Draco
Sembra che lo ucciderà.
È un sollievo.
Era peggio di quanto avesse pensato che sarebbe stato, il dolore di essere via. Più che un dolore, un artiglio nel petto. Lo spinge in un minuscolo ufficio amministrativo, quello che lui aveva silenziato, e chiude la porta alle sue spalle con un tocco minacciosamente morbido. Forse non vuole che gli altri sappiano dove sono, o che sembri un momento di omicidio.
Estrae la sua bacchetta e la possibilità che pianifichi di maledirlo sale alle stelle. Draco tira anche la sua, principalmente un riflesso, pensa. Non che importi; lei lo disarma all'istante. I suoi muscoli pigri ed esausti non riescono a reagire abbastanza velocemente. Anche lei deve essere lenta perché manca la presa e la sua bacchetta sbatte contro il muro, rotolando da qualche parte sotto la scrivania.
Non riesce a vedere molto perché l'unica luce nello spazio angusto viene dal cordone dorato. Non pensa a cosa farà dopo, si limita a fare un balzo e le strappa la bacchetta dalla mano. Lei cerca qualcosa come una rappresaglia, ma lui alza la sua bacchetta sopra la sua testa con una mano mentre la spinge via con l'altra. Nella stessa mano, tiene goffamente un libro contro il suo petto.
"No, Granger. Smettila, vuoi?" Getta la sua bacchetta da qualche parte sul pavimento accanto a loro quando lei inizia a saltellare: un incrocio tra rabbia incredibile e ridicolo assoluto.
Il libro che ha in mano è ancora premuto contro il suo sterno quando lei lo guarda.
"Cos'è quello?" lei chiede. "E dov'eri? "
Nel debole bagliore dorato, la sua rabbia assume una strana sfumatura, più vicina alla preoccupazione, più vicina al sollievo. Lui preme il libro più forte contro di lei, insistendo che lo prenda. "È una prova".
Guarda in basso, ancora senza raggiungere la piccola cosa antica. Il fatto che non lo capisca gli fa venire voglia di urlare. Non ha la pazienza per la sua ostinazione. Non dopo la giornata che ha appena trascorso.
Deve finalmente vedere il titolo sul dorso perché la sua bocca si apre, poi emette uno sbuffo d'aria delusa.
"Ho già Le fiabe di Beda il Bardo; Te l'ho detto.»
"E te l'ho detto, non hai questo. Non così vecchio. Non con una storia su questo." Indica la corda d'oro che si estende tra di loro.
La sua testa gira. "Quanto vecchio?"
"Abbastanza vecchio da averlo preso da una custodia molto speciale e probabilmente dovrei stare più attento con questo."
Questo la fa sussultare: un piccolo suono terribile, eccezionale, fantastico che semina semi come piacere nei suoi pori.
Con quella che sembra molto riverenza, alza le mani verso il libro, boccheggiando di nuovo quando le sue dita sfiorano le sue. Draco morde il suo stesso suono soddisfatto. È umiliante, quanto profondamente si rende conto che vuole che lei gli creda, creda a questo. Dimentica di esserne felice o di abbracciarlo, basterebbe solo crederci.
C'è qualcosa di orribilmente tragico nell'essere soli in questo incubo.
Lascia andare il libro, lascia che lei lo esamini. Con la vicinanza, il cavo si sente soddisfatto. Lei non si allontana, e nemmeno lui. È difficile respirare. Il bagliore dorato diventa qualcosa di stucchevole, quasi tangibile nell'aria.
Granger si gira, quel tanto che basta per appoggiare il libro sullo schedario accanto a loro.
"Cosa stavi pensando?" La domanda le salta fuori. "Sono così furiosa con te." Draco non crede di immaginare la qualità tesa del suo tono.
STAI LEGGENDO
A Season For Setting Fires - mightbewriting - TRADUZIONE ITALIANA
FanfictionLa tortura profuma di primavera. Come narcisi e tulipani e bucaneve. Come i mazzi di fiori portati all'interno dai giardini del maniero per dare la vita ai freddi muri di pietra che ospitano i criminali. La Pasqua mista a follia ha senso in questo p...