Capitolo 6

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Hermione

Hermione si fa forza, asciugandosi una lacrima dalla guancia mentre annulla il timer sulla sua bacchetta. Il suo dolore è un programma mattutino oggi: tempo necessario per pungolare i punti dolenti dietro lo sterno che fanno male per Harry, quel dolore per Fred e Remus e Tonks e Hagrid e tutti gli altri. Trascorso il tempo assegnato, ha altri piani per la sua giornata fuori dal suo solito viaggio nella foresta per il cibo.

Lei entra nella tenda.

"Avevi ragione." Non vuole sembrare così sbrigativa, ma offrire un ramoscello d'ulivo a Draco Malfoy non è facile da fare quando negli ultimi otto giorni non è stato altro che un bambino scontroso e recalcitrante.

La guarda dalla branda, muovendosi a malapena tranne che per l'inarcamento delle sopracciglia. La corda d'argento trema.

Hermione continua. "Abbiamo sei giorni prima di incontrare Ron e... chiunque altro sia rimasto."

"Pensi che verrò con te?"

Sembra quasi annoiato. Le sue dita tamburellano contro il suo ginocchio: mancino. La destra gli fa male male, ancora malamente guarito. La sta evitando.

Hermione emette un respiro, più uno sbuffo frustrato che un sospiro. Lascia che il lembo della tenda si chiuda dietro di lei. Questa non sarà la semplice conversazione che aveva sperato. "Be', non credo che tu voglia. Non voglio nemmeno che tu lo faccia. Ma quali altre scelte abbiamo?"

"Potrei andarmene. Non mi rinchiuderanno di nuovo".

"Non lo faranno".

Abbaia una breve risata e si allontana da lei, gli occhi fissi sul muro di tela della tenda accanto alla sua branda.

Hermione insiste: "Non lo faranno. Sei stato qui con me e noi..."

"Non osare dire loro niente di questo." Indica la corda d'argento che scivola dal suo petto, dal suo.

Sinceramente, non vuole davvero dire niente a nessuno.

"Perché no, Malfoy?" Hermione resiste all'impulso di strangolarlo. Emozioni a parte, c'è una logica da avere qui e lui è un idiota petulante al riguardo. "Qualunque cosa sia, spiega molto chiaramente il tuo cambio di schieramento."

"Non ho cambiato schieramento. Sono finito qui. Non ho scelta."

"E pensi che io ce l'abbia?"

"Stai ancora combattendo la tua guerra, vero?"

Hermione ride questa volta. "La mia guerra? Ci stavi combattendo anche tu."

"Stavo cercando di sopravvivere. Non voglio avere niente a che fare con questo."

"Beh, non tutti noi abbiamo il lusso di rinunciare."

"Chiaramente."

Hermione deve mettere la bacchetta di Bellatrix in tasca per non maledire l'idiota di fronte a lei. Non la sta ancora guardando, concentrando la sua blasé attenzione sul muro della tenda e battendosi la mano sul ginocchio come se non avesse una preoccupazione al mondo.

"Non hai idea di quanto sei ipocrita, vero? Ti comporti come se fossi una vittima in questo. Quanto deve essere difficile. Nessuna scelta in me? O una guerra? Bene, va' al diavolo, Malfoy. Nemmeno io ho avuto scelta. Ed è un po' peggio quando la guerra mi vuole morta. In particolare".

Alla fine le rivolge lo sguardo quando lei sprofonda nella sua stessa branda. "Oh boo hoo per te, Granger. Quindi pensi di avere peggio?"

Idealmente, se avesse avuto l'altra sua tenda, persa nei boschi quando i Ghermidori l'hanno afferrata, avrebbe avuto altri posti dove piantarsi oltre alla sua branda a solo un paio di metri da Malfoy. Ma così com'è, questa tenda di riserva è piccola; incantarla più grande richiede più energia e sforzo di quanto consenta la bacchetta di Bellatrix.

A Season For Setting Fires - mightbewriting - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora