29.

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Albus rientrò a casa in compagnia di Scorpius che lo occhieggiava da tempo.

"Cosa vuoi per cena?" Chiese il biondo mentre si sfilava il giubbotto di jeans di dosso.

"Non ceno a casa, esco stasera" disse Albus rapido raggiungendo il bagno.

"Esci? Davvero? Con chi?"

Albus si voltò.

"È così importante?" Chiese.

"Esci con un ragazzo?" Chiese il biondo incrociando le braccia davanti al petto.

Albus strabuzzò gli occhi.

"Ma sei per caso mio padre che mi fai tutte queste domande? Sono fatti miei con chi esco. Non ti devo nulla, mi pare, no?" Disse Albus prima di entrare in bagno e sbattergli la porta in faccia.

Il biondo rimase impalato davanti alla porta, il cuore che batteva furioso nel petto, non sapendo più cosa dire o cosa fare.

Lo aveva rifiutato, aveva avuto la sua occasione che aveva sprecato. Albus gliel'aveva servita su un piatto d'argento, ma Scorpius era troppo fedele per approfittarne. Ora però, si mangiava le mani al sol pensiero.

Per non parlare del fatto che Lily sarebbe andata a Liverpool a trovarlo. Come poteva evitare che i due si incontrassero? E poi c'era il problema di quel ragazzo. Chi era? Da dove veniva? Perché Albus non gliene aveva mai parlato?

Il sol pensiero di saperli da soli abbracciati o, peggio, a baciarsi, gli procurava la nausea.

Albus, dall'altra parte della porta non era affatto messo meglio dell'Alpha. Era rimasto paralizzato contro la parete, una mano sul petto che si alzava e abbassava velocemente, il cuore che quasi rischiava di scoppiargli nel petto.

Che cosa era stato... quello? si chiese il moro scioccato.

Da quando Scorpius gli faceva tutte quelle domande su dove passasse il tempo?

Non gli aveva ancora detto che avrebbe presto cambiato appartamento, ormai mancavano due settimane al suo nuovo calore. Ma quella volta si era fatto più furbo. Oltre al fatto che avrebbe passato il calore nel suo nuovo appartamento, aveva cominciato ad usare gli anticoncezionali, ovvero un cerotto che si applicava sulla pelle e restava li sempre. Lo aveva da una settimana ormai e Albus si trovava molto bene.

Si allontanò dalla porta e raggiunse il lavandino, prese dentifricio e spazzolino mentre riceveva un messaggio da parte di James che lo fece sorridere.

"Ho appena terminato le otto ore più noiose e lunghe della mia vita, dimmi che mi porterai a cena in un posto pieno di cibo! Ho proprio voglia di sfondarmi!"

"Sushi ti va bene?" rispose Albus infilandosi il cellulare in tasca mentre si lavava i denti.

Quando uscì dal bagno, lavato e profumato, sussultò vedendo Scorpius in piedi dall'altra parte del corridoio che lo fissava con le braccia incrociate davanti al petto.

"Si può sapere che diavolo vuoi?"

"Non fare tardi che domani lavori..." disse Scorpius, serio.

Albus alzò gli occhi al cielo.

"Mamma mia che pesante che sei! Torno all'ora che mi pare, menomale che ancora pochi giorni, poi da lunedi non potrai più controllarmi!"

Scorpius sobbalzò.

"Perché? Che fai lunedi?" chiese a disagio.

"Ho trovato un appartamento, mi trasferisco lunedi..." furono le ultime parole che Albus disse al biondo prima di uscire di casa, chiudendosi la porta alle spalle.

James era in piedi poco distante dal palazzo nel quale Albus viveva, non appena vide il fratello minore gli si avvicinò, sorridendogli, poi si sporse verso la guancia del moro per lasciargli un bacio. Albus avvampò e si strinse nelle spalle.

Possibile che si fosse perso così tanto lontano da James? Si era chiesto il moro mentre ascoltava il fratello parlare di una nuova macchina del caffè rivoluzionaria, mentre si dirigevano verso il ristorante giapponese.

"Tu invece con il tuo capo come va?" chiese il ragazzo quando furono seduti ad un tavolo da due dentro il ristorante.

"Lasciamo perdere, sempre peggio, oggi mi ha fatto il terzo grado, chiedendomi dove uscissi e soprattutto con chi uscissi!" sbuffò il moro mentre il cameriere arrivava con un grosso vassoio, portando le ordinazioni che riempirono completamente il tavolo.

"Ottimo, significa che è geloso!" disse con un sorriso James.

"Cosa? Ma va! Sembrava un padre, altro che geloso. Non lo è mai stato... e mai lo sarà..."

"Cosa? Ma va! Sembrava un padre, altro che geloso. Non lo è mai stato... e mai lo sarà..."

"E' geloso, marcio pure, te lo confermo io. Non hai idea delle sceneggiate che mi faceva Teddy quando mi vedeva parlare con degli amici. Poi.. con gli anni ho scoperto a mia volta la gelosia, facendogli una sceneggiata dopo che l'ho sorpreso chino su una natica di un bel ragazzo. Sai cosa gli stava tatuando? Un pinguino!"

Albus ridacchiò.

"Io non so, mi dice di essere fidanzato ed etero, ma io questa fantomatica ragazza non l'ho mai vista, nemmeno le foto ho visto, non ne tiene mezza a casa. Non so cosa lo blocchi, forse sono io che sono brutto e non gli piaccio..." fu la risposta di Albus.

"Gli piaci, non l'ho ancora conosciuto ma se mi permetti di accompagnarti al lavoro un giorno ti pianto una scenetta che se non ti bacia sul momento mai più!"

"Ah quindi vuoi vedermi infelice per sempre!" ribattè Albus scioccato.

"No, vedrai che vederti con me lo farà impazzire... Fidati di me. Sono solo felice che Teddy non ci sia e che tu sei mio fratello, altrimenti non ci tornavo più a casa!"

"Aiuto, ora mi spaventi!" disse Albus prima di riprendere a mangiare.

🐺

Albus rientrò a casa che erano da poco passate le undici e mezza. Chiuse la porta di ingresso alle spalle, la casa era buia e silenziosa.

Fece dei passi in avanti per raggiungere il corridoio quando lanciò un urlo. Seduto in silenzio sul divano c'era Scorpius. Non appena il moro passò davanti a lui il biondo si alzò e lo fronteggiò, facendolo arretrare di alcuni passi.

"Allora? Chi è lui? Cos'ha di così interessante? Ti sei già fatto marchiare? E' questo che vuoi? Vuoi punirmi per esserci andato cauto? Perché ho preferito rispettarti? Pensaci: se ti avessi preso contro il tuo consenso oggi mi avresti accusato di averti fatto del male, di essere uno stronzo. Invece ti ho sempre rispettato, questo non vale? Poi questa storia dell'appartamento. Perché? GIà vivi qui, puoi stare in mansarda, passare il tuo calore li. Oppure..." Scorpius si bloccò. 

"Oppure?" chiese Albus, il cuore in gola. 

"Oppure niente,  non so cosa mi sia preso, penserai che sono pazzo. Hai tutto il diritto di vederti con chi vuoi..."

Albus scrollò la testa. 

"Sei veramente ottuso!" disse digrignando i denti, poi con passi pesanti si diresse in bagno. 

"Perché? Che ho fatto adesso?!" chiese Scorpius confuso. 

"Proprio non lo capisci..." furono le ultime parole che Albus rivolse a Scorpius, prima di chiudersi in bagno. 

Scorpius fissò la porta chiusa e dopo qualche secondo si chiuse in camera da letto, raggiunse il letto e prese a pugni i cuscini, mentre calde lacrime gli rigavano le guance. 



Note: Mi raccomando non chiudete la storia senza aver prima stellinato e/o commentato. A presto, Galaxy ✨

~Scorbus/Drarry~ Il ragazzo di mia sorellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora