TW: Sangue/Violenza
Hermione
Hermione percepisce il crepitio di un'apparizione inaspettata prima di sentirla. La sua testa sussulta; Anche quella di Ron lo fa.
Il suo primo istinto è il panico. Sono già tornati? Qualcosa è andato storto? Qualcosa deve essere andato storto, perché il suo petto sembra diviso in due. Stabilisce un breve contatto visivo con Ron, il viso contratto per la preoccupazione, prima di voltarsi e tornare di corsa al corridoio, attraverso di esso, e al bordo dei loro scudi di apparizione fuori dallo stadio.
Quando si ferma, sbandando sul fogliame e sproporzionatamente senza fiato rispetto ai pochi secondi di sprint che ha fatto, Hermione non trova niente e nessuno che aspetta lì. Cerca, frustando la testa da sinistra a destra; lei sa che non se lo immaginava. Ha sentito l'apparizione. Lei sa che l'ha fatto.
Si stringe il petto, guarda in basso e, in un battito di ciglia inorridita, si rende conto che la corda d'argento è svanita.
Ron si ferma accanto a lei e lei non desidera altro che la sua presenza familiare per offrirle conforto. Non è così. Nessuna quantità di disperazione, a quanto pare, può restituire ciò che una volta era stato un facile, semplice sollievo con lui. Ron è il suo migliore amico. Una volta, quasi qualcosa di più. Ora, anche la sua mano sulla sua spalla e lo sguardo interrogativo che le rivolge le fa sentire un po' come la nausea alla bocca del suo stomaco.
Ci si appoggia. Non vuole perdere questo. Non per qualche stupida corda e una magia inspiegabile.
Ma la domanda cade da lei indipendentemente da dove vuole che la sua attenzione atterri. "Dov'è Malfoy?"
"Che cosa?"
"Malfoy". Si guarda di nuovo il petto. La corda è andata. Lei lotta per l'aria. "Malfoy?" Lei grida il suo nome, tornando in campo. Grida ancora, questa volta nei boschi circostanti.
Ron deve capire il suo significato, sfrecciando di nuovo nello stadio e urlando per Malfoy prima di tornare di nuovo. I suoi lineamenti gentili - lentiggini, occhi azzurri, propensione al sorriso - si sono contorti per la paura.
"Aveva la sua bacchetta", dice.
"Mi avevi detto che ci si poteva fidare di questo."
Hermione combatte l'impulso di sprofondare nella terra. "È andato."
"Cazzo."
"Lui...ha detto che non l'avrebbe fatto. Non poteva". Hermione si rende conto che in realtà non gli ha creduto fino a quel momento. Fino a quando non ha dimostrato che si sbagliava. Il suo diaframma si blocca, costringendo a uscire un singhiozzo strozzato trasformato in singhiozzo.
"Dobbiamo andare."
La sua mano è ancora battuta sullo sterno quando Hermione alza lo sguardo su Ron. "Cosa no. Non possiamo." Le tremano le mani, anche la voce. L'orrore le devasta i nervi.
"Dobbiamo andarcene, Hermione. Malfoy potrebbe dire a Tu Sai Chi dove trovarci in questo momento."
Ron ha senso. Lei gli crede. Mentalmente, logicamente. Lei sa che ha ragione. Ma qualcosa di indefinibile nel suo petto non è d'accordo, dice che Malfoy non lo farebbe. Non può giustificare quella sensazione. Non ci sono prove per questo, non al di fuori della loro convivenza forzata e della strana magia che li collega che non riesce letteralmente a spiegare a Ron.
Se se ne vanno e Malfoy torna, potrebbero non essere più in grado di ritrovarsi.
Il pensiero la devasta. Non per quello che significa alla lettera, ma perché ci aveva pensato prima di considerare George e Neville, Justin, Padma e Parvati. I suoi amici. Conoscono i piani di riserva. Ma anche Malfoy.
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A Season For Setting Fires - mightbewriting - TRADUZIONE ITALIANA
FanfictionLa tortura profuma di primavera. Come narcisi e tulipani e bucaneve. Come i mazzi di fiori portati all'interno dai giardini del maniero per dare la vita ai freddi muri di pietra che ospitano i criminali. La Pasqua mista a follia ha senso in questo p...