Epilogo.

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Sono alla stazione e sto aspettando la mamma di Chri che dovrebbe venire a prendermi.
Sono agitatissima, è la prima volta che la vedo dal vivo e ho paura di non piacerle, come a tutta la sua famiglia.

Il mio telefono suona e decido di rispondere subito non appena leggo Anna Chri.
Forse dovrei cambiare nome...

«Pronto?» domando.

«Ti ho vista, aspettami lì»

Attacca la chiamata, mentre io rimango confusa.
Dovrebbe essere qui vicino, ma non so quale da quale direzione possa arrivare.
Dopo pochi secondi vedo una macchina accostarsi davanti a me e solo quando abbassa il finestrino riesce a intravedere chi è.

«Dai, sali» afferma «Metti pure la valigia nei posti dietro»

Faccio come dice, per poi sedermi nel sedile davanti.
Mi allaccio la cintura e partiamo, ma non so bene dove in realtà. Non so se si va già a casa, dato che ci potrebbe essere Christian.
Guardo fuori dal finestrino, volendo scappare da questa situazione imbarazzante. Non so che cosa dire o che cosa fare.

«Com'è stato il viaggio?»

Mi volto verso di lei per quella domanda, vedendola con un enorme sorriso mentre guida tranquillamente su delle strade trafficate.

«Bene, credo... Cioè è stato noioso, poi c'erano bambini che urlavano ed erano fastidiosissimi, ma per il resto bene. Ah e non contiamo il fatto stavo per perdere il secondo treno, dato che il primo aveva fatto ritardo»

Lei ridacchia non staccando gli occhi dalla strada «Agitata?»

«Si... cioè no» mi sbatto la mano sulla fronte per colpa di questa ansia «È che sono agitata sia per lei che...»

Non faccio in tempo a continuare che lei mi interrompe subito, sposta lo sguardo su di me non appena si ferma al semaforo rosso «Lei? Dammi tranquillamente del tu»

Sorrido e abbasso lo sguardo sentendomi un attimo in imbarazzo «Sia per te che per la vostra famiglia in generale, cioè non voglio fare brutte figure. Io a suo figlio tengo molto e...»

Posa una mano sulla mia gamba, facendomi alzare lo sguardo, mi sta facendo un sorriso confortante.
Abbasso la testa e poco dopo non sento più la sua mano.
Riprendiamo il nostro percorso, mentre io mi guardo le mani. Perché mi faccio così tante pare?

«Christian ci ha detto che ti fai mille complessi» ridacchia «Ti adoriamo, Giulia. Sei stata sempre vicino a Christian quando non stava bene. Con te è felice e lo siamo pure noi.
Dovresti vedere i suoi occhi quando parla di te, se potessero diventerebbero a cuore»

«Davvero?»

Abbozzo un sorriso osservandola con tremila dubbi nella mia testa.
Dopo che gli avevo detto che non sarei andata da lui, mi pare molto freddo. Se la deve essere presa tantissimo, ma non so nemmeno perché.
Ci siamo sentiti, ma ogni volta che nominavo la sua città o questa settimana di preciso, si innervosiva parecchio.

«Perché ne dubiti?» mi domanda subito.

Alzo le spalle «È strano in questi giorni. Passa dall'essere felicissimo a innervosirsi per una semplice cosa, ma non ne capisco il motivo. Prima che lei» sento un colpo di tosse e ridacchio «Dicevo, prima che te e Mattia organizzaste tutto era il Christian di sempre, poi gli ho detto di no ed era freddissimo.
Mi sento persino in colpa a fargli questa sorpresa, dovevo dirgli direttamente di si»

La osservo e non fa altro che annuire, perché mi sono aperta così tanto?
Non dovevo dire le mie inutili paranoie, dato che molto probabilmente solo io ho notato queste cose.

Due Stupidi Lovers || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora