26: Ufficiali

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Todoroki's pov

La mattina di quel martedì a svegliarmi fu il suono fastidioso di, beh, una sveglia.
Prima che potessi capire da dove venisse, il suono si spense e una figura si alzò a sedere accanto a me.

Appena la vidi, senza capire nulla, cercai di allontanarmi e caddi sul pavimento.
L'altra persona cacciò un urlo e venne a controllarmi.
Ci guardammo per due minuti buoni prima di ricordarci chi era l'altro, cosa ci facevo nella stanza di Bakugou, e perché fossimo completamente nudi.

Lui sgrano' gli occhi mentre il suo volto attraversava tutta la palette di rossi del mondo.
Torno' sul letto e affondo' la testa nel cuscino imbarazzato, mentre io mi alzavo e mi sedevo accanto a lui.

"Non sei contento di svegliarti con me, Kat?"
Borbotto' qualche insulto nel cuscino senza alzare la testa.
Io risi e lo baciati sulla testa.
Infilai i boxer, presi il resto dei vestiti e uscii dalla stanza per andare nella mia.

Mezz'ora dopo circa lui venne a bussare alla porta come ogni mattina, con lo sguardo basso e un bellissimo blush naturale che gli faceva la striscia da un orecchio all'altro.

Ci dirigemmo in sala da pranzo mentre studiavo cosa avrei dovuto dire adesso.
Avevo avuto diverse relazioni, in realtà, eppure non sapevo veramente cosa dire o fare.
Mi sembrava di essere alle prime armi.
Ci sedemmo a mangiare in silenzio e tirai fuori la prima frase che mi venne in mente.

"Hai dormito bene?"
Non alzò lo sguardo, anzi sembrava volesse ripiegare la testa nel guscio peggio delle tartarughe.
"Si, ho dormito solo due ore, ma quelle le ho fatte bene"
C'era una velata accusa in quelle parole, ma io gli sorrisi lo stesso.
Ok, gli avevo fatto questa domanda. E ora? Che gli chiedo?
Per fortuna non ci fu bisogno che continuassi perché fu lui a parlare.

"Ummm...Todoroki, noi...ummm...cosa-cosa siamo noi?"
Tenne lo sguardo basso sulla sua tazza, ma senza mangiare nulla, in attesa di una risposta.
Mi alzai, feci tutto il giro tavolo per andargli accanto, e mi inginocchia in modo da essere alla sua altezza da seduto.

"Vuoi che te lo chieda ufficialmente?"
Poi senza aspettare risposta, mentre lui processata il significato della domanda, gli presi le mani e lo guardai negli occhi.
"Io ti amo, te l'ho detto e te lo ripeto. Non so quando o come, ma mi sono innamorato di te. Perciò, Katsuki Bakugou, vuoi essere il mio fidanzato?"

Lui mi guardava con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
Per un attimo orribile ho temuto dicesse di no, e ne avrebbe avuto tutte le ragioni.
Perchè dovrebbe stare con me?
Si risveglio' come se fosse stato in trance.
"Ah, si! Certo!"

Lo tirai per le braccia e me lo feci cadere addosso.
Gli presi il volto con una mano e lo baciai.
"Ora sei contento, Kat?"
Nascose la testa nel mio petto per non farmi vedere quanto fosse rosso.

Finita la colazione, prendemmo lo zaino, e andammo a scuola.
Io sapevo che era arrivato il momento  che avevo cercato di rimandare finora, cioè la mia chiacchierata con Midorya.
Dovevamo parlare di quello che era successo, e per me finire tre anni di relazione, anche se non lo amavo più, mi rendeva triste lo stesso.
Mi sembrava in qualche modo anche di tradirlo, però mi ero promesso che contratto o non contratto, avrei aiutato economicamente Midorya per tutto il tempo in cui ne avrebbe avuto bisogno, per quanto non avessi mai saputo che aveva questo tipo di problemi.

Quando arrivammo lo presi subito per un polso e lo trascinai in bagno.
Suppongo che Bakugou avesse capito le mie intenzioni visto che non cerco' di fermarmi.
Quando arrivammo in bagno lo lasciai e chiusi la porta.

"È successo qualcosa?"
"Bakugou mi ha raccontato tutto"
Ci mise un minuto per realizzare a cosa mi riferissi.
"P-posso spiegare..."
"Non sono arrabbiato. Davvero"
Rilasso' i muscoli e abbassò lo sguardo.
"Mi dispiace. Io...non sapevo come fare e-e dovevo aiutare la mia famiglia...mi dispiace"
Mi avvicinai e lo abbracciai e lui ricambio.
"Non è colpa tua. Posso capire le tue motivazioni e tutto, ce l'ho solo con mio padre e con me"
Si staccò e mi guardò.
"Non è colpa tua"
"Si, invece. Avrei dovuto accorgermene, trattarti meglio anche. Io e te siamo andati a letto insieme. Non posso perdonarmelo"
"Erano mie scelte. Nulla di tutto questo è colpa tua. Tu non sei come lui"
Lo guardai e sorrisi.
"Spero che, nonostante quello che ti ha fatto mio padre, potremo rimanere amici"
"Speravo che me lo chiedessi"

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