28.

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"Sei silenzioso..."

Albus sollevò lo sguardo su James. I due erano seduti uno di fronte all'altro ad un tavolo di un fast-food, non troppo distante dagli uffici.

Il moro sospirò, giocherellando con la cannuccia dentro il bicchiere.

"Non so cosa dire..." Fu la risposta del giovane.

"Come no? Non ci vediamo da anni! Sapevo che non uscivi mai di casa e ora ti trovo addirittura a Liverpool e lavori per un... Cos'è il posto dove lavori?"

"Una casa editrice"

"Ah, giusto! Ti trovo a lavorare qui. Quindi? Come hai convinto mamma e papà a lasciarti andare?" Chiese il maggiore.

Albus alzò le spalle.

"Non gliel'ho detto. Ho preso e sono partito. Fine. Loro non mi hanno mai cercato..." Disse Albus mentre James sbuffava.

"Sono passati anni ma vedo che non sono cambiati per niente..." Disse il maggiore prima di portarsi alla bocca una patatina.

"Sono anche peggiorati. Per non parlare di Lily. Sai che si sposa?" Disse Albus alzando gli occhi al cielo.

"Cosa? Lily si sposa? E chi è il disgraziato? Bisogna fermarlo! Non sa di cosa è capace!" Disse James sorridendo e allungando una mano verso la guancia di Albus, accarezzando con il pollice una cicatrice sottilissima, quasi invisibile, sullo zigomo.

Lily Luna un giorno, durante un litigio con Albus, presa da un raptus perché il fratello le aveva negato una cosa, aveva afferrato delle forbici e lo aveva colpito sul volto.

Per poco non aveva rischiato di perdere un occhio. I loro genitori però non lo avevano aiutato o capito. Da quando era entrato in calore a undici anni, Albus era trattato come un essere inferiore da tutti e il ragazzino sin da piccolo aveva avuto grandi problemi di autostima.

"Non lo so e sinceramente non mi interessa. A me di lei non importa nulla..." Disse Albus.

"Ma si, hai ragione, problemi suoi" fu la risposta del fratello maggiore che gli sorrise. "Potevi sempre venire da me, sai che a Teddy non importa nulla. Saresti stato molto meglio"

Albus annuì.

"Non volevo darvi fastidio come è stato per Hugo e Thorfinn..."

James lo guardò confuso.

"Che è successo? Hai litigato con loro?"

Albus si strinse nelle braccia.

"Litigato non proprio, abbiamo avuto delle incomprensioni. Pensavo mi potessero ospitare ma quando sono tornato a casa li ho sorpresi nel bel mezzo del calore e dopo mi hanno detto che era meglio se io fossi andato a vivere da un'altra parte..."

"Ah sì? E dove vivi adesso?" Chiese incuriosito James con un sorriso.

"Vicino al centro... Ho un appartamento, ma lo divido... Non vivo proprio da solo" disse il moro.

"Ah ho capito... E non c'è nessun amore all'orizzonte?" Chiese il fratello guardandolo.

Albus arrossì.

"Sono cotto del mio coinquilino, ma lui è tipo fidanzato e... Etero. Mi ha rifiutato qualche settimana fa quando sono andato in calore... Lui è un Alpha"

James sbarrò gli occhi.

"Hai passato il calore in compagnia di un Alpha che ti ha rifiutato?" Chiese James scioccato.

"Già. Sono proprio sfigato! E Hugo e Thorfinn che mi hanno garantito che mi sarebbe saltato addosso!" Disse Albus triste. "Non troverò mai nessuno"

"Sono sicuro che arriverà anche per te l'amore! Non devi abbatterti!"

"Disse colui che è fidanzato da quando ha quindici anni!" Sbuffò Albus.

"Non è una gara... Vedrai che arriverà anche per te l'amore e sarà bellissimo!"

Albus lo guardò un po' scettico.

"Non mi hai ancora detto per quanto ti fermerai qui..." Disse Albus per cambiare argomento.

"Tutta la settimana! Sono qui per imparare delle tecniche nuove per la caffetteria. E poi magari mi faccio prendere dall'ispirazione per ampliare il locale"

"Addirittura? Sono felice per te!" Disse Albus con un ampio sorriso, poi sbuffò guardando l'orologio. "Si sta facendo tardi! Devo essere in ufficio tra poco"

"Dai andiamo allora" disse James alzandosi dal tavolo e prendendo i vassoi vuoi prima di svuotarli nel cestino della spazzatura.

Quando raggiunsero gli uffici Albus alzò la testa verso le finestre dell'ufficio di Scorpius che si affacciavano proprio sull'ingresso e il parcheggio.

Si scambiò un abbraccio con il fratello maggiore, promettendosi di sentirsi e vedersi quella sera a cena.

Albus raggiunse la sua scrivania ma si bloccò quando vide Scorpius seduto alla sua poltrona.

"Che ci fai qui?" Chiese il moro.

"È la mia casa editrice, sono il capo, se non fossi qui dove dovrei essere?" Chiese il biondo sollevando un sopracciglio chiaro.

Era arrabbiato, bene. Sarebbe stato un pomeriggio molto lungo.

"Di solito vai fuori a mangiare..." Disse Albus guardandolo mentre il telefono squillava.

Scorpius strinse la mascella mentre si alzava.

"Mi servono poi i resoconti del mese scorso, comprese le spese. Devo chiamare il commercialista"

"Ok, il tempo di accendere il PC e te li mando" disse Albus mentre sollevava la cornetta del telefono.

Rispose, guardando Scorpius che era rimasto imbambolato a fissarlo in silenzio.

"Vuoi qualcos'altro?" Chiese Albus coprendo la cornetta con la mano.

Scorpius si risvegliò dai suoi pensieri cupi. Con la scusa di prendere dei fogli, si sporse verso Albus e inspirò il suo profumo, poi si forzò di allontanarsi e si chiuse la porta alle spalle.

Si portò una mano al viso, mentre le immagini di Albus stretto in un abbraccio con un altro ragazzo lo innervosiva.

Lui lo aveva rifiutato, Albus aveva tutte le ragioni per uscire con un altro ragazzo. Magari era un Alpha più intelligente di lui che lo avrebbe marchiato subito.

Scorpius sentì il cellulare vibrare nella tasca e si voltò verso Albus che stava ancora parlando al telefono.

Sbloccò lo schermo e lesse il messaggio di Lily Luna:

"Amore settimana prossima vengo da te a Liverpool! Mi sei mancato da morire. Non vedo l'ora di stare finalmente da sola con te!!❤️"


NOTE: e siamo già a 28 capitoli e più di 32.000 parole!! 😱 Quando ho scritto così tanto??? E non siamo nemmeno a metà! ❤️ Mi raccomando non chiudete la storia senza aver prima stellinato e/o commentato! A presto, Galaxy ✨

~Scorbus/Drarry~ Il ragazzo di mia sorellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora