8. Errori sotto porta

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«Che state facendo qui?»

Il carabiniere illuminò l'interno della vettura. Begbie sudò freddo, accecato dalla torcetta che gli bruciò gli occhi arrossati dalla rabbia verso sé stesso. Gloria voltò la testa fuori dal finestrino e stiracchiò la gonna per suscitare meno sospetti.

Una cazzata qualunque sarebbe stata inefficace, persino uno sbirro da ronda notturna non ci sarebbe cascato. Calma, arte dell'improvvisazione, fantasia per giustificare la macchina posteggiata su una curva a strapiombo nel vuoto, con la vista a estendersi sino all'erezione della Lanterna, molto meno dura del manico che Begbie aveva tra le gambe. Pena per il fallimento: flagranza di reato e addio sesso con le milf, "Detenuti, divertitevi col mio ano".

«Sono un motociclista», improvvisò sincero, «vengo spesso quassù per la vista quando voglio rilassarmi. La mia amica qui è di Savona, voleva guardare Genova dall'alto.»

Il carabiniere non fu persuaso inizialmente. Assieme al collega avviò una breve perquisizione e aprì il bagagliaio per assicurarsi che il ragazzo avesse tutto, ma proprio tutto quanto in regola. Nel retro della Peugeot trovarono in effetti attrezzi da meccanico, un casco in buono stato e un paio di guanti. Begbie aveva inoltre un giubbotto fosforescente, un gancio per il rimorchio e diverse bottiglie di olio da motore. Pure l'antigelo. Per perizia, i due diedero un'occhiata ai documenti di entrambi e appurarono che il ragazzo, oltre ad apparire scrupoloso e attrezzato fino ai denti, avesse detto la verità circa la provenienza della donna in sua compagnia. Forse non erano saliti sin sulla vetta del monte per fare porcate in macchina. Dieci e lode per Begbie, i carabinieri rimontarono sulla Alfa e li lasciarono tra gli alberi a godersi il panorama notturno.

Per settimane Begbie aveva intrattenuto con Gloria un flirt prudente, estremamente velato, fatto di doppi sensi difficilmente interpretabili da un ormone inesperto. Era come viaggiare in autostrada col freno a mano tirato. A quella notte ci arrivò col fegato ribaltato, la pelle dell'inguine tirata; un tocco, soltanto un tocco di Gloria e avrebbe vomitato il cuore per la tensione, perché se erano lì era ben per una ragione da consumare lontani da tutto e tutti, marito di lei in primis.

Gloria era maledettamente in forma, immacolata nonostante i dieci anni di matrimonio con l'ingegnere che le arruolava i rumeni in ditta. Si vedeva che non aveva avuto figli, meno che ne avrebbe tanto voluto avere uno. Begbie arrivò a quella notte con tutte le conversazioni memorizzate in ogni virgola, non si era perso un dettaglio. Che fosse stato via messaggio o davanti a un caffè in quel di Vado Ligure, sentiva di conoscere Gloria a memoria e di aver capito perché si fosse deliberatamente avvicinata a lui, ragazzo di tatto quando la partita si faceva difficile: voleva un brivido, quel lieve fervore che la vita coniugale smise di darle relativamente presto. Un ragazzino di venti o poco più anni doveva avere le energie per soddisfarne il desiderio appeso all'infelicità, oppure il brivido poteva ottenerlo dal rischio - il gusto per il proibito aveva sempre il suo porco perché.

Quasi quindici anni di differenza sono però un divario immane quando si è ventenni, l'infedele ha quasi il doppio di vita vissuta nei bisogni inappagati.

La donna era tranquilla. Comunque sarebbe andata, quelle settimane fu contenta di aver potuto parlare con qualcuno togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. Contenta del brivido, dell'educazione di Begbie, dei momenti passati assieme. Andava bene così.

Begbie stava morendo. Doveva farle passare la serata dei sogni, doveva soddisfarla, doveva essere migliore di quel fottuto ingegnere incapace di tenersi stretta una donna tanto seducente, acuta, di larghe vedute e competenze. Cazzo, a ripensare alle mattinate spese dietro alle oche del liceo linguistico si sarebbe mangiato le mani, quando aveva già i mezzi per sedurre le professoresse. Gloria gli piaceva particolarmente, poi, perché matura in testa come in corpo: dell'aspetto che rendeva lui tanto insicuro non poteva importagliene di meno, confermando quindi che Luca avesse ragione a sostenere che cultura, intelletto e abilità linguistica fossero le vere armi da usare con le donne che valevano qualcosa. La combinazione esplosiva di fascino e personalità, dunque, lo stava facendo tremare.

Boarspotting - La città si sta annoiando [VM 18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora