24. Lezioni di savoir-faire

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«Dentro agli occhi delle donne
ci sta il mondo tutto intero
per noi, che c'è solo l'amore vero.
Noi che non ci gireremo mai dall'altra parte e che prima di dormire salutiamo.
Che diciamo "ti amo" senza avere problemi
sempre alla stessa donna perché siamo sinceri.»

Serenata di Luca al compleanno di Azzurra, prima di essere deriso

La giovane prostituta si fa chiamare Nina, e la memoria viene toccata su un tasto dolente. Conferma di avere i vent'anni pronosticati da Begbie, il tubino bianco e il tacco tanto non la fanno più datata. Ha un sorriso meraviglioso nonostante ne venga da una fogna, l'Ucraina su cui sempre penzola un missile di sovietica instabilità. Racconta di essere venuta in Italia senza speranze diverse da quelle che potrebbe avere una ragazza delle sue parti, che nel bel paese ci si stanzia con la consapevolezza che la beltà frutterà un cospicuo capitale per provvedere a sé stessa e per aiutare la famiglia.

Nina ha vent'anni, vende il suo corpo per mangiare ed è più uomo di Zizou, Begbie e Luca messi assieme, secondo le riflessioni del sardo. Ma che cazzo è un uomo, si strugge poi, se non un preconcetto dei più per mantenere lo status quo? Come se ci fosse qualcosa di cui vantarsi quando non si fa niente di speciale rispetto a quel che fanno tutti i normali.

A Nina piace ballare, la musica nel locale la rispecchia. Begbie è andato in bagno e Luca non ha l'aria festosa, quindi è su Zizou che la biondissima ucraina ripone il suo incorruttibile ottimismo, anche perché percepisce che il peloso sia il più coscienzioso del trio che pocanzi l'ha stupita, chiedendo lei se avesse voglia di prendersi una serata di ferie pagate.

Zizou non ha mai imparato a ballare e ancora fatica ad avvicinarsi a una ragazza, pure se di un innocente balletto con un'estranea che mai più rincontrerà si tratti. Però, fanculo, c'è solo questa cazzo di vita; allucinante che a rammentarglielo sia una prostituta di Kiev dieci anni più giovane, felice di scoprire che al mondo ci siano anche italiani beneducati.

«Tu no sei sporcaccione» dice lei entusiasta al canto di Ava Max, in un italiano stentato che intenerisce Zizou. «Balla con me

Luca gli fa un cenno di approvazione con la birra in mano, Nina lo afferra per la camicia. Se tanto gli dà tanto, non esiste sfiga o sbaglio che macchierà mai la reputazione del sardo, alzatosi per farsi trascinare tra i tavoli dove sono i soli a lasciarsi andare.

Nina è eclatante, attira tutti gli sguardi su di sé. Zizou vi dà peso giusto per il minuto che gli occorre per permetterle di contagiarlo con la sua vitalità. E forse quel che rende Nina più bella è proprio il flusso che le scorre in corpo, la voglia di vivere e di riscattarsi priva della loro rabbia, il brivido che dai suoi lombi attanaglia Zizou in una morsa d'insensata allegria. Perché lui è libero, non ha nulla a cui pensare, ce l'ha fatta contro le troppe fatiche che ne hanno limitato il godersi gli anni migliori. Per un attimo prova compassione, immagina la giovane quand'era bambina e si chiede se mai qualcuno avrebbe scommesso che si sarebbe ridotta così, a ingraziarsi gli uomini per costruire giorni migliori. Ma da lei non traspare il bisogno di farsi compatire, di venir trattata meglio delle altre perché appartiene alle ultime; sta solo ballando e ha voglia di ballare ancora, una notte e magari mai più perché ci sono istanti che ti porti dentro tutta la vita. Allora brindisi, che siano i più belli da vivere.

Luca ha già bevuto quattro birre dopo giorni di astinenza. È nervoso, infastidito. Non del fatto che l'angelo abbia preferito Zizou, ma che il maledetto locale sia pieno di teste colme di merda, sedute a strafarsi a bere e a tirare occhiate al tipo troppo peloso che balla assieme a una certissima troia di strada, la quale deve averlo accettato perché il grano compra qualsiasi cosa.

Boarspotting - La città si sta annoiando [VM 18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora