3. Testosterone

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Poche cose e nessun valore accomunavano "Gli ignoranti". Avevano la stessa età, frequentavano la stessa scuola, erano nati nella stessa città e seguivano attivamente le nefandezze politiche del periodo. Tutti con lo stesso orientamento sessuale, con una netta differenza: Luca, Begbie, Topo e Zizou si sarebbe visto lontano un chilometro se si fossero atteggiati per conferirsi dei toni improbabili; viceversa non valeva per Naskavic, "l'anima della banda" per via della sua personalità dirompente, eufemismo per intendere incontrollabile. Naskavic veniva dall'appennino, aveva imparato ad adattarsi a luoghi dove capitava meno di quel che capitava nella noiosa Genova. Forse aveva un naso lungo per effetto della selezione naturale, gli era necessario uno strumento per fiutare la situazione ideale da cui ottenere il divertimento assoluto. Come sopravvivere altrimenti alla campagna, se non con l'abuso del vino che gli valse la nomea di primo alcolista del gruppo?

Naskavic aveva la tendenza a esagerare, creava il clima perfetto per cambiarti la serata da un momento all'altro con il suo umorismo crudele, più nero della peluria del sardo Zizou. Non era consigliabile portarselo in giro quando si voleva fare i pazzeschi con le nuove conquiste del liceo artistico, Luca in primis gradiva che l'andazzo non prendesse le pieghe consuete di una tipica uscita con il campagnolo. Ma che cavolo, gli amici non si possono mettere da parte perché il richiamo uterino canta come Scilla e Cariddi, così il quartetto si organizzò per una bevuta, anzi per una nottata in discoteca, perfetta per mostrare alle donzellette di essere bravi ragazzi reggendosi il gioco a vicenda.

Naskavic non fu accoppiato con nessuna delle altre due invitate, a gestirsi gli affari badava da sé. Al "Frantoio" era di casa, non abitava distante da quel locale appartato tra i monti - raggiunto dai compagni con largo ritardo dopo un lungo viaggio nella nebbia invernale. Loro arrivarono e lui aveva già riempito un quarto di serbatoio partendo con due Negroni. La tizia che gli teneva compagnia a fumare era probabilmente una malcapitata di sua conoscenza, quindi non considerò le due "giocatrici" portategli da Begbie e le lasciò a dialogare tra loro per il resto della nottata.

Entrarono, si accomodarono ai divanetti sul mezzanino e sudarono freddo un po' tutti, perché Naskavic aveva ordinato il suo terzo giro assieme allo spumante. La fortuna ammiccò ai quattro rendendo lui piuttosto quieto e sottotono; aveva disputato una partita importante nel pomeriggio, il debito di ossigeno fu saldato solo al quarto Negroni allungato col metanolo. Al che Naskavic cominciò a prendersi la scena un po' alla volta, essendo il più esuberante dei suoi e quello che, per sua natura, non aveva la minima punta di esitazione a rivolgersi alle ragazze, indipendentemente dalla scurrilità o dal generoso ricorso alle bestemmie come intercalari.

Luca e Topo di tanto in tanto ridacchiavano nervosi, presagivano che con le studentesse sarebbero andati in bianco; Begbie possedeva spirito d'iniziativa e non si lasciò intimorire, continuò a intortare la sua accompagnatrice finché la voce di Naskavic non coprì tutte le altre; Zizou aveva rinunciato persino a presentarsi, sapeva come sarebbe finita col campagnolo carico come un camion. Disfatti, gli ignoranti se ne fecero una ragione e se ne stettero ad ascoltare l'ultima avventura dell'ubriaco.

«Sentite questa: era due giorni fa, alla Sagra del fungo di Rossiglione*. C'è la bocciofila piena di anziani e io sto lì con Zizou a giocarmi una pizza. Lui pare Barney dei Flinstones con più pelo, mi manca un tiro per mandarlo a casa in lacrime» sghignazzò tra un sorso e l'altro, e Luca ebbe un déjà-vu. «C'ho il sole che mi indica il pallino, mi basta un accosto di classe e Zizou se ne va già al bar con 'sta faccia da bibino che manco alle tre pere di Milito** c'aveva. Prendo la mira e a un certo punto se ne viene fuori questo vecchio di merda dall'altra parte del campo con le mani dietro la schiena. Sta zitto e guarda ipnotizzato il pallino, poi si mette a guardare me con il presumìn*** di quello che ti ficca la boccia in culo d'esperienza. Ora, lo sapete che mi urta a bestia essere sfidato, ma anche che non prendo di punto in bianco e smadonno contro gli anziani. Quello continua a guardare e io mi metto a guardare lui, con la boccia in mano come a dirgli "Hey, éuggio, che 'sta balla fâ mâ"****, poi mi accendo la sigaretta, mi faccio una boccata e mi rimetto a giocare senza cagarlo di striscio. Sapete come è finita? Che il vecchio di merda è stato muto, Dio madonna, umiliato. Sospiro malinconico per i tempi andati, piroetta su sé stesso e se ne va a fanculo al circolo. E vabbé, non c'è bisogno di dire che la boccia è finita nel culo di Zizou, perché ho vinto la pizza» conclude con un sorriso smorfioso.

Boarspotting - La città si sta annoiando [VM 18]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora