5. La fame

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Lei non aveva un nome. Lei non aveva un'identità. Aveva una nomea in compenso, pessima per chiunque debba farci i conti. E aveva fame, tanta fame.

Da che si racconti, ebbe il suo primo rapporto a quattordici anni e vi arrivò del tutto impreparata. Né con sua madre né con sua sorella maggiore, men che mai con quel fuggiasco vigliacco di suo padre, poté parlarne prima del momento decisivo, che avrebbe segnato il resto della sua vita da quell'umiliante giornata d'inizio estate e di fine anno scolastico. Pensava che sarebbe stata migliore, più romantica, povera illusa - la prima volta non è la magica armonia di corpi e anime su cui speculano i libri per ragazzine cretine.

C'era sangue, la bocca di lui sapeva di ferro. Delusa, trascorse settimane a ripensarci prima di cascare nei tranelli di un'altra cottarella estiva. Forse, nessuno lo saprà mai con certezza, sperava di correggersi e di correggere azzardando un approccio coraggioso, superando i limiti della sua adolescenziale timidezza. Ancora, fare l'amore sulla spiaggia al tramonto non fu niente di magico.

La reputazione è tutto, l'inferno sono gli altri. Di sbaglio in sbaglio, chiunque tra i ragionevoli avrebbe inteso che alla ragazzina servisse vivere la sua favola, da che mondo è mondo: era una femmina, era stata socialmente costruita di vestitino in saggio di danza, di imposizione di buone maniere in barbatrucchi per farsi bella allo specchio e non dentro, allo scopo di trovare marito un giorno.

Ma nella realtà non ci sono principi azzurri, solo animali e animali meno animali.

La fiaba vuole che la ragazzina, caruccia e credulona, compisse sedici anni e toccasse il suo cinquantesimo partner sessuale lo stesso giorno. O sessantesimo, settantesimo, chissà. Era Luca. O Begbie, o Topo, o Naskavic, di certo non Zizou, ma chi fosse era irrilevante. Se l'era fatta persino con un nero, con un brasiliano e con un paio di dozzine di meridionali: se la sarebbe potuta fare tranquillamente anche con uno a caso di loro o con tutti e quattro a turno, pensò Luca, che non ammise ai ragazzi di non essere andato al mare perché aveva da praticare del triste su e giù con una bambinella che neppure lo conosceva - ci aveva scambiato giusto un paio di chiacchiere su Badoo - e già non solo gli si era concessa, ma anche accollata.

Per due mesi Luca ebbe da chiarire che una scopata sportiva non fosse un pegno di alcun tipo, al massimo una dose di divertimento da ripetere "nel rispetto reciproco" qualche altra volta e non di più, sennò chi la sentiva la Cisca prima di smettere di fargli da amante?

Almeno, si consolò la ragazza, Luca non andò in giro a vantarsi e pensò che il suo tacere fosse segno del rispetto che aveva per le donne, quando questo era ancora lungi dallo svilupparsi. Se Luca stette zitto era perché era fatto così, l'intimità era soltanto sua e della mal capitata che passava tra le sue mani; che fosse traviato dal maschilismo, avrebbe capito lei crescendo, era ovvio dal suo trattenere l'orgasmo fino a scoppiare, di modo tale che lei, come tutte le altre con cui andò a letto, potesse venire più e più volte, in perfetta coerenza con la vanità di un maschio alfa in lotta con altri maschi alfa malati di sesso.

Con Begbie lei ci andò poi perché le fu difficile accettare che Luca avesse altre priorità da seguire, ex æquo per il Topo. Mentì pateticamente dicendogli che già quando aveva la tresca con Luca pensava a una storia con lui, e Begbie si alzò nudo dal divano per scappare a gambe levate. Nella fuga da casa, le lanciò contro la scatola di preservativi che lo stesso socio aveva lasciato a casa della ragazza.

Lei era la facile, lei era la sua fame di affetto. Ironico che sarebbe stata mangiata per anni da predatori che avevano il medesimo appetito, ma di qualcos'altro che a lei neanche piaceva più di tanto. La fame che veniva fiutata.

Divenne infine moglie e madre, con un sacco di scheletri nell'armadio e con la pesantezza di centinaia di notti insonni per i pianti da cuore infranto. Begbie disse che lei aveva trovato la sua felicità, volendo sembrare meno arrabbiato con la vita in una serata di compassione analcolica. Luca, forte delle tesi di Camilla, non si risparmiò il cinismo alcolico: quella ragazzina che si erano passati tutti stava con un uomo brutto a vedersi e pure il bambino era inguardabile. Non era però importante, i gusti son pur sempre i gusti. Cosa catturò la cattiveria gratuita di Luca, e dunque l'assenso dei compari, furono i dettagli di certe fotografie su Instagram.

Ai buchi nel cuore di lei, magnificamente si sposavano i buchi sulle braccia del marito, in una avvilente e insaziabile fame di accontentamenti per non restare soli.

E vissero per sempre felici e violenti.

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Spazio autore

Tratto da una di migliaia di storie vere. Scritto in venti minuti di scazzo totale.

Boarspotting - La città si sta annoiando [VM 18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora