1: Sguardo

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Bakugou's pov

Avete presente quando guardate un video su YouTube e ci sono le avvertenze prima che inizi, oppure quando le trovate nei farmaci o nel cibo per avvisarti che se sei allergico a qualcosa è meglio se quello non lo usi/mangi?

Sono sempre stato dell'idea che le avvertenze sono una cosa geniale.
Ma che fossero troppo poco sfruttate.
Ci dovrebbe essere l'avvertenza all'inizio di un libro che ti dice che finirà male.
Ci dovrebbero essere le avvertenze anche sulle persone.
Magari mi sarei risparmiato un po' di dolore.

Ciao.
Mi chiamo Katsuki Bakugou e ho 18 anni.
Mia madre mi ha obbligato ad andare già a lavorare.
La cosa non mi piace.

Specialmente perché il lavoro che lei mi ha trovato è dama da compagnia.

Dama da compagnia?!

Ma esiste come lavoro?!
In pratica devo seguire un tizio e fare tutto ciò che vuole.

Se gli compravano un cane era uguale.

Mia madre mi ha avvertito di non perdere assolutamente questo lavoro.
Poco importa cosa succede.
Devo fare tutto quello che mi chiede senza lamentarmi.
Quello che mi preoccupa è quel tutto.
Ha sottolineato molto questa parola.
Quindi... cosa potrebbe chiedermi di fare?
Ma soprattutto: sarò all'altezza di questo compito?

In questo momento ci troviamo (io e mia madre) seduti su un divanetto mentre aspettiamo il mio capo e il tizio che dovrò stalke- intendo accompagnare.
Siamo qui da circa dieci minuti e sono super nervoso.

Non ho ancora visto né il mio capo né il figlio.
So solo che la loro è una famiglia prestigiosa e ricca e che il ragazzo che dovrò "accompagnare" è colui che ereditera' tutto.

La porta si apre e noi scattiamo in piedi.

Entrano due uomini: uno alto, spalle larghe, capelli corti e muscoli; l'altro uno o due centimetri più del primo, spalle meno larghe, capelli a scodella, muscoli, più magro.
Il primo probabilmente il padre, il secondo il figlio.

Il figlio.
Bello.
Anzi, stupendo.
Occhi di un colore acceso, naso aquilino e labbra sottili.
Se non fosse per il suo sguardo freddo e rude, uguale al padre, potrei dire di non aver mai incontrato un ragazzo tanto bello.

"Scusate, ci sono stati dei problemi con mio figlio" si scusa il padre.
Anche la voce è come lo sguardo.
Freddo e crudele.
Capace di cose orribili.

"Oh, non si preoccupi" rassicura mia madre con un sorriso finto stampato in volto.

"Questo è mio figlio, Shoto Todoroki, il ragazzo per cui lavorerai" presenta.

Meh.
Mmmmeeeehhhh.
Questo è quello che penso dell'occhiataccia che mi ha appena rivolto.
So che dovrei abbassare lo sguardo e sottomettermi, ma quelli come lui non mi piacciono.
Così ricambio l'occhiataccia, aggiungendo anche un pizzico di sfida.

"Questo è mio figlio Katsuki Bakugou" mi presenta mia madre.
Accenno un sorriso.

Non mi piacciono le dimostrazioni di affetto.
O di rispetto.
O la semplice educazione.
Io voglio poter fare quello che mi pare, quando mi pare, se mi pare, perché mi pare e nel modo in cui mi pare.
Fine.

"Ragazzi, aspettateci fuori. Voglio parlare da solo con la signorina" ci ordina il padre rivolgendosi a me e a quella sottospecie di ghiacciolo.
Il ragazzo esce e dopo aver lanciato un'occhiata di sicurezza a mia madre esco anche io.

Il ragazzo - Shoto? - si mette a sedere su un altro divanetto.
In questa stanza ci sono due divani centrati in pelle verde - verde?! - separati da un tavolinetto.
Ci sono alcuni mobiletti sparsi per la stanza e tre grandi finestre.
Io rimango in piedi al lato della porta.
Shoto mi guarda e alza un sopracciglio.

"Che stai facendo?" mi chiede con un pizzico di spazientimento ed uno di disgusto.

"Aspetto" rispondo semplicemente.
Senti, bellino, il tuo disgusto te lo puoi anche ficcare su per il culo, non mi interessa quello che pensi.

"Aspetta da seduto" mi dice quasi come un ordine, con un tono da ovviamente.
Non mi convinceva, però è sempre meglio sedersi che stare in piedi.
E poi dovrò fare tutto quello che vuole questo pezzo di merda, tanto vale cominciare subito.
Mi siedo e guardo le mie mani che giocherellano con il mio anello.

Sento gli occhi di quel tizio puntati su di me, ma non ho voglia di alzare lo sguardo, e poi l'intensità dei suoi occhi mi rendevano nervoso.

"Perché cerchi lavoro in così giovane età?" chiese d'un tratto.
Fatte i cazzi tua, non sono cose che ti riguardano.
"Motivi personali" rispondo senza alzare lo sguardo.

"Ti ho chiesto perché cerchi lavoro così presto" ripete lui a denti stretti.
"E io ti ho risposto che si tratta di motivi personali" insistei io.
Alzai lo sguardo, poggiai la schiena alla spalliera e misi le braccia dietro la nuca.
Probabilmente avevo anche un sorrisino strafottente.

Lui si alza, si mette davanti a me e alza una mano.
Poi mi tira uno schiaffo.
Ma cosa stavo facendo?
Perché l'avevo provocato?
Sapevo che sarebbe finita così.
Avevo appena lasciato il mio guinzaglio a qualcun'altro.
Questa cosa non poteva finire bene.
Mi ero rimesso in una posizione composta, con lo sguardo basso.

"Ti ho fatto una domanda" fece notare lui.
"Me l'ha detto mia madre. Ha detto che se non ne trovo uno mi butta fuori e io non ho un centesimo da parte quindi non resisterei due giorni" spiego.

Prende il mio volto con una mano obbligandomi a guardarlo, mentre tiene l'altra ben ferma sul divano.
"Hai capito che devi fare come ti dico?" mi avverte in tono minatorio-soddisfatto.
Lo guardo, mi siedo nel modo più composto possibile e sfodero uno dei miei sorrisi rassegnati migliori.
Apparte il fatto di non saper sorridere, questo dovrebbe andargli bene.
"Certo, signore. Scusi, signore" rispondo.

Il suo sguardo, ancora traboccante di odio, mi guarda come se fossi un mostro.
La cosa non mi piace.
Se proprio devo essere visto come un mostro, voglio essere guardato come lo scienziato che l'ha creato guarda Frankenstein.
Non così, quindi.

Sposta lo sguardo e torna sedere, con le braccia incrociate, fissando il vuoto.
Questo tizio non lo capisco proprio.
Vabbè, pace.
Non che mi interessi davvero.

La porta si apre e tutti e due ci giriamo di scatto.
"Il contratto è stato firmato" annuncia suo padre "Da ora in poi dovrai occuparti di proteggere mio figlio, fare tutto quello che dice lui e il tuo giorno libero sarà il martedì".
"Sono sicura che ti troverai benissimo" esclama mia madre in tono soddisfatto.

Che bello.
È stato appena firmato il mio contratto di morte certa.
Yeeeee

Spazio per me
Allora, vi piace???
Mi ci sono impegnata e ho letto un sacco di yaoi per rendere il rapporto più crudele possibile come succede negli yaoi.

Baku: Perché qui sembro un povero sfigato?!?!

Io: Perché lo sei.

Baku: MA COME OSI PICCOLA BAST-

*Todoroki bacia Bakugou*

Io: Aaaaaahhhhh adoroooooo

Baku: *stiamo riavviando. prego, attendere*

Todo: Ciaooo *proud of se stesso*

Perché Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora