4. Lucidità

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Come regalo per la maturità, Zizou fu mollato da Martina. Così, all'improvviso, senza una ragione valida. Gli altri erano ben speranti, ancora fiduciosi nel genere umano, volevano spiegarsela asserendo che il sardo avesse combinato qualcosa di mai dichiarato per far sparire la fidanzata da un momento all'altro. Ma no, pensò per primo il Topo, Zizou era quel tipo di scoppiato che proprio perché troppo docile veniva piantato, avallando la teoria di Begbie secondo cui le donne avessero bisogno di brividi più intensi degli uomini per sopportarne la puzzolente presenza sul pianeta.

A tal proposito, il socio di Luca non fu chiamato in causa quando Zizou chiese compagnia per non stare a casa a pensare troppo alla stronza. Quel cane di Begbie era riuscito a uscire col voto più alto della classe nonostante l'impegno non pervenuto, che invece per Zizou fu duraturo, costante e faticoso da mantenere per strappare un deprimente settantaquattro. E dacché gli avrebbe sicuramente messo le mani addosso per invidia, fu soltanto Luca a occuparsi di sostenere il sardo, mentre Naskavic già aveva iniziato a lavorare e Topo era partito alla volta di Ibiza per conseguire un "master in chimica" anzitempo.

Alla prima nottata in bianco, Luca voleva spararsi: Zizou parlò ininterrottamente, di tutto meno che del problema centrale, da quando fu caricato in macchina sino al sorgere del sole. Dopo le tre del mattino, tra l'altro, l'unica birra rimediabile Luca l'avrebbe dovuta comprare in una discoteca, a prezzo triplicato, e allora l'astinenza abbassò i limiti della tolleranza. Però per gli amici avrebbe fatto questo e altro, tranne quando aveva per le mani l'ultima infinocchiata con la quale usare i sedili posteriori come letto dei piaceri.

Due settimane, per due settimane Luca non dormì cosicché Zizou ripartisse in serenità, anche perché si sentiva disturbato a immaginare una testa di legno come il sardo a piagnucolare nella notte dietro a una grassona antipatica. No no, la scena non era plausibile, Zizou voleva soltanto impegnare il tempo rimasto libero senza ammazzarsi di manga, si convinse Luca, che arrivò al quindicesimo giorno ormai astemio.

Il mangaka fece come Topo e partì per la Sardegna, lasciando la lucidità di Luca ad annoiarsi in una città rimasta vuota dei suoi compari, giacché pure Begbie era scappato in moto verso nessuno sapeva dove. Luca di vedere la Cisca non ne aveva voglia, avrebbe preferito essere al posto di Zizou e bazzicare per locali senza l'angoscia di beccarla per strada, con tutte le scenate che lei avrebbe fatto per ricevere spiegazioni sui suoi flirt quando neppure stavamo insieme. Un piano, gli occorreva un piano d'azione per non finire a bere e fumare da solo perché non aveva di meglio da fare fino al prossimo colloquio di lavoro. Ebbe la stupida idea di approfittare proprio della ricerca di un impiego per darsi una ripulita, così si barricò in casa, diede tutti i suoi risparmi alla madre e le disse di chiuderlo a chiave in camera sua.

Strategia di Luca per diventare una persona sana: televisore sintonizzato su Fox Entertainment sino alle ore quindici, Nat Geo e History Channel sino alle venti, Sky Sport sino alla messa in onda di film vietati ai minori; dieci pacchi di biscotti Pan di Stelle da consumare durante le fasi di astinenza da nicotina; una ventina di libri non ancora sfogliati, di ogni genere e pattume; una confezione di Oki per lenire il mal di testa in caso di insonnia; foto esplicite delle sue ex amanti e un paio di video dove si vedeva il suo arnese penetrare il santo buco della Cisca; in ultimo, uno specchio col quale notare i miglioramenti.

Luca resistette sei ore senza fumare. Sotto al letto nascondeva una stecca di sigarette per precauzione, se l'Italia fosse andata in bancarotta e il monopolio fosse schizzato alle stelle. Ne fumò dieci in un'ora, cinque per la necessità e cinque per compatirsi di meno. Alle ventidue non ce la fece più, ricorse alla tecnica segreta Smart unlocking e scardinò la porta per andare a vedere cosa lo zoo della discoteca offrisse quella sera. Tanto era abituato a girare coi soldi in tasca che si scordò di aver affidato tutta la sua liquidità alla madre. "Vabbé", si disse, "tanto l'ingresso non è a pagamento. Vorrà dire che scroccherò a qualche imbecille e non sputtanerò il grano delle rette universitarie." Ma quella volta Luca fece male i conti e non dubitò che i tizi ch'erano soliti offrirgli da bere fossero anche loro a Ibiza, o a Tenerife, o Lloret de Mar a impasticcarsi con le svedesi, se non a beccarsi un po' di AIDS spagnola al gioco della roulette*.

Boarspotting - La città si sta annoiando [VM 18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora