Cap. 11 || Il compelanno del rosso

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Non ero mai stata a casa di un mio compagno di classe, ero in ansia, ma al contempo, curiosa di sapere come fosse la famiglia di Kirishima.

I miei complessi esistenziali non tardarono ad arrivare, avevo pile interminabili di vestiti che invadevano il mio letto, in quel momento tutto mi stava tremendamente male.

«Reha se continui così farai tardi!»
«Aizawa non mi sei d'aiuto!!» alla fine optai per una gonna bianca a palloncino, un paio di calze nere del medesimo colore del maglioncino di lana.
Provai a sistemare i capelli con qualche boccolo, erano cresciuti parecchio dall'inizio dell'anno scolastico.

«Sono pronta» esclami scendendo le scale
«Non sono pronto per queste cose, la mia nipotina sta crescendo» disse il tizio che fingeva di essere mio zio asciugandosi con il pollice un'inquietante lacrima di commozione.
«Dai andiamo che sono già in ritardo»

Kirishima non abitava nelle mie vicinanze, quindi Aizawa decise di accompagnarmi in auto alla festa. Giunti d'avanti l'ingresso della casa del rosso scesi dalla macchina, ringraziai Shota e facendo un enorme sospiro bussai. Ad aprirmi fu Bakugou. Restammo sulla soglia della porta fermi a fissarci come due cretini, non mi aspettavo che ad aprirmi sarebbe stato lui.

«Mi fai entrare?» chiesi
«Che ci fai qua?» domandò, i miei nervi iniziarono a saltare, uno ad uno.
«Secondo te? Kirishima mi ha invitato al suo compleanno» entrai di prepotenza spingendolo leggermente via, il biondino richiuse la porta e come un pazzo sbraitò il nome del rosso
«CAPELLI DI MERDA VIENI UN ATTIMO!»

«Reha ci sei anche te! Come sono felice non sono l'unica ragazza oggi!» disse Mina abbracciandomi, quasi mi soffocava in quella stretta mortale«Ma poi sei bellissima! ti sei truccata? aaa adoro la tua gonna» aggiunse

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«Reha ci sei anche te! Come sono felice non sono l'unica ragazza oggi!» disse Mina abbracciandomi, quasi mi soffocava in quella stretta mortale
«Ma poi sei bellissima! ti sei truccata? aaa adoro la tua gonna» aggiunse

«Grazie Mina! anche te stai bene!!» tra mille lusinghe mi trascinò lontano da biondino.

Bakugou's pov
Il campanello suonò e nessuna delle comparse mosse il culo per andare a vedere chi fosse. Aprii la porta e me la ritrovai d'avanti, era più bella del solito. Rimasi come un ebete, fermo, senza dire nulla, e lei come al solito non perse occasione per farmelo notare.
Dovevo ammazzare quel rosso bastardo che aveva organizzato tutto.

«Perché non mi hai detto che ci sarebbe stata anche lei?» chiesi prendendo Kirishima per il colletto della felpa
«Piano Katsuki, volevo fosse una sorpresa» disse sogghignando
«Giuro che ti faccio saltare in aria, a me non frega un cazzo di lei, quindi smettila con questi giochetti.»
«Certo, come se non mi avesse raccontato il tuo salvataggio da super eroe con il suo amico di infanzia, Bakugou prendi in giro te stesso ma non me» sussurro Eijiro staccandosi dalla mia presa, diedi un pugno al muro all'altezza della sua testa, ho concentrato tutto me stesso per mancarlo di proposito
«La prossima volta ti centro» dissi

«Ma che state combinando? cos'è stato quel forte rumore?"» ci mancava solo Sero...
«Niente lascia perdere» dissi andando via da quella stanza, rimasi imbronciato per tutto il tempo con le braccia conserte sul divano. Mi giravano parecchio, avevo programmato una serata senza troppe preoccupazioni e mi ritrovai con la regina delle mie preoccupazioni.

« Come mai quel muso lungo?» mi chiese Reha, avrei voluto urlarle in faccia che il mio malumore era dovuto alla sua presenza
«Lasciami in pace» borbottai girando il viso nel senso opposto al suo.

Reha's Pov
Il biondino non cambiò espressione nemmeno durante il compleanno del suo migliore amico, ma sinceramente non avevo voglia di stare dietro ai suoi capricci.
Nonostante avessimo legato un po' di più durante ultime settimane per via degli allenamenti, la tensione tra di noi era sempre presente.
Fu una festa davvero piacevole, la famiglia di Kirishima era fantastica, un po' lo invidiavo. Quando arrivò il momento di andar via, Aizawa, che doveva venirmi a riprendere non rispose alle mille chiamate, con molta probabilità si era addormentato.

«Torna con Bakugou, è notte fonda» disse il rosso, Katsuki restò in silenzio senza opporsi, io non volevo attraversare mezza città da sola quindi accettai senza troppi giri di parole. Il bus che ci avrebbe portato a casa non tardò ad arrivare, ma i posti erano tutti occupati.

«Ragazzi forza sedetevi altrimenti non si parte, infondo ci sono due posti iberi» disse l'autista, quei posti li avevamo visti fin troppo bene ma nessuno dei due aveva voglia di stare così vicino all'altro.

Katsuki si sedette al lato del corridoio mentre io presi posto accanto al finestrino. Si tratteneva il braccio per non sfiorarmi, quella posizione doveva essere davvero scomoda.
«Guarda che ho il cappotto, non mi ustioni se mi tocchi» borbottai a bassa voce cercando di evitare il contatto visivo e il suo gomito iniziò a spingere contro il mio.

Riuscivo ad intravedergli il volto nel riflesso del finestrino, imbronciato come sempre, come se ce l'avesse con il mondo intero. Ogni tanto le luci del paesaggio offuscavano il suo riflesso nel vetro per poi farlo riapparire, mi voltai verso di lui, cavolo aveva delle braccia davvero muscolose, la mia attenzione fu catturata da qualcosa di strano che gli spuntava tra i capelli, una piccola spiga che si confondeva con il suo colore naturale, avvicinai la mano per toglierla ma Katsuki in quel momento si girò di scatto, i nostri volti erano a pochi millimetri l'uno dall'altro, non era la prima volta che accadeva una cosa simile, ma in quell'occasione fu diverso. Arrossimmo entrambi di colpo, lui con fare un po' impacciato cercò di nasconderlo sprofondando il viso nella sciarpa di lana nera.

«Cosa fai?» chiese, aprii lentamente la mano facendogli notare la piccola spiga dorata al centro del palmo «Avevi questa tra i capelli»
Il paesaggio divenne familiare e la nostra fermata arrivò
«Grazie Bakugou» dissi sistemandomi la gonna un po' stropicciata per il viaggio

«Di nulla comparsa» il repertorio di insulti e di parole poco carine di Bakugou sapeva essere davvero vasto, risposi con un dito medio che accompagnai quasi in modo involontario con un sorriso, lui ricambiò il gesto ma il suo volto restò impassibile.

Giunta a casa, come immaginavo Aizawa era collassato sul divano, il telefono si illuminò, era un messaggio da Kirishima:

K: Sei arrivata? com'e andato il rientro con Katsuki?
io: sono arrivata in questo momento, bene, si è comportato come al solito
K: sono contento, grazie di essere venuta
io: grazie a te per avermi invitata, ci vediamo scuola, notte
K: notte!

Eijiro era fantastico, era davvero facile relazionarsi con lui.

Come un fiocco di neve || Bakugou x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora