Cap.27 || tra le luci sul tetto di un manicomio

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Lasciai quell'ufficio dopo mille raccomandazioni, non capivo se il preside mi vedeva come una bomba ad orologeria o come un ottimo studente, ma devo ammettere che l'idea di convivere con tutti i miei compagni di classe mi esaltava parecchio!

«PALLA!» afferrai di scatto il pallone che per poco non mi avrebbe colpita in pieno volto.
«Bakugou! Ma ci vedi?!» ovviamente tra le decide di studenti che erano presenti in quel momento proprio lui doveva tirarmi una pallonata
«Stai calma mica ti ho presa!»
«Calma un corno, se mi avessi presa con questa potenza mi avresti rotto il naso! Ma poi che ci fai a scuola di sabato mattina?»
«Sono con Denki, Kirishima e gli altri ragazzi, volevamo fare una partita» sbuffò e continuò «Ti ho intravista quando sei arrivata ma se ti fossi venuto a salutare sarebbero venute anche quelle comparse. Il pallone l'ho lanciato apposta, sapevo che l'avresti preso al volo, in questo modo ho avuto una scusa per allontanarmi. Mi chiedevo se lunedì dopo le lezioni ti andava di andare da qualche parte»

«PFT...» involontariamente feci una smorfia di sorriso, mai avrei pensato di vederlo così impacciato
«Che cazzo ridi?»
«È un appuntamento?» domandai sogghignando
«Se anche fosse?» Bakugou si incupì, mi faceva tenerezza, meglio non calcare la mano
«Va bene, va bene, vengo a prenderti appena finiscono le lezioni, tanto sono ancora sospesa» a casa mi annoiavo tantissimo, Shota lavorava tutto il girono i rapporti con i gemelli erano sempre tesi, papà era tornato da "mamma".

«Questo è il mio numero...» Bakugou mi porse un biglietto su cui vi era scritto il suo numero, se lo era sicuramente preparato, trattenere le risate iniziava ad essere davvero arduo. Nell'intento di afferrare il biglietto gli sfiorai sbadatamente la mano, ci eravamo baciati decine di volte ma toccarlo mi faceva sempre uno strano effetto.
«Ti scrivo appena torno a casa così salvi anche il mio, a proposito, hai saputo della notizia dei dormitori?» chiesi curiosa della sua risposta
«Certo, il preside però ci aveva imposto di non farne parola con te, voleva essere lui a dirtelo di persona»

«Saremo coinquilini!» aggiunsi sorridendo allontanandomi piano piano
«NON PUOI DIRMI UNA COSA DEL GENERE E ANDARE VIA COME NULLA FOSSE!»
«Ciao Bakugou!»
«Maledetta...»
In classe tutti avevano il mio numero tranne lui, ci ha messo un anno per chiedermelo. A casa gli inoltrai un collage di lui e Nigiri e in cambio mi inviò la foto del suo dito medio.

Lunedì mattina mentre tutta la mia classe era scuola, io che ancora ero sospesa, ero sommersa da una delle più grandi angosce di noi ragazze:
Cosa diamine mi metto?

Il pavimento della mia camera era sommerso da decine di vestiti, ormai non ti riusciva neanche più ad intravedere il parquet sottostante. Alcuni erano finiti persino in testa ad Ombra che noncurante continuava a dormire come un sasso.

«Reha, sono Kuro posso entrare?» chiese bussando alla porta
«Entra pure ma non so se riuscirai ad uscire...»
«Ma che stai combinando?» esitai un po' a rispondergli, non sapevo se fosse il caso o meno dirglielo visto i precedenti episodi

«Ho un appuntamento con Bakugou...» ero pronta per l'ennesima ramanzina
«Capisco...allora alla fine vi siete messi insieme?» chiese facendosi largo tra il caos disseminato
«Non proprio, diciamo che ci stiamo lavorando»
«Dai ti aiuto a cercare qualcosa, Reha ti do una mano a cercare qualcosa, dietro la porta c'è anche quel cretino di Airo, sta aspettando il consenso per entrare...» sentivo le lacrime venir giù da sole, corsi ad abbracciare quei due rompipalle, mi erano mancati...

«Reha ora staccati che Ombra ci sta guardando male... forza abbiamo un lavoro qua!»

Dopo ben due ore, crisi isteriche e pianti senza senso, ero pronta. Avevo scelto una gonna bordeaux con delle bretelle ed un semplice maglioncino nero a collo alto leggermente aderente, un paio di parigine del medesimo e delle converse bianche. I capelli erano raccolti di lato in una lunga treccia.

Come un fiocco di neve || Bakugou x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora