10. La legge del caos

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Il solo della banda a non serbare una particolare cura per le apparenze era ovviamente Zizou. Il sardo era quasi cieco, si era bruciato diottrie a furia di leggere online mentre gli altri si ammazzavano di seghe su Youporn. Grande appassionato di calcio, un giorno ricevette una pallonata che gli portò via gli occhiali. Da quell'episodio iniziò a indossare lenti a contatto convinto che avrebbe ovviato il problema, guadagnandoci in immagine.

Simona, che probabilmente non sarebbe mai uscita con un uomo talpa di simpsoniana memoria, si teneva stretto Zizou quell'otto marzo, ne raccontava pregi e film mentali alla tavolata di compagne di corso che per l'occasione si radunarono al Virgin. In una serata al femminile, portato praticamente al guinzaglio perché Simona avesse qualcosa per cui vantarsi, Zizou si sentiva peggio di quando usciva con i ragazzi, unico lucido in un circo degli orrori. Ma con le lenti a contatto almeno era meno incerto su di sé, lo sbaciucchiare persistente di Simona lo invogliava ad apportare cambiamenti eleganti al suo stile sciatto. "Avere la donna ti salva dal trattarti come una bestia" sosteneva Begbie, che nel momento in cui Zizou sperimentava la dipendenza affettiva varcava l'ingresso della discoteca.

«Ragazze, scegliete voi dove sederci» disse al trio di splendori per le quali si mise in tiro, indicando loro la lercia pista da ballo dove c'era già di tutto, da Nina Canepa al suo massimo all'amico Lilo con l'intera comitiva della scuola di swing.

Se avesse potuto scegliere, avrebbe preferito restarsene a casa a biasimarsi per essere un merdoso impotente, ma con le principesse al seguito avrebbe sopportato il papillon di Lilo e tentato di lenire le ansie per la défaillance rifacendosi con una della tre. Non volendo essere da solo nel momento del bisogno – e per empatico senso atavico della condivisione delle risorse -, Begbie invitò i due "presentabili" del gruppo ad aggregarsi: Topo aveva gli occhi fissi sul culo di una del trio e Luca non comprendeva perché l'altra avesse troppa attenzione, quasi tormentandosi, a tutto ciò che le stava a sinistra.

Aver accettato di venire fu una cazzata, se lo confidarono scambiandosi uno sguardo annoiato. Volevano mettere la testa a posto, non potevano con il motociclista che gli forniva droga da consumare bagnata in una discoteca ove l'unico modo per sopravvivere era affogarsi nel Negroni. Ma non avevano scelta, l'otto marzo era una trappola: nonostante il locale fosse pieno di affamate disposte a tutto pur di soddisfare l'appetito sessuale in una one-night stand dimenticabile, avrebbero dovuto mantenere il decoro e tenere le mani in tasca, altrimenti lo sputtanamento sarebbe stato pressoché sicuro.

Luca in particolare doveva stare attento, perché al Virgin vi era anche sua madre, in vena di festeggiamenti con alcune colleghe altrettanto staccatesi dal male della vita coniugale/famigliare per una notte di ritorno alla giovinezza. La donna era in compagnia della madre di Simona, Luca neppure lo sapeva; gli bastò leggere il labiale – "C'è pure mio figlio, vediamo se fa il coglione con me presente" – per rabbrividire.

Mettere la testa a posto, supportare il socio, agire da cavalieri, non bere troppo e non cedere alla tentazione di andare a strofinare la virilità sul bel sedere di una esagitata o sul culone datato di una delle tante milf in pista, con la pervertita speranza di schiaffarglielo in uno dei buchi disponibili prima che la carrozza ritornasse a essere una zucca. Non si poteva non avvelenarsi di alcol per resistere al dolore della castità, anche a costo di bere il goccio che avrebbe scatenato gli istinti primordiali.

«Guarda quante vacche da latte» biascicò Naskavic tra sé e sé, trascinando il passo ubriaco dall'ingresso fino alla sala centrale. «Tutte laide che vengono in disco con la pretesa di fare più scena delle figlie. E ci riescono, cazzo se ci riescono. Ho voglia di mettere l'uccello al caldo.»

Era uno dei due propositi della sua uscita solitaria, la soluzione per levarsi dalla testa l'insopportabile esistenza della sua ragazza. All'altro pensiero avrebbe sopperito con una "sana e pregiata" dose di una polvere che teneva in tasca. Come il resto della brigata, non immaginava che si sarebbero trovati tutti nello stesso posto, nella serata più pericolosa dell'anno nel posto più sconsigliabile del pianeta.

Boarspotting - La città si sta annoiando [VM 18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora