29. La metamorfosi

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«Desideriamo sempre quel che non abbiamo. Siamo fatti della stessa sostanza di cui è fatta l'infelicità.»

Luca in un momento gioioso

Topo ha fatto un affarone a comprare casa. Cinque vani soleggiati, finestre sul mare, può vedere l'alba spuntare da dietro il monte Fasce, parcheggio privato protetto dal cancello che separa il condominio dal resto del mondo crudele, ampio vano doccia, il precedente inquilino gli ha lasciato uno specchio da terra in cui guardarsi mentre scopa.

Tutto molto bello, ma solamente Zizou ha dimestichezza con appartamenti e restauri. Luca sta nel suo universo e si attacca alla bottiglia di vino, Begbie gli siede accanto e degusta noccioline: ne hanno le palle piene di sentire di case, mutui, convivenze; sono "contenti" che il loro sindacalista non sia ancora rimasto fregato da una tizia a caso con la quale darsi alle frivolezze della normalità, ottimo avere una casa dove radunarsi senza una donna che a un certo punto della serata manda tutti a dormire.

Topo ha invitato un'amica alla cena inaugurale del suo nido, o un'amante, non lo sa manco lui. Il quartetto di amici devia l'argomento casa spostando la conversazione sul piano politico, purtroppo dilungandosi e dunque annoiando la ragazza. Luca si scoccia a vederla annuire, la sua assenza intellettuale sta diventando imbarazzante.

«Ma basta parlare di politica, tanto non avevamo fiducia nel sistema prima e non ne avremo nemmeno se la sinistra riapparirà» blocca la conversazione con positività. «Mouse, coinvolgi la dama qui presente.»

Quello è in vena di fare ilarità spicciola. «Ce la fai una pompa?» chiede all'amica, e lei più che un risolino contratto non fa.

Luca sbianca. «Intendevo ar-go-men-ta-ti-va-men-te

Topo ci pensa su, poi ha l'illuminazione. «Come ce la faresti una pompa?»

Luca scoppia a ridere, ma c'è qualcosa di strano nelle sue reazioni. Zizou non si è ancora capacitato delle prove del suo innaturale cambiamento da sfacciata testa di cazzo a "pudico" intrattenitore di conversazioni che si avvicina alle donne al solo scopo di fare conoscenza, senza secondi fini. Non gli torna, ovvio. Zizou non c'era nei suoi viaggi.

Luca smette di ridere e si riattacca al bicchiere, ne scola uno dopo l'altro. Si direbbe che ha bisogno dell'alcol per trovarsi a suo agio, eppure la sola presenza della ragazza dovrebbe bastargli a sentirsi nel suo habitat. Da come se lo ricorda, Luca non è tipo da impallidire perché qualcuno del gruppo fa una battutaccia, e non è tipo da starsene buono a trincare come un'idrovora con una femmina nei paraggi.

Zizou prende un bicchiere per sé, ragiona. Non ha senso che Luca stia mentendo, non ne ha motivo. Pensa ancora un po' e non trova una soluzione diversa da quella che gli ha dato lui giorni addietro, di ritorno da Oslo con pochissima voglia di fare e assolutamente nessuna di parlare della Norvegia. Luca ha detto di voler bere qualcosa, Zizou lo ha accompagnato fuori dall'aeroporto e insieme si sono piantati su una terrazza a scolare Mojito fino a sera. Vicino a loro, il continuo ricambio di tavoli ha fatto girare numerosi clienti, molti dei quali erano giovani donne. Luca non ha cacciato l'occhio su alcuna di loro neanche una volta. La cosa non è passata inosservata a Zizou, che subito ha domandato se ci fossero problemi.

Capodanno duemilasedici, erano ormai tre anni che Luca viaggiava. Dopo la fuga necessaria, ci prese gusto a stare lontano, arrangiandosi per i conti propri. Poche le cose che gli mancavano, tanta la voglia di andarne a scoprirne di nuove, senza stanzialità, facendo lavori che nulla c'entravano col suo percorso di studi. Terra da esplorare, e dopo la terra il mare: un pianeta intero con cui giocare*, dove scoparsi donne di ogni etnia usando l'inglese imparato coi video porno. Alfa eccellente, ma Luca ignorava la causa delle pulsioni che lo spingevano ad accoppiarsi con tale costanza.

Boarspotting - La città si sta annoiando [VM 18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora