Capitolo 17

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Draco

Non ne parlano.

Non lo considerano nemmeno.

Draco non sa come tirarlo fuori ed Hermione sembra contenta di tenersi in possesso di uno dei libri più preziosi della sua famiglia senza una parola a riguardo.

La mattina dopo, seppelliscono Parvati da qualche parte nei boschi. Draco non sa dove; non si unisce a loro. Dubita che qualcuno apprezzerebbe la sua presenza, e di certo nessuno trarrà conforto dall'averlo intorno. Si attarda vicino alla tenda dopo averla imballata, pericolosamente vicino alla partecipazione volontaria mentre tutti gli altri sono in lutto. Quando gli vengono date le due opzioni, preferisce rimpicciolire una tenda e stipare tutto nella minuscola mostruosità di una borsa impossibile di Hermione piuttosto che partecipare a qualsiasi altro lutto.

Non conosceva Parvati, non abbastanza bene da giustificare la sua commozione per la sua morte. Non più di quanto sia stato commosso da tutta l'altra morte che gli si aggrappa come un fetore che non riesce a cancellare del tutto. Quindi con questo ne rimane fuori.

Quando tornano dal bosco, gli occhi di Hermione sono iniettati di sangue, il naso rosso e colante. Passa più tempo a guardare per terra che gli altri; il suo respiro è così stranamente costante che Draco lo vede per l'esercizio che è.

Quasi dice qualcosa - cosa, non ne è sicuro - ma lei lo prende da parte e gli dice che manderanno un Patronus ai suoi genitori e ogni altro pensiero nel suo cranio svanisce, sfrigolando nel sole di tarda primavera. Lo coglie completamente alla sprovvista, letteralmente barcollando per la sorpresa. Non sa quando hanno deciso, cosa ha fatto pendere la bilancia, ma il sollievo lo interrompe alle ginocchia, quasi facendolo cadere.

Pazientemente, Draco attende vicino a Hermione, osservando gli altri smaterializzarsi, pieni di lacrime ed esausti anche se la giornata è appena iniziata. La paura del rischio, gli dice Hermione, li fa mandare avanti gli altri. Meno persone sono in giro quando manda il Patronus, meglio è.

È come se si aspettassero che l'invio di un Patronus ai suoi genitori evocherà istantaneamente un'orda di Mangiamorte. È ridicolo. Paranoico. E anche allora, fa fatica, vagando attraverso quel confine tra lui stesso improbabile e impossibile. Un tabù sul nome del Signore Oscuro è una cosa, ma la paranoia su altri modi ridicoli per evocarlo è un'altra.

Padma se ne va prima con un George instabile che si aggrappa al suo braccio. È chiaro che non sopporta di restare lì ancora per un momento, andando via anche prima che Hermione abbia finito di spiegare il loro piano.

Paciock e Finch-Fletchley vanno dopo, la materializzazione che crepita da oltre le barriere dello stadio.

Weasley resta nel campo con Draco ed Hermione.

"Puoi andare ora, Donnola." Draco mira a un'impressionante condiscendenza.

"Non vado da nessuna parte senza Hermione."

Lei si gira verso Draco, roteando gli occhi mentre ignora le deboli spine che fluttuano tra di loro.

"Cosa vuoi che dica loro?" chiede.

Draco sbatte le palpebre. "Io...non posso..."

"Draco..."

Il suo sangue canta. Intere melodie fluttuando nel suo flusso sanguigno che era stato stonato, armonizzandosi improvvisamente.

Non sapeva che il suo nome poteva farlo.

Aveva smesso di parlare e per un momento lui si chiede se il suo nome abbia avuto lo stesso effetto su di lei. In una parte profonda, non così isolata della sua coscienza, vuole che il suo nome significhi qualcosa per lei. Per farle qualcosa quando lo dice. È un pensiero avido, desideroso, egoistico. E non ha il diritto di pensarlo.

A Season For Setting Fires - mightbewriting - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora