16: Giornate Veloci

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Todoroki's pov

La giornata passò come sempre.
Dopo le prime due ore di lezione, ci posizioniamo al nostro solito muretto, per poi essere raggiunti da Bakugou, solo.

"I tuoi amici?" chiede Momo fingendosi indifferente.
"In bagno, come sempre" rispose lui divertito.

Si posiziono' al solito posto, tirò fuori la merenda e la porse a Midorya, prima ancora di una richiesta da parte sua.
"...Grazie..." disse Midorya.

Non so cosa fosse successo tra quei due, ma sembravano costantemente in competizione.
Anche lo sguardo che si lanciarono in quel momento diceva la stessa cosa.

"Senti, amore" esordì Midorya.
Lo guardai.
"Si?"
"Ma per questo fine settimana, nonostante gli eventi recenti, è tutto confermato?" chiese con voce da finto innocente.

"Cosa succede questo fine settimana?" domanda Uraraka, ficcanaso come sempre.
"Midorya viene a dormire a casa mia" spiegai.
"E comunque è tutto confermato" aggiunsi rivolgendomi a Midorya.
Ci scambiammo uno sguardo di quelli pervertiti.

"Uuuuuu" fece Momo "Piccante"
"Non so se chiedere che mi raccontino come è andata il giorno dopo o se mettere direttamente delle telecamere in camera sua" disse Uraraka dubbiosa.
"Nessuno dei due magari" rispose stranito e divertito Midorya.

Lui stava per aggiungere qualcosa, ma uno di quei soliti tizi fastidiosi si avvicinò per fare a botte.
Così il biondino lo mise al tappeto, ma nel frattempo fini' la ricreazione.

Dopo le ulteriori ore di scuola, percorremmo il solito tragitto per il lavoro.
"Ciao, ciao!" salutò allegramente Bakugou.

Non potei fare a meno di pensare che fosse maledettamente carino con quel suo sorriso sulle labbra.

"Che ciao, ricordati che dopo viene l'auto a prenderti per portarti all'ospedale. Passa alle 18 e alle 19:30 torna a prenderti. Hai capito?" gli ricordai.
Mi guardò sorpreso.
"Posso andarci davvero??"
"È una tua amica, mi pare ovvio"
"Grazie!!!"
"Non fare tardi"
"No, no, tranquillo"
E lì ci salutammo.

Stetti a lavoro fino a tardi, come di abitudine.
Quando tornai a casa, lo trovai che si divertiva girando sulla sedia con le ruote della mia scrivania.
Sembrava che l'allegria che lo contagiava nella seconda metà della mattinata non lo avesse abbandonato, eppure nei suoi occhi c'era una strana espressione.

"Come è andata?" chiesi sedendomi sul letto.
"Molto bene! Mina sta meglio e le sue condizioni sono stabili. Dicono che forse tra due settimane potrà tornare a casa".
"Menomale. Sono contento che stia meglio"
"Anche io!"

Ci scambiammo ancora uno sguardo.
"Non mi racconti nessun dettaglio?" chiesi.

So di non conoscerlo da molto e assolutamente non bene, ma mi è sempre sembrato il tipo a cui piace condividere ciò che lo rende felice, anche semplicemente raccontando.

"Non abbiamo fatto granché. Principalmente abbiamo parlato e fatto merenda con la roba del distributore"
"Loro hanno fatto merenda"
"...si..."
"Vabbè. Di cosa avete parlato?"
"Tante cose"

Perché si manteneva così tanto sul vago?
Sembrava allegro l'ultima volta che l'ho visto.
Che sia successo qualcosa all'ospedale?
Però mi ha detto che Mina stava bene, e non credo che abbia mentito.
Che abbia litigato con qualcuno?
Eppure li ho visti tutti solo oggi, non sembrava stesse per succedere qualcosa.

"Vieni qui" ordinai indicando la parte libera del letto.
Aspettai che si sedette e poi lo guardai bene negli occhi.
Come sempre abbassò lo sguardo.
Mi chiedo se lo faccia perché sono io o perché in generale non gli piace guardare negli occhi.

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