20: Sensi Di Colpa

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Todoroki's pov

Dopo che avevamo trovato Bakugou, lo avevo preso in braccio e portato in macchina, poi ero partito e dritto fino all'ospedale.
Lì mi dissero di questa emorragia interna e, finalmente, potei vedere i lividi che aveva sul corpo.

Perchè non me ne ero accorto prima?
Perché non mi ero preoccupato abbastanza?
Sono così abituato alla sua presenza da dare per scontato che il suo bellissimo sorriso sia vero?
Mi sentivo in colpa e sapevo che non lo avevo protetto abbastanza.
Tutto è iniziato per colpa mia.

Avvisai anche i suoi amici e sua madre.
Era incredibile la diversità delle loro reazioni.

Gli amici si sono subito preparati, mi hanno urlato che era colpa mia e venti minuti dopo erano seduti vicino al suo letto.
La madre, invece, lo prese in giro e non venne mai.

Non capivo come potesse trattarlo in questo modo.
In fondo sapevo che meritavo il modo in cui mio padre mi trattava, io ero un manipolatore bastardo a cui piace rovinare gli altri, ma disprezzare Bakugou era impossibile.

Non si possono disprezzare gli angeli e lui era di sicuro il loro re.
Lui sapeva rischiarare il cielo con un sorriso.
Sapeva illuminare il buio con uno sguardo.
Sapeva farsi amare da solo il nome.

Katsuki Bakugou

Non avevo avuto ancora modo di chiamarlo per nome, e forse stava per morire prima che lo potessi fare la prima volta.

Quando si risveglio' ero così maledettamente contento, che quando ho capito che non si ricordava di me mi si spezzò il cuore.
Aveva rimosso tutti i momenti da poco prima di conoscermi.

Era ME che voleva dimenticare e facevo fatica a dargli torto.

Non sono riuscito ad impedire a mio padre di venire.
Lui è stato crudele, ma il punto non era questo, il punto era che a causa sua Bakugou stava avendo un attacco di panico.

Ne avevo visti e avuti tanti nel corso della vita, ancora però non sapevo come calmarne uno.
Mi stavo lasciando prendere dal panico, è solo che non volevo vederlo piangere ancora.

Schiacciai il pulsante di emergenza sperando che qualcuno sarebbe venuto in fretta.
Nel frattempo, però, lui continuava a peggiorare, così feci la prima cosa che mi venne in mente.

Lo abbracciai.

Strinsi la sua testa contro il mio petto, tenendo una mano nei suoi capelli e l'altra nella sua schiena.
Lui strinse la stoffa della mia maglietta affondando la testa.

"Shhh, va tutto bene, va tutto bene"
Sentivo che le lacrime non smettevano di scendere, così mi sedetti sul letto e, con la sua testa nel l'incavo tra spalla e testa, ripresi ad accarezzargli i capelli.

Gli baciati la fronte con delicatezza sperando che si calmasse.

Avevo passato tanto nella mia vita, e tutto sembrava peggiore, eppure vederlo così faceva male, maledettamente male.
Il respiro piano piano si stava calmando, eppure ancora nessuno si era fatto vivo e la cosa mi infastidiva non poco.

Alzò la testa in certo e mi guardò come se cercasse il senso della sua esistenza nei miei occhi.
Avrei voluto potergli dare una risposta eppure io cercavo il senso nella mia nelle sue iridi.

Deglutii costringendomi a spostare lo sguardo e mi alzai.
"Stai bene?"
"S-si, grazie"
Abbassò lo sguardo sulle sue mani poggiate sulle sue ginocchia.
Eravamo entrambi a disagio in quel momento.
Avrei voluto dirgli tante cose, ma le parole non uscivano, e non so nemmeno quali fossero queste tante cose.

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