuti di macchina, prima di tornare in hotel?-

-Neanche da chiedere...- Michael sospira. -No.-

Lo guardo, aspettando che dica qualcosa come "scherzavo". Invece niente.

-Tanto lo facciamo comunque.- taglia corto Calum.

-Questo è bullismo.- il mio amico fa il broncio e finisce per guardare fuori dal finestrino.

Verona || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora