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Todoroki's pov

Avevo vissuto in una bugia molto tempo, innamorato di qualcuno che mi ha solo ingannato.
Eppure non provo rabbia, disperazione, odio.
Voglio solo un altro bacio dal ragazzo che ho davanti.
Voglio che le nostre labbra si scontrino di nuovo, voglio un altro combattimento delle nostre lingue, voglio vedere una volta nella vita il suo sguardo desideroso.
Voglio che mi ami.

Perchè?
Perché lo voglio?
No, sto sbagliando domanda.
Perchè dovrebbe volerlo lui?
Non prova nulla per me, e le cose non cambieranno magicamente facendomi diventare il ragazzo adatto a lui e questa la sua vita perfetta.
Non so perché io voglio tutto questo, ma so che lui non lo vuole.
Era per questo che si era allontanato.

Sicuramente in un primo momento aveva ricambiato il bacio perché pensava di aiutarmi e che stavo solo male, poi mi aveva allontanato perché non accennavo a staccarmi.
Doveva provare disgusto per me in questo momento.
Avrei voluto scusarmi, ma non sapevo bene come né cosa avrei dovuto dire.

Lasciai cadere l'argomento segnandomi mentalmente di pensarci più tardi.
Feci entrare Michelle, così da dimenticare per un istante, sempre che si possa dimenticare, quel bacio.

"Vostro padre vuole vedervi, signor Todoroki"
"Va bene"
Tenni la testa bassa e seguii Michelle.

"Ummm...se posso chiedere...è successo qualcosa?"
Parlò in tono basso, quasi avesse paura di essere sentita.
Non la biasimavo, in passato avevo avuto reazioni sconvenienti a domande come questa, ma al momento non ne avevo la forza.

"Si, purtroppo, credo di aver distrutto quel poco che rimaneva del mio rapporto con lui"
"Sa, signor Todoroki, se si vuole costruire un nuovo edificio in una zona occupata, bisogna prima demolire quello vecchio"

Rimasi un minuto buono a riflettere su quelle parole, mentre scendevo le scale il più lentamente possibile così da ritardare il mio incontro con mio padre.
"Non ho capito"

Lei sorrise in modo materno.
"Se non vuole mollarlo, ma il vostro rapporto è distrutto, dovrebbe costruirne uno nuovo, trovi il ruolo giusto per lui nella sua vita"
"E se lui non volesse essere nella mia vita?"
"A volte mollare è la scelta più saggia, per quanto dolorosa possa essere"

Sospirai.
Aveva ragione, dovevo lasciarlo andare, eppure era così difficile.
Perchè non ci riuscivo?
Ero davvero disposto a sacrificare la sua felicità per tenerlo vicino a me?
Ero spaventato dalla risposta, ma non ebbi il tempo di sentirla, perché mi ritrovai da solo con mio padre nel suo studio.

"Shoto"
La sua gelida voce mi faceva venire voglia di vomitare qualsiasi cosa si trovasse nel mio stomaco in quel momento.

"Padre. Mi hai chiamato?"
"Certo, o non saresti qui. Ho delle notizie da darti"
Si sedette sulla sua poltrona nera e mi fece un cenno di invito a sedermi nell'altra.
Io lo ascoltai e mi misi in quella di fronte.

"Domani si terrà una cena di lavoro. Parteciperanno molti dipendenti importanti e molti capi di aziende importanti"
"Non era così urgente"
"Lasciami finire"
"Scusa padre"
"Voglio che domani tu inviti il tuo ragazzo, Midorya, alla cena. È molto importante che tu venga con una persona, e ho deciso che quella persona sarà lui"

Sorrisi amareggiato.
Ora che sapevo tutto non potevo fare altro che odiarlo ancora più di prima.
Lui aveva costretto un ragazzo in difficoltà a stare con qualcuno che non amava per soldi che aiutavano la sua famiglia.
Mi aveva presentato i suoi amici, ci eravamo baciati, avevamo fatto sesso.
Questo mostro che si faceva chiamare 'padre' aveva distrutto la vita di un ragazzo innocente.

Stavo capendo perché non fossi arrabbiato con Midorya.
Lui non era il colpevole, lui era una delle vittime, mio padre era il colpevole.
La rabbia e l'odio che provavo in questo momento erano indirizzate a lui.
Non a Midorya, non a Bakugou, a lui.
A quel pezzo di merda a cui tanto assomiglio.

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