CAPITOLO VII.

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Allungo la mano e prendo la confezione di pasta davanti a me; controllo che sia quella in offerta, dopodiché la metto nel cesto della spesa.

È vero che i miei mi mandano il necessario per mantenermi ogni mese, ma voglio comunque evitare di spendere tutti i loro soldi.

Una volta finito di fare la spesa, esco dal supermercato per tornare a casa mia.

Ho deciso di andare dopo scuola perché il supermercato è lì vicino... E anche per lasciare che Daichi e Suga facessero il viaggio da soli.

Adoro stare con i miei amici, e sicuramente non inizierò a evitarli per farli avvicinare... Anche perché mi farebbero fuori.

Però, se ho qualcosa da fare ne approfitto per lasciare loro un po' di intimità.

Mentre passo non molto distante dalla scuola, una figura attira la mia attenzione: Nishinoya. Sta parlando con una ragazza.

Per un attimo, mi viene in mente quello che ho sentito: ha rubato la ragazza ad un suo amico.

Che fosse lei? Magari è la sua fidanzata.

Scuoto la testa: non sono affari miei.

E comunque, anche se lo fosse, non è un buon motivo per maltrattarlo; non è certo il primo a fare una cosa simile, e spesso la storia non è neanche come la raccontano.

Ci sono molte situazioni in cui può accadere, e spesso non è così tragico come si racconta.

Io non conosco né lui né la storia, per cui non intendo mettermi a giudicarlo.

Aumento il passo, per arrivare più velocemente a casa.

- Scusami ragazzo; tu, che sembri un gigante-.

Automaticamente, mi fermo e mi volto verso la voce che ho sentito.

Vedo una poliziotta venirmi incontro.

Aspetta, una poliziotta? Perché mi ha fermato?

- Salve agente; ha bisogno di qualcosa?- le chiedo.

Perché, anche se non ho fatto niente, i battiti del mio cuore sono accelerati?

Forse, è perché sono talmente abituato ad essere accusato di cose che non ho fatto e su cui non ho potere, che mi sono sentito automaticamente colpevole...

Però, in situazioni come questa può essere un problema.

Devo cercare di stare calmo.

- Posso chiederti cosa ci sia un quelle buste?- mi chiede.

- Ho appena finito di fare la spesa. Vuole che le dica tutto ciò che c'è dentro?- chiedo.

Cavolo, avrei dovuto ascoltare Suga e guardarmi più polizieschi... Magari avrei saputo cosa fare.

Ma il sangue mi fa impressione, non posso farci niente.

- Fai l'impertinente eh?-.

Sbarro gli occhi.

- Si sbaglia, io...-.

- Metti le borse a terra e allontanati- ordina.

Faccio come dice e appoggio le borse, prima di fare un paio di passi all'indietro.

Tenendomi d'occhio, l'agente si china ed inizia a frugare nelle borse.

Sto tremando... Eppure, non ho fatto niente. Perché allora? Perché non riesco a stare tranquillo?

All'improvviso, sento una voce provenire dal walkie-talkie dell'agente.

- Agente, ha trovato qualcosa sulla rapina alla gioielleria?-.

ASANOYA-PICCOLA TEMPESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora