❄️I fiocchi di neve sono bellissimi e al contempo molto delicati.
Basta un raggio di sole per farli sparire.
Se fossimo noi quel fiocco di neve?
Se il nostro cuore iniziasse a battere per quel raggio di sole? 💥
🔥 𝕮𝖔𝖒𝖊 𝖚𝖓𝖆 𝖈𝖆𝖓𝖉𝖊𝖑𝖆...
La trascinai lontano da occhi indiscreti, in un piccolo vicolo dietro un vecchio ristornare.
« Reha ti rendi conto di cosa hai combinato? » lei scostò la mia mano dalla sua spalla, quasi infastidita che l'avessi toccata « Ho ucciso il nemico » dritta al punto, con una tale freddezza « Si, esatto, ma hai capito che non dovevi farlo? Il nostro compito è solo quello di catturarli e consegnarli alla polizia » « È una cosa stupida » cosa avrei dovuto dirle?! La pensavo esattamente come lei. Se avessi cercato la parola "ipocrisia" nel dizionario probabilmente avrei trovato una mia foto
« Che ti piaccia o no, la nostra società, la nostra giustizia, funzionano in questo modo, quindi vedi di adeguarti e vola basso » « L'unico che vola qua sei te » era così insolente da farmi perdere la pazienza
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Il suo sguardo di sfida si spense, il suo corpo si accasciò al suolo come un pesante macigno. Una macchia di sangue si fece largo sotto i suoi vestiti, colorando quella maglia bianca in un rosso acceso. « Merda ma sei ferita! » esclamai, con un gesto fulmineo la sollevai dal suolo di quello sporco vicolo per dirigermi verso l'ospedale più vicino
« Hawks che cosa è successo? » chiese il primario venendo verso la mia direzione con una equipe di infermieri « È una mia stagista, è stata ferita alla schiena da un villain, non so da quanto tempo perde sangue. » la voce era tremolante, c'erano cose che il mio quirk non poteva fare, e in quelle occasioni mi sentivo maledettamente impotente. Adagiai il suo corpo privo di coscienza sulla barella e la seguii con lo sguardo finchè non la vidi sparire.
"Come ho fatto a non accorgermene?!" era l'unica cosa a cui pensavo
Presi posto insieme alle persone presenti in quella sala d'attesa, reggevo la testa con le mani, come se mi fosse caduta da un momento all'altro, tutti mi conoscevano ma in quel momento nessuno osava avvicinarsi a me, come si consola un eroe?! Come si consola qualcuno che abbiamo sempre visto come una figura imbattibile, al di sopra dell'umano?!
Passarono due ore, poi qualcuno pronunció il mio nome « Hawks! Abbiamo finito si è svegliata e sta bene » un sospiro di sollievo lasciò la mia bocca « Abbiamo trovato tracce di una sostanza velenosa nel suo sangue, probabilmente il veleno ha fatto ingresso dalle ferite che ha sul volto. Quando l'hanno colpita alla schiena il sangue non rispondeva al comando del suo quirk per questo non riusciva a richiudere la ferita»
"Quindi quella era una trappola studiata appositamente per lei, ci eravamo cascati in pieno."
Le infermiere presero l'incarico di chiamare la sua famiglia, nel giro di qualche minuto quell'ospedale fu invaso di persone.
Reha's pov L'ultima cosa che ricordavo era la conversazione con Hawks poi il vuoto. Le bende mi avvolgevano il torace, garze bianche adornavano le mie guance. Il mio corpo aveva il peso di una montagna « Oh Reha sei sveglia! » esclamò mio padre in lacrime alzandosi di scatto dalla sedia accanto al letto « Cosa è successo? » chiesi massaggiandomi la fronte, ero ancora stordita e non riuscivo a riordinare tutti i pensieri
« Il villain contro cui hai lottato ti ha iniettato del veleno all'interno del tuo organismo, è stato trovato l'antidoto ma ci vorrà almeno qualche giorno prima che tutta la sostanza venga espulsa » « Devi restare in ospedale almeno per due giorni » aggiunse Airo sistemando le tende della finestra di quella fredda e noiosa camera. « Ben svegliata! Ti ho preso qualcosa al bar » esclamò Kuro entrando dalla porta con le mani piene di merendine « Anche Ombra è venuto a trovarti » disse mia madre
Era da tanto che la mia famiglia non si riuniva, serviva una tragedia per farci incontrare... I miei fratelli si accoccolarono accanto a me mentre mamma e papà mi riempirono di domande sul villain con cui avevo combattuto.
« Permesso... » disse timidamente l'eroe numero due cercando un consenso per entrare in quella camera « Entra pure » esclamò papà « Signor Aizawa sono costernato per l'accaduto, sua figlia era sotto la mia custodia ed io ho fattilo. Un episodio simile non accadrà mai più, glielo posso giurare »
« Hawks... » mio padre porse la mano all'uomo difronte a lui il quale ricambiò il gesto in una decisa stretta « lei non deve fare promesse che non può mantenere. Mia figlia tra qualche mese diventerà un hero a tutti gli effetti, quando si decide di percorrere questo cammino bisogna essere coscienti del pericolo in cui si va incontro. Ho tre figli, tutti e tre sono eroi, vivo con il costante terrore di ricevere una telefonata in cui mi viene detto che uno di loro ha perso la vita. Ma cosa dovrei fare?! Impedirglielo?! Dovrei davvero impedire ai miei figli di inseguire i loro sogni? Io voglio che loro vivano una vita degna di essere vissuta. Sbaglieranno, si faranno male e si rialzeranno. Quindi non si scusi »
In quel momento mi resi conto del lavoro che svolgevano ogni giorno i miei genitori, della fiducia assoluta che nutrivano in noi, tre teste calde pronte a mettersi nei guai.
« Hawks anche te qui?! » vociò zio Shota entrando in camera « Suvvia cancella quella faccia da funerale, mia nipote ti soffierà il posto in classifica un domani » aggiunse per rompere la tensione, ma la realtà è che in quelle parole lui ci credeva davvero
« Pft, ne sono sicuro » mormorò Keigo accennando una piccola smorfia
« Rehaaaa!! » « Ragazze che ci fate qua?! » chiesi sorpresa nel vedere tutte le ragazze di classe catapultarsi sul mio letto scaraventando via Kuro e Airo « Abbiamo origliato la telefonata del professore Aizawa » sussurrò Mina
« Che cos'è successo?! Come stai? » Ochaco e le sue mille domande non mancavano mai « Nulla di che, incidente sul lavoro! Ora che siete qui sto mooolto meglio » « Non fare la sfacciata » aggiunse Mina avvinghiando le sue braccia intorno al mio collo Fiori e palloncini di ogni colore adornavano quelle spente pareti, dopo qualche ora amici e parenti lasciarono quella stanza d'ospedale dandomi l'occasione di riposare un po'.
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