4: Soffrire

470 23 4
                                    

Todoroki's pov

Esco dal bagno dopo aver fottuto il mio ragazzo.
Per qualche motivo il sesso di oggi non mi aveva infuso il solito piacere, anche se non ne comprendo il motivo.

Torniamo dai nostri amici e appena mi accorgo che una chioma bionda manca all'appello un piccolo senso di panico si infonde nelle mie ossa.
"Bakugou?" chiedo cercando di non trasmettere il panico che provavo.
"È andato di là" dice Momo (la ragazza con la coda) indicando un corridoio.

Mi dirigo a passo spedito verso la direzione indicata cercandolo con lo sguardo.
Chissà cosa è successo per averlo fatto andare via.
Sono preoccupato, anche se non capisco perché.
In fondo di lui non me ne dovrebbe importare nulla.
Giusto?

Lo individuo più o meno a metà corridoio, che sta ridendo con alcuni ragazzi.
Non li riconosco, ma il fatto che stiano con lui e che lui sembra stare bene con loro, mi infastidisce abbastanza.

Mi avvicino e mi fermo dietro di lui a braccia conserte.
"Bakugou" chiamo con voce gelida.
Un brivido attraversa la sua schiena.
Si gira e mi guarda alquanto imbarazzato.

Continuo ad osservarlo con uno sguardo duro, fino a costringerlo ad abbassare lo sguardo.
"Scusa" mormora.

Lo prendo per un polso, sotto gli sguardi contrariato dei suoi amici, e lo trascino via, fino a fermarmi all'incrocio.
"Che cazzo pensavi di fare?! Eh?!" urlo arrabbiato "Devi fare come dico io! Per quale motivo te ne sei andato?!"
Lo osservo duro.

Apre la bocca un paio di volte, per poi riciuderla subito dopo.
"Scusa" ripete con il solito tono.
Non insisto, in fondo non servirebbe a nulla, ed io lo so.
Non capisco però perché non mi abbia detto cosa fosse successo.
Non che me ne importi davvero qualcosa, solo semplice curiosità.

Lo prendo per il polso e lo trascino in classe con me.
Mi guarda stranito e confuso.
Non abbiamo la stessa età, non frequentiamo le stesse lezioni, ma le nostre classi, per fortuna, sono vicine.

Gli faccio cenno di andarsene.
Lui esce.
Solo all'ora mi rendo conto che si sta tenendo il polso.
Devo avere stretto troppo.
Non me ne ero accorto.
Ecco, adesso ho i sensi di colpa.
Oh, ma perché dovrei dispiacermi?!
Lui deve fare come dico io!
È colpa sua, perché non ha fatto come gli era stato detto.

Le lezioni proseguono lente.
Dopo le prime due ore, c'è la ricreazione, durante la quale ci spostiamo in cortile.
Io e i miei amici ci fermiamo al nostro solito muretto.

Due minuti dopo veniamo raggiunti dal biondino.
Non dice nulla, si limita a posizionarsi in fondo al gruppo, poggiato al muro, e tira fuori il suo panino.
Sinceramente non ricordavo quando lo avesse preso, non facevo molto caso ai suoi movimenti.

"Accidenti, ho dimenticato la merenda. Biondo, perché non mi dai la tua?" dice Midorya (il mio ragazzo).
Prima che potessi intromettermi, Bakugou mormora un "certo" e lascia la sua merenda a Midorya.

Non so cosa abbia esattamente, ma non sembra di buon umore.
Non glielo chiederò in ogni caso.

Continuiamo a mangiare tranquilli per qualche altro minuto e poi veniamo interrotti da una delle persone che odio di più in assoluto, Ojiro.
"Ehi, bicolor, noi abbiamo un conto in sospeso!" mi urla.
Ma quale conto in sospeso!
È la quinta volta che mi chiede di battermi, perché tutte le volte vinco io.
Comunque non mi tiro indietro davanti ad un combattimento, MAI.

Ho le mani libere perché ho già finito la merenda, così alzo i pugni aspettando che colpisca per primo.
Prima che il combattimento possa iniziare, però, il biondino si piazza davanti a me.
Alza i pugni e osserva l'avversario con aria determinata.
"Pagina 3 paragrafo 5: evitare qualunque scontro diretto nel quale si possa fare male. Se inevitabili, agire al suo posto" cita.

Perché Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora