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Albus venne svegliato dal suo sonno tormentato dal vibrare del cellulare sul comodino.

Provò ad ignorarlo per i primi minuti, ma quando tornarono a vibrare per la terza volta, sollevò una mano per afferrare il cellulare e portarselo all'orecchio.

"Pronto?" Disse, senza preoccuparsi se dall'altra parte avessero sentito la sua voce ancora assonnata.

Aveva passato l'ultima settimana malissimo, il suo calore era stato tremendo, aveva creduto di morire ad un certo punto.

Qualche giorno prima di entrare in calore aveva sentito un odore buono, che lo aveva attirato verso la porta.

Si stava masturbando sul letto quando all'improvviso si era reso conto che la sua porta era aperta. Spaventato, era corso a chiuderla e un odore di miele e dolci lo aveva travolto, facendolo gemere.

Non sapeva da dove provenisse, ma aveva indugiato su quel profumo per tutto il calore, desiderando di sentirlo addosso, di venirne avvolto mentre spingeva il dildo nel suo corpo con forza disumana.

Purtroppo i vari orgasmi non lo avevano preservato dal dolore bruciante del fuoco del calore. Più i giorni passavano e peggio diventavano. Il terzo giorno aveva addirittura temuto di morire. Si sentiva avvolto dalle fiamme, il suo corpo e la sua mente erano infuocate e nemmeno i suoi giocattoli lo avevano placato.

Sentiva il letto bagnato, ansimava e supplicava, la sua apertura che perdeva umori e il suo corpo che bruciava e pulsava. Desiderava che tutto quel dolore finisse.

Poi era davvero tutto finito, di sabato. Il sabato pomeriggio si era risvegliato e a parte un forte mal di testa, il fuoco che lo aveva avvolto era sparito e anche la sua mente sembrava meno annebbiata ma più vigile.

La domenica addirittura era rimasto in camera a vedersi una serie TV su Netflix. I suoi genitori e sua sorella non erano mai saliti, nemmeno per portargli da mangiare.

Albus era sceso in cucina di notte, mentre tutti dormivano. Aveva mangiato in silenzio e poi era tornato in camera, addormentandosi quasi subito, non appena toccato il cuscino.

"Buongiorno, sono Scorpius Malfoy, della Malfoy Publishing, ho visionato il suo curriculum e corrisponde le nostre richieste. Ha fatto domanda per fare da segretario, giusto?"

Albus si mise a sedere.

"Si. Accetto!" Disse il moro.

Dall'altra parte non parlarono e Albus strinse gli occhi.

"Non sono idoneo?" Chiese con voce triste.

"Lei è idoneo. L'ho chiamata perché è assunto, deve raggiungerci a Liverpool, nella nuova sede..."

"Ottimo. Il tempo di fare il biglietto per il treno. A che ora possiamo incontrarci?"

"Non vuole riflettere? Vedo che non vive a Liverpool ma a Londra..."

"No! Accetto e vengo subito!" Albus strinse gli occhi, imbarazzato. "Nel senso, accetto e prendo un treno. A che ora posso passare?"

"Riesce nel pomeriggio? Per le sedici?"

"Volentieri! E grazie!" Disse chiudendo la comunicazione, poi scese dal letto e si arrampicò sulla sedia della scrivania per afferrare la valigia sipra l'armadio.

Dopo averla presa, la posò sul letto e l'aprì, emozionato.

Finalmente se ne sarebbe andato per sempre da quella casa!

A Liverpool viveva già Hugo, magari sarebbe andato a vivere da lui qualche giorno prima di trovare una sistemazione. Poi si rese conto che non aveva chiesto dove si sarebbe dovuto presentare.

~Scorbus/Drarry~ Il ragazzo di mia sorellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora