Mare d'arcobaleno

223 11 1
                                    

Nami si scostò dal tavolo con gli occhi fissi sempre a quello che ci doveva essere fuori, lasciò la stanza non dicendo altra parola.

Qualcuno protestò.

"Hei!! Dove vai, Nami! Toccava a me! Stai seduta qui e ..."

"Facciamo una breve pausa!" fece il capitano, zittendo il nasone e, come un ombra, seguì la rossa. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava dalla sua espressione, lui coglieva queste cose nei suoi compagni. Quella non era una scusa per scampare dal gioco.

Presto, tutti li seguirono fuori, in silenzio.

Lo spettacolo che si presentò davanti lasciò tutti a bocca aperta.

Il mare era rosso, un rosso rubino, spumeggiava lì sotto come una vasta distesa di sangue fresco, e la luce rosea che rifletteva si specchiava sui volti esterrefatti di ognuno dei presenti.

"E'.....é morto qualcuno.. o qualcosa?"

Fuoriuscì questo dalla bocca tremante del nasone, mentre i compagni si avvicinavano al parapetto per vedere meglio quella stranezza.

Era tutto così surreale, grottesco, macabro, da brividi. Solo una vasta, immensa, distesa d'acqua rossastra. Solo questo. E le isolette tutte uguali parevano sparite, in realtà se ne notava una, l'ultima a poppa, ormai era come se li salutasse da lontano, quasi come se stesse dando loro un ultimo saluto: "Arrivederci miei cari, e a mai più. Sì, perché non ci rivredremo, questo è sicuro". Era davvero tutto inquientante, nessuno aveva dubbi.

"Affascinante..." sussurrò la mora. Ok, qualcuno era come al solito controcorrente.

"Come diavolo ci siamo cascati qui dentro?" fece Zoro, che poi scattò sulla difensiva, aveva visto un familiare ribollire sulla superficie scarlatta.

"Oh, Ohhh!!! Sarà salata?!.. Magari è dolce!! Sembra buona! Io voglio assaggiarla!!" gridò entusiasta il capitano...e poi si tuffò.

Tutti esplosero con un "NO! RUFYY!!" ma era troppo tardi. Quel demente si era già inabissato fregandosene che quella poteva essere acqua pericolosa, avvelenata oppure solamente una stramba acqua marina, comunque deleteria per lui!

"Ma come ragiona quel deficiente?!" Si incazzò la rossa.

"L'hai detto! E' deficiente!" rispose il verde, guardando giù.

Rufy riapparve subito dopo, boccheggiando e annaspando.

"Goufh! Shalatahh!.."

"Fiuhh! E' vivo..!" sospirò sollevato Chopper.

"Vado a recuperare quella testa di gomma.." fece il cuoco togliendosi la camicia candida, non osava entrare in quell'acqua con il rischio di macchiare la sua preferita per sempre.

"Hei! Quella è la mia battuta!" gli urlò Zoro, ma il biondo si era già buttato. Così lo spadaccino tornò a fissare le onde e quelle strane bollicine che ogni tanto risalivano.

Sanji fece appena in tempo a recuperare il capitano e a portarlo a bordo che quelle bollicine aumentarono di numero e misura. Si sapeva che cosa significava.

Lo spadaccino sguainò le spade, Rufy sputò l'acqua e cercò di alzarsi in piedi, Sanji si strizzò i capelli scrutando attentamente la superficie, e tutti si guardarono attorno in tensione.

E così affiorarono. Ancora quei pescioni enormi dalle fauci spropositate e denti affilati come lame. Pian pianino quelle bestie riempirono la superficie. Parevano delle colline colorate in una distesa d'erba rossa. Alcuni erano più grossi di intere isole.

L'isola degli deiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora