Bad Blood.

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4.

«Volevi qualcosa idiota?» Jason si rivolge in modo brusco nei confronti di Eddie e lui non perde tempo per prenderlo in giro facendo una linguaccia e mettendo le dita dietro la testa come per simboleggiare il diavolo, come quello ritratto nella su...

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«Volevi qualcosa idiota?» Jason si rivolge in modo brusco nei confronti di Eddie e lui non perde tempo per prenderlo in giro facendo una linguaccia e mettendo le dita dietro la testa come per simboleggiare il diavolo, come quello ritratto nella sua maglietta.
Lo guardo divertita mentre fa questo gesto, a suo agio noncurante di ciò che pensano quelli accanto a lui.

«Strano.» Ripete Jason, lo ripete più volte come se volesse ricordare a tutti chi è realmente Eddie Munson, uno strano che non fa altro che cercare attenzioni.

Mi avvicino al loro tavolo lentamente con il vassoio in mano, Mike e Dustin mi guardano confusi e penso sia perché non c'è nessuna ragazza oltre me che ha il coraggio di sedersi vicino a loro.

«Emily tutto ok? Come mai non sei con le altre ragazze?» Mike me lo chiede penso per assicurarsi che non sono realmente uscita fuori di testa per aver fatto una cosa simile, come posso spiegarlo in parole povere?

«Diciamo che mi trovo a mio agio in mezzo agli "strani", non vi dispiace vero? Posso sempre togliere il disturbo.» Faccio finta di alzarmi e vengo subito fermata da Dustin che mi dice di poter stare qui quanto voglio, alla fine non creo nessun tipo di disturbo al gruppo dell'Hellfire club.
Un buffo nome.

«Ciao strana.» Eddie si rivolge a me con un sorriso e poi continua a parlare con i suoi amici, dice che questo è il suo anno e farà di tutto per diplomarsi perché non vuole essere un fallito e vuole avere un futuro decisamente diverso. «È il 1986 baby, l'anno delle riconquiste! Almeno per me, per noi del gruppo dell'Hellfire.»

Io ho finito di mangiare ma non voglio alzarmi subito, mi piace sentire quello che dicono e poi Eddie insieme a Mike e Dustin si comporta da fratello maggiore, un po' come Brad con me nei suoi giorni buoni.

«Puoi sederti qui tutte le volte che vuoi, dico sul serio Emily. Hai visto Max per caso? È da un po' che non si vede in giro, nemmeno Lucas lo vediamo più come prima.»
Il gruppo si è sciolto a causa del trasferimento di Will e Undici, io non mi sono mai sentita parte di quello che una volta era perché tendevo a frequentare più Billy e Max, però alcuni li conoscevo di vista e mi bastava.

«Mike tu conosci la ragazza qui? Non sapevo avessi questo tipo di confidenza, non spiccica parola con nessuno.» Dice un ragazzo di fronte a Mike, prima che lui risponda viene subito interrotto da Eddie che si alza dalla sedia e si avvicina a me per poi sedersi al mio fianco.

«Se Mike ha confidenza con lei è perché se lo è meritato presumo, Emily è una ragazza tranquilla ma questo non fa di lei una che non è capace di rispondere da sola alle tue stupide affermazioni.» Mimo un "grazie" con le labbra prima di prendere il vassoio e di alzarmi dal tavolo per buttare il cibo dentro nel cesto dell'immondizia, mi domando perché Eddie si prenda sempre la briga di difendermi tranquillamente.

«Mi dispiace per quell'idiota del mio amico, a volte non ragiona con la testa e dice stronzate. Spero che non ti sei offesa, se è così mi scuso subito io da parte sua.»

«Non è questo, sono io che non sono in grado di rispondere come vorrei. Non è colpa di nessuno, nemmeno del tuo amico. Adesso vado in classe, non vorrei arrivare in ritardo per la prossima ora.»

«Ci vediamo in classe Emily.» Sorrido e poi vado verso l'uscita della mensa, mancano le ultime due ore e poi finalmente potrò andare a casa, magari passerò prima dalla biblioteca visto che è da secoli che non leggo un libro nuovo, potrebbe servirmi come ispirazione?

Tornando in classe nel corridoio sento Max e Lucas discutere sul perché lei sia scomparsa dopo la morte di Billy, non dando la possibilità a Lucas di poterla consolare e di stargli vicino in quel periodo buio.
Max non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno, voleva solo restare da sola e cercare di far passare il dolore solo evitando i contatti con le altre persone, un po' come me.

«Non ho bisogno del tuo aiuto.» Max invece ne hai bisogno eccome, ma fino a quando non sarò io stessa a venire da te non credo mi cercherai, aveva ragione mio fratello questa mattina quando diceva che la vita avanti e sono io ad essere rimasta indietro, a continuare a vivere nel 1985.

~

«Buona giornata ragazzi!» Il professore di storia ci saluta e ci avverte che presto ci darà un compito da fare che riguarda la scuola, dovremmo parlare in terza persona esprimendo la nostra opinione in modo più dettagliato ma senza usare frasi del tipo:" io penso, io dico ecc".

«Quello è uscito fuori di testa, la classe non batterà ciglio e lo farà comunque.» Sento dire a una mia compagna, io non so se ne avrò il tempo e la voglia di iniziare un compito così complicato, un testo in terza persona? È follia pura, senza alcun dubbio.

Prendo il mio zaino e trovo un foglio appiccato sul retro con scritto:"Freak." Non ci credo, lo hanno fatto di nuovo! Sapevo di non poter stare tranquilla per più di qualche ora, non smetteranno mai di assillarmi.

«Qualcosa non va sfigata? Non ti piace quello che abbiamo scritto sopra il tuo zaino? È quello che pensano tutti in questa scuola e devi accettarlo, non dovresti nemmeno essere qui.»

«Perché non ve ne andate a fanculo? Siete solo bravi a fare le cose alle spalle, non siete meglio di me in questo caso.» Faccio il dito medio a quei quattro imbecilli ed esco subito dalla classe correndo per il corridoio assicurandomi che non abbiano la brillante idea di seguirmi.

Che stronzi! Non importa se ho una stupida scritto dietro lo zaino, non importa se la gente pensa che sono strana perché a me sta bene così, se sono considerata come Eddie allora mi va più che bene.

𝐔𝐧𝐝𝐞𝐫 𝐘𝐨𝐮 |𝐄𝐝𝐝𝐢𝐞 𝐌𝐮𝐧𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora