Il buco nero

178 9 4
                                    

Inutile dire che quella arrivata di corsa in bagno non era una mummia insanguinata, come aveva pensato Robin, ma era il povero Sanji che aveva avuto una delle sue crisi di epistassi data dall'incontro bollente con Nami.

Inutile anche dire che Zoro lo fissò con gli occhi fuori dalle orbite, si incazzò non poco visto che il cuoco era piombato nel bel mezzo di quella situazione molto intima, che lo mandò al diavolo e che Robin calmò alla fine le acque.

Robin e Zoro quindi uscirono dal bagno ancora bagnaticci, constatarono che la temperatura esterna era stranamente fresca e si rintanarono in camera a scaldarsi e alla fine finì che fecero pure l'amore (ovviamente cercando di non far rumore perché avevano capito che quelle pareti non erano per nulla affidabili!). Infatti Nami, che in quel momento era in camera e stava cercando di eliminare delle piccole macchiette di sangue nel muro, li sentì perfettamente. Li sentì arrivare, sentì il verde lamentarsi del cuoco e la mora parlare della temperatura strana, li sentì scherzare e poi sentì il letto scricchiolare e poi capì tutto dal rumore del letto e dai mugugni sommessi. La rossa provò due emozioni contrastanti: la prima fu di divertimento (era felice che quei due se la intendessero così bene) e la seconda fu di rammarico (anche lei avrebbe voluto provare quell'esperienza con il cuoco). Però Nami riflettè anche su una cosa strofinando quella parete: lei e il biondo non erano mai stati così vicini dal farlo come quel giorno. Lei era davvero ancora molto stupita, il cuoco aveva fatto degli ottimi progressi in poco tempo e quella era la cosa più importante! Così, con un sorriso tra le labbra e un certo ritrovato ottimismo, fece un fagotto di tutto quello che si era sporcato e si avviò alla lavanderia cercando di evitare tutti i compagni di ciurma e le loro scomode domande. Così lasciò anche un po' di privacy ai due nella camera accanto.

Robin, dieci minuti dopo, si vestì silenziosamente, lasciò uno Zoro addormentato a bocca aperta sul grande letto, fece una smorfia divertita prima di chiudere pianissimo la porta del loro nido d'amore e andò a farsi un caffè in cucina (ne aveva proprio bisogno!). Sperò solo di non trovarsi davanti il cuoco per non rischiare di scoppiare a ridergli in faccia.

..


"Signor papà!.. Signor papà!!"

Mi giro, rinfodero la spada. Ah..eccolo di nuovo qua, non potrò mai finire questo allenamento!

Un piccolo e sorridente bambino dai capelli neri, corti e sparati in aria, corre verso di me. Io lo so che cosa vuole. Apro le braccia e lui mi salta addosso. Non gli importa nulla che io sia madido di sudore. Me lo stringo, profuma di lei.

"Papà! Cioè...Signor Padre! Hai finito?? Io voglio allenarmi con te! Quando mi insegnerai?! Dai, voglio diventare forte come te! Mi hai promesso che avrei avuto una spada! Dai! DAAAAIIII!!"

Scuoto la testa e lo guardo fisso negli occhi. Uno sguardo è bastato per fermare le sue urla isteriche.

"Hei, dov'è tua madre?"

Il piccolo abbassa gli occhi, fa pure un cenno di finto pianto.

"E' con quella là che urla sempre..io non la sopporto più.. voglio stare con te..." si lamenta, ma io so che sta ingigantendo il tutto.

"Tua sorella è piccola e tu devi avere pazienza" dico, riappoggiadolo a terra "Ora tornerai a casa, dritto spedito, e fra poco ti raggiungerò.. e se farai arrabbiare la mamma non potrò accontentare il tuo desiderio"

Il visetto di quel bellissimo ma furbetto bambino diventò tristissimo, ora sì che era vicino al pianto.

"Zoro! E' con te!..Ah, discolo ragazzino.."

L'isola degli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora