Hermione
Il battito del cuore di Hermione ora vive sulla superficie della sua pelle: ronzante, formicolante, pompante. Ogni inspirazione le riscalda il petto. Le sue ossa si sciolgono.
E la testa di Draco Malfoy si è inclinata, si è appoggiata alla sua coscia mentre il suo stesso respiro affannoso si è riversato su parti di lei a cui non aveva quasi intenzione di lasciarlo avvicinare di nuovo.
Le sue membra sono rilassate e sembra che non riesca a raccogliere l'energia necessaria per muoverle, per preservare una modestia che non può più fingere di avere.
Fingere.
Era stato bello. Ci è caduta facilmente perché c'è qualcosa di così inebriante - più del liquore, pensa, anche se il liquore probabilmente ha fatto la sua parte - nel modo in cui ci si sente a non essere più così soli.
Qualunque cosa sia, lei e Draco sono coinvolti insieme, e quella solidarietà la attira come una sirena in mare.
Il suo incantesimo sulla finestra tremola poi svanisce, lasciando entrare l'alba con loro.
Deve svegliare Draco da qualunque trance gli abbia fatto tracciare delle rune contro l'interno della coscia con le sue dita appiccicose, che dovrebbero essere ripugnanti. Ne riconosce alcune: protezione, potere e altri che non riconoscerà.
Alza la testa, prende la bacchetta e fa svanire il pasticcio creato tra loro. La lascia fredda, quasi struggente.
Hermione lo osserva mentre si siede più alto e si tira su i pantaloni del pigiama. Sollevato sulle ginocchia, è ancora seduto tra le sue gambe. I suoi polpastrelli ritrovano le sue cosce. Scavano nella sua carne. Non ha intenzione di spostarsi, di appoggiarsi.
La sua presa si allenta. Sembra di essere su una sporgenza: una singola decisione, o una brezza forte, lontano da un salto. Non è sicura chi di loro abbia la forza di volontà per resistere al vento.
Poi si tuffa. Non riesce a vedere cosa stia cercando, ma quando le sue dita le sfiorano il polpaccio, chiedendole di alzare una gamba, lei lo capisce. Lascia che lui la manovri finché non solleva i fianchi in modo che possa far scivolare i suoi pantaloncini e le mutandine di nuovo su.
Pianta i palmi delle mani sui cuscini su entrambi i lati dei suoi fianchi, in bilico su di lei.
Hermione deglutisce, il battito è un oggetto estraneo che le provoca il caos nelle vene, e fa forse la domanda più importante che ha sulla corda.
Anche la più semplice.
"Ci credi davvero? La storia?"
Crede di sentire il punto in cui la corda si è ritirata nel suo petto ronzando in loro prossimità.
Alza un solo sopracciglio. Ma non è in un modo beffardo e crudele. È quasi rassegnato, proprio al limite del divertimento.
"Credo che i miei antenati avrebbero fatto qualcosa di selvaggiamente egoistico e poi avrebbero messo la museruola alla storia in modo che solo le persone intimamente coinvolte potessero parlarne? Qualcosa di speciale, arcaico e unico per la stimata linea Malfoy? Garantire corrispondenze ideali e continuità del lignaggio? Sì, Hermione. Credo a ogni fottuta parola."
Il suo divertimento svanisce, il viso si avvicina alla rassegnazione.
"So che non hai avuto scelta," continua, "nemmeno io. Ma...almeno avevo una preparazione. Ho dovuto guardare i miei genitori lavorare insieme, amarsi all'infinito, in modo nauseante. Attraverso guerre, attraverso decisioni terribili del cazzo. Anche quando hanno lottato. Quando è stato il peggio che sia mai stato. Era ancora..." Si ferma, guardando in basso.
STAI LEGGENDO
A Season For Setting Fires - mightbewriting - TRADUZIONE ITALIANA
FanfictionLa tortura profuma di primavera. Come narcisi e tulipani e bucaneve. Come i mazzi di fiori portati all'interno dai giardini del maniero per dare la vita ai freddi muri di pietra che ospitano i criminali. La Pasqua mista a follia ha senso in questo p...