Cap. 45 || Gelosia

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« Possiamo andare! » esclamai dirigendomi verso l'agenzia, avevo ottenuto quello che volevo
« Sei assurda. Forza che ho delle cose da sbrigare alla Yuei. »
« Devo venirci anche io? »
« Certamente » era da un po' che non vedevo i miei compagni di classe quindi fui felice della proposta, mi voltai ancora una volta a guardare quella ragazza, c'era qualcosa che mi attirava in lei

« Non si fissano le persone » brontolò Hawks riprendendomi
« C'è qualcosa in lei che mi attira »
« Probabilmente è il suo quirk » mi accontentai di quella risposta, anche perché non ne avevo altre

Qualche fiocco di neve comparve tra quegli enormi nuvoloni grigi
« Il preside ci aspetta, muoviti! La neve puoi crearla anche tu, non restare lì imbambolata » era completamente diverso dall'Hawks innamorato di qualche minuto fa.

Ci affrettammo a raggiungere la Yuei prima che le strade si colorassero definitamente di bianco. I volti all'interno di quell'edificio cambiavano di tanto in tanto ma le mura erano sempre le stesse. La maggior parte degli studenti non sapeva minimamente cosa li aspettava una volta lasciati quei banchi, io e molti dei miei compagni più volte siamo stati a due passi dalla morte, così vicino da poterne sentire l'odore.
Coloro che saranno degni di essere chiamati "eroi" si conteranno sulle dita di una mano.

«Va pure dai tuoi compagni, ne avrò per un po' io» mormorò l'uccellaccio dandomi un leggero colperò con una piccola agenda sul capo
«Quando hai finito mi troverai in classe» all'ingresso di quel lungo corridoio prendemmo due direzioni opposte, erano settimane che non entravo in aula e qualche farfalla mi svolazzava nello stomaco

«Buondì! Disturbo?» dissi entrando cercando di farmi riaffiorare in qualche modo il calendario delle lezioni per ricordarmi chi ci fosse in quel momento in aula

«Reha!! Se entri così di botto ovvio che disturbi» urlò present Mic frantumando il piccolo gessetto che aveva tra le mani
«Su su, professore non si agiti, starò in silenzio senza disturbare»
Il pover'uomo si massaggiò una tempia dal nervoso, provava davvero a mantenere la calma
«Lasciamo perdere tanto tra 10 minuti sarebbe finita la lezione, vi concedo questi ultimi minuti di pausa» prese la sua radio e con un filo di risentimento per aver interrotto la sua strabiliante performance, andò via.

La classe si riunì intorno a me invadendomi di domande sullo stage

«Tokoyami! Ma Hawks è quasi sempre stronzo?» chiesi al pennuto senza giri di parole, interrompendo per qualche istante l'infrenabile curiosità dei miei amici
«Beh, non è facilissimo rapportarsi con lui» indirettamente aveva confermato la mia domanda
«Reha beata te, anche io voglio fare uno stage con un eroe figo come Hawks» brontolò Mina
«Fidati di figo non ha proprio nulla» ai miei occhi era più come un tiranno

Il mio sguardo cadde involontariamente sul banco di Katsuki, ma lui stava guardando altrove, sembravamo due estranei

«C'è Bakugou?» una fievole voce mi fece tornare con la mente tra i presenti, era una ragazzina minuta, con lunghi capelli color nocciola e gli occhi del colore del cielo.

«Oi, sono qua, arrivo!» il biondino non si fece attendere troppo, mi passò accanto sollevando la mano accennando un saluto forzato ed uscì dall'aula

«È quella la nuova ragazza di Katsuki!» mi sussurrò Ochaco avvicinandosi al mio orecchio
«Uhm, che quirk ha?» fu la prima domanda che mi venne in mente, come se un potere potesse definire o meno una persona
«Controlla le condizioni del meteo, pioggia, grandine, neve, sole. Non infierisce sulle temperature o su fattori come il vento»
«Una brutta copia del mio quirk in pratica può solo decidere se domani pioverà o meno.» quella frase mi uscii abbastanza male
«Suvvia non essere cattiva» borbottò Kirishima che stava ascoltando il discorso con Mina
«È un dato di fatto» sospirai strusciando le braccia sul banco. Non riuscivo a capire se quel sentimento fosse odio o gelosia, probabilmente non sarei stata in grado di controllare le mie azioni se fossi stata da sola con la nuova ragazza di Katsuki. Mi facevo paura da sola.
Senza rendermene conto, strinsi così forte le unghie nei palmi delle mani da farmele sanguinare. Dovevo correre in bagno e nascondere ciò che avevo appena fatto.

Mi alzai di scatto da quella sedia e lasciai la confusione della 3A, il bagno per fortuna era deserto, infilai le mani sotto l'acqua corrente e mentre vedevo le mie ferite rimarginarsi ripensavo a tutto quello che era successo nell'ultimo anno. Ero cambiata tanto, non riconoscevo più il riflesso che in quel momento era nello specchio dinnanzi a me. Erano mesi che non mi spuntava un bucaneve tra i capelli, quei fiori che ho tanto odiato mi mancavano, erano la parte più sincera di me.

«Kirishima che ci fai qua?» il rosso era appoggiato al muro di fronte al bagno delle ragazze con le braccia conserte
«Aspettavo che uscivi dal bagno, non ero sicuro che stessi bene» quel dannato ragazzo era sempre lì nel momento del bisogno. Veniva a salvarmi ogni volta che mi perdevo nel mio stesso labirinto.
«Kirishima...io...» il mio viso sprofondò nel suo petto, soffocavo il pianto tra la stoffa della sua giacca che in pochi istanti fu zuppa delle mie lacrime, lui semplicemente poggiò una mano sulla mia testa, restando in silenzio.

«Non fa nulla, piangi quanto vuoi, prendimi a pugni se ti fa sentire meglio

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«Non fa nulla, piangi quanto vuoi, prendimi a pugni se ti fa sentire meglio. Non tenerti tutto dentro. Il preside ci ha spiegato cos'è successo, sappiamo tutto. Sei proprio una stupida, pretendi sempre di poter risolvere le cose da sola» Si alternavano piccole carezze ad incessanti singhiozzi. Probabilmente finii tutte le lacrime perché alla fine smisi di piangere.

«Oh, Reha ti stavo cerc-»
«S-salve signor Hawks...»
«Credo che passerò a prenderla più tardi, non so trattare con queste cose, te l'affido Kirishima» quella fuga in grande stile mi strappò un piccolo sorriso, mi asciugai il volto arrossato con la manica della mia giacca
«Sei molto più bella quando non piangi» sussurrò Eijiro

» «Credo che passerò a prenderla più tardi, non so trattare con queste cose, te l'affido Kirishima» quella fuga in grande stile mi strappò un piccolo sorriso, mi asciugai il volto arrossato con la manica della mia giacca «Sei molto più bella quand...

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«Cretino...» mi sentivo presa in giro in quel momento ma nonostante ciò mi fece piacere quel complimento. Lo disse con una naturalezza tale accompagnata da un sorriso così contagioso che sentissi tristi in sua presenza sembrava quasi un sacrilegio

Come un fiocco di neve || Bakugou x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora