You and Max.

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18.

«Ragazzi? Dustin? Mi ricevete?»Prendo subito il walkie-talkie rispondendo immediatamente, non sono passate nemmeno 24 ore ma sembra che lui non riesca a stare senza sentirci ed è proprio questo il bello

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«Ragazzi? Dustin? Mi ricevete?»Prendo subito il walkie-talkie rispondendo immediatamente, non sono passate nemmeno 24 ore ma sembra che lui non riesca a stare senza sentirci ed è proprio questo il bello. «So che non dovrei disturbare quello che state facendo ma ho alcune richieste, magari se mi portate delle birre. Si non dovrei pretendere questo da voi però sapete com'è, sono chiuso in questa casa da solo e con poco cibo a disposizione.»

«Eddie pensavo fosse una cosa seria, mi hai fatto prendere uno spavento e non scherzo!» La mia voce che in realtà non è affatto minacciosa lo fa scoppiare a ridere per poi dire che sono sempre la solita paranoica, dovevo sospettare che lo facesse. «A parte gli scherzi, stai bene vero? Lo so è passato pochissimo da quando siamo andati via però ho uno strano presentimento te l'ho detto, non dovrei stare qui a spiegartelo però è troppo complicato.»

«Emily Adams non smetti mai di sorprendermi lo sai? Nonostante ci separano pochi isolati tu continui a dirmi che hai paura che mi accada qualcosa di brutto... Sei sicura di non voler ritornare qui per accertartene di persona?» È un tono sarcastico quello che sento da parte sua? Mi sento in imbarazzo dopo aver sentito quello che ha detto, in fondo non ha mai usato un certo atteggiamento nei miei confronti e a volte questa sua doppia personalità esce fuori ma non del tutto, chissà per quanto a lungo sta trattenendo ciò che realmente vorrebbe dire.

«Manderò Steve o Dustin non preoccuparti, non spreco di certo il fiato per venire di nuovo in quell'orrido posto.»

«Uh, che cattiveria gratuita. Etichettarlo come "orrido" mi sembra eccessivo! Diciamo che è sempre meglio di stare sotto un ponte a dormire con i topi no? Oh Adams come devo fare con te?» Dustin scoppia a ridere in quel preciso momento facendomi sobbalzare, ero troppo concentrata ad ascoltare la sua voce piuttosto che al resto della stanza. «Sul serio, sto benissimo svitata! Adesso vi lascio, non voglio disturbare ulteriormente.»

È fuori di testa, letteralmente fuori di testa. Come posso dare ascolto a uno come lui se si mette in contatto con noi solo per chiedere delle birre? È assurdo, non so ancora cosa mi stia fermando dal dirgliene di tutti i colori ma ho già la risposta, è il suo modo di rispondere alle mie provocazioni che me lo impedisce e probabilmente continuando a prenderlo in giro e a dirgli quanto sia snervante la sua presenza, finirò con il rassegnarmi e gliela darò vinta.

«Ti ha chiamato svitata? Non ti da fastidio che lo faccia? Insomma a scuola so che è successo l'altro giorno, pensavo che ti creasse qualche disagio non so.»

«Dustin non è un problema, ci sono abituata e poi non è la prima volta che Eddie mi chiama in questo modo. "Strana" o "svitata" sono la stessa cosa, solo che lui ha deciso di cambiare proprio oggi e magari domani mi dirà che sono matta o qualcosa di simile, mi aspetto di tutto da lui.»

𝐔𝐧𝐝𝐞𝐫 𝐘𝐨𝐮 |𝐄𝐝𝐝𝐢𝐞 𝐌𝐮𝐧𝐬𝐨𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora