23: Scoperte

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Bakugou's pov

Il resto del pomeriggio lo trascorremmo con i nostri amici.
Todoroki sembrò molto distratto e sovrappensiero.
Mi sentivo male per essermene andato all'improvviso.
È vero, si, che mi piaceva, ma lui era fidanzato e mi faceva sentire in colpa fare una cosa del genere alle spalle del fidanzato, per quanto antipatico sia.

Comunque il nostro rapporto che si stava sfaldando e il modo in cui aveva reagito mi aveva fatto capire che avrei dovuto dirgli al più presto del tradimento del suo fidanzato.
Se avessi aspettato troppo forse avrebbe potuto credere che stavo in combutta con loro, però avevo paura  che mi odiasse lo stesso.
Avevo sviluppato un certo bisogno di qualcosa da parte sua, ma non so spiegare cosa fosse questo qualcosa.

La sera, dopo cena, in mancanza di sonno mi dedicai all'analisi di quel fascicolo.
Principalmente le caratteristiche che trovai più sospette erano due.

La prima era la lettera che era stata inviata a me la sera in cui ero finito all'ospedale, ma non c'entrava nulla con i Todoroki, probabilmente Michelle l'aveva messa lì per ricordarsi di consegnarmela.

La seconda caratteristica era la presenza della parola SCOMPARSO anziché MORTO accanto ai nomi dei fratelli Todoroki.
Uno di loro era effettivamente scomparso, ma gli altri due?
Era qualcosa che non mi spiegavo, qualcosa che non tornava, e avevo la sensazione che il Todoroki più piccolo non ne fosse a conoscenza.
Quando me ne aveva parlato il dolore e i sensi di colpa nei suoi occhi erano veri.
Il mio primo pensiero fu di chiedere spiegazioni a suo padre, ma quasi mi misi a ridere quando realizzai cosa avevo appena proposto.
Quel tizio non mi avrebbe dato alcuna informazione, anzi c'era il rischio che finisse male per me.

Decisi che per il momento avrei accantonato tutte le teorie su cosa potesse essere successo e presi in mano la lettera, concentrandomi su di essa.
La lessi e rilessi più volte cercando di scaricare l'euforia.

Quella diceva più o meno così:
Caro Katsuki,
So che è molto tempo che non ci sentiamo, ma ci tenevamo molto a scriverti questa lettera.
Speriamo che tu stia bene.
Ci dispiace molto di averti abbandonato, ma purtroppo non avevamo scelta, e in fondo speravamo che trovassi un modo di venire con noi.
Ci rendiamo conto solo adesso che avevamo sottovalutato la tua fedeltà, e che forse saremmo dovuti essere noi a venirti a prendere.
Nella speranza che il tuo odio nei nostri confronti non sia troppo radicato, ti invitiamo con noi a cena il **/**/**** al seguente indirizzo: 172 Via Roma, nella nostra città natale.
Con molto, moltissimo affetto,
I tuoi (speriamo) amati fratelli.
Neito, Keigo e Himiko

Quasi mi misi a piangere leggendola.
Era una lettera dei miei fratelli!
Erano vivi e non si erano dimenticati di me!
Mi tremavano le mani e i denti non smisero un attimo di battere.

Andai subito a controllare che giorno fosse la cena e tra quanto, ma rimasi deluso nello scoprire che si sarebbe svolta il sabato seguente, perciò non avrei potuto presentarmi.
Guardai l'indirizzo di invio della lettera e analizzai il francobollo per scoprire la provenienza, ma i miei fratelli erano stati attenti a non farsi scoprire.
Una precauzione intelligente.
Mia madre era ancora alla loro ricerca per continuare il suo tormento.
Non so come avessero fatto a farla recapitare a casa di Todoroki, ma di quello avremmo parlato in futuro, se mai fossi riuscito ad incontrarli di nuovo.
Con il sangue che continuava a fremere nelle vene, andai a dormire, ma solo circa due ore dopo Morfeo si decise ad arrivare.

La mattina seguente la passai a raccogliere il coraggio per parlare con Todoroki.
Pensai e ripensai alle mie parole e alle sue reazioni.
Immaginai la scena nella mia testa ancora e ancora, alla ricerca di un modo di dire le cose senza farli sembrare crudeli, ma alla fine decisi che la verità e tutta la verità era la scelta migliore.
Magari avrebbe compreso.
Probabilmente no.

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