CAPITOLO X.

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- Dammi una mano a sistemare gli stuzzichini sui vassoi- ordino una volta in cucina.

È inutile, sento il mio cuore battere a mille.

Non posso negarlo: dopo quel giorno, mi sono chiesto spesso se oggi sarebbe venuto.

Ho capito subito che Ryu era andato a parlare con lui, o non mi avrebbe lasciato così tanto tempo senza di lui.

Anche se Tsukishima ha lo sguardo parecchio minaccioso, quindi ero comunque al sicuro.

Quando il mio amico mi ha detto che probabilmente sarebbe venuto... Ok lo ammetto, non vedevo l'ora.

Penso ancora di non aver fatto niente di male, anzi, infatti non intendo fare tutto io.

Ma il fatto che lui sia qui significa che ci tiene a rimediare, e questa è una cosa che apprezzo; e sapendo quanto è timido, ho preferito decidere di parlarci prima di iniziare la festa per non avere il suo sguardo esitante addosso fino a domattina.

- Comunque... Auguri- mormora.

- Grazie! Sei qui solo per dirmi questo?- chiedo.

- No, io...-.

Sentendo che non parla più,  mi volto verso di lui.

Probabilmente sta cercando le parole, per cui aspetto.

- Scusami. Sono stato un idiota. Non riesco a concepire che la gente possa pensare qualcosa di bello su di me, per cui sono andato subito in panico. Ma non avrei mai dovuto reagire in quel modo: dopotutto, tu non mi hai mai fatto niente di male, anzi mi hai difeso. Non dovevo prendermela con te, è stato ingiusto e da idioti. Mi dispiace-.

- Va bene, ti perdono-.

Lui sembra sorpreso.

- Eh? Davvero?!-.

Annuisco.

- Non vedo perché non dovrei. Hai capito i tuoi errori e ti sei scusato no? Serve altro per perdonarti?- commento.

Certo, se mi avesse preso in giro per anni come gli altri non l'avrei perdonato così facilmente.

Però, in fondo lui non mi ha mai fatto del male, e so che non me ne farà in futuro.

L'unica cosa che poteva mettersi in mezzo alla nostra amicizia erano il suo timore che lo prendessi in giro e il mio timore che mi giudicasse come gli altri.

Però, lui non intende giudicarmi e ormai ha capito che neanch'io lo farò con lui, per cui siamo a posto.

- È che... Insomma, ti ho fatto stare male... Dovresti almeno, non so... Darmi una punizione o...-.

Scoppio a ridere.

- Vuoi che ti frusti? Tranquillo, a me va bene così. E poi, sarà già divertente vederti in imbarazzo tutta la sera per le battute a sfondo sessuale dei ragazzi di là- dichiaro, e lui arrossisce.

- Sicuro che non posso fare altro?- mi chiede.

- Si, tre cose. Primo: oggi devi divertirti. Secondo: devi essere mio amico-.

Lui sembra sorpreso.

- Vuoi ancora che sia tuo amico?- mi chiede.

Sorrido.

- Non era chiaro?-.

Lui fa un piccolo sorriso.

- Grazie. E il terzo favore?-.

- Stanotte devi farmi da cuscino-.

Lui sbarra gli occhi e arrossisce ancora di più.

- Io dovrei... c'è insomma... Questo significa... Che io e te... C'è... Perchè?- balbetta.

ASANOYA-PICCOLA TEMPESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora