Chapter twenty-seven

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Il giorno dopo, le immagini di me e Draco insieme si fecero vivide nella mia mente: le sue labbra, la sua pelle diafana, i suoi occhi celesti, il suo sorriso...

-Fa niente, vedo che ti sto annoiando...-

Ero talmente presa dai miei pensieri che mi dimenticai completamente di ciò che Luna mi stava dicendo; alzai gli occhi su di lei e scossi il capo, risvegliandomi dal mio stato di trance improvviso.

-No, Luna, scusa davvero,- mi affrettai a scusarmi, passandomi le mani sul viso –non so proprio cosa mi stia prendendo.-

-Pensi a lui, eh?- chiese ad un certo punto lei, alzando un angolo delle labbra.

Sbiancai, pensando subito che magari ci aveva visto insieme la sera precedente. –Lui chi?- chiesi quindi.

-Malfoy.- rispose.

-N-no, ma che!- arrossii di colpo.

-Anche se non capisco il perché delle tue menzogne, cara Hermione, farò finta di niente e vado a fare colazione. Vieni?-

Il suo tono di voce, dolce e pieno di saggezza, mi fece sorridere mentalmente: nonostante fosse arrabbiata con me, stava cercando di giocare sulla sfera dell'ingenuità, sviando ciò che in realtà provava.

-Sì, io...- sospirai, per poi alzarmi dal bordo del letto. –Arrivo.-

—-

Una volta a tavola, il mio sguardo non poté far altro che cadere nuovamente sul tavolo dei Serpeverde. Appena i miei occhi si scontrarono con i suoi, un calore improvviso si fece avvertire sulle mie guance e nel mio petto.

-E non capiremo mai perché Hermione arrossisce sempre.- sghignazzò Ron ad un certo punto.

-Ah ah ah, molto divertente Ronald, molto divertente.- alzai gli occhi al cielo, cercando di far sparire il rossore comparso sulle mie guance.

-Hermione, devo parlarti.-

La voce di Harry arrivò alle mie orecchie in un sussurro.

-A quale proposito?- sussurrai quindi in risposta.

-Dopo ti dico, tu esci con me in corridoio un attimo.- disse quindi.

Annuii con il capo e lo seguì fuori dalla Sala Grande, sentendomi incenerire dallo sguardo ardente di Draco, probabilmente geloso. Lo ignorai, però, non voltandomi nemmeno a guardarlo. Una volta fuori, Harry mi afferrò per le spalle e mi guardò negli occhi.

-Che succede?- chiese solamente.

Aveva capito tutti i miei tristi sguardi dei giorni passati, aveva capito cosa c'era dietro a quel "sto bene", aveva capito tutto. Lui capiva sempre tutto, ovviamente.

-Allora?- insistette, appena vide che non mi decidevo a parlare.

-Ho solo alcuni problemi personali, Harry: niente di serio.- mentii.

Nonostante avessi ceduto alle provocazioni di Draco, le sue mani sul mio corpo portavano a galla tutte le volte in cui mi aveva quasi picchiata, tutte le volte in cui mi aveva insultata senza la minima pietà.

-Mi da davvero, davvero fastidio quando mi menti.- confessò, incastrando i suoi occhi oceanici nei miei. –Quindi, dimmi la verità.-

Forse, era arrivato il momento: dovevo vuotare il sacco.

Le sue mani calde erano ancora poggiate saldamente sulle mie spalle, i suoi occhi vagavano interrogativamente nei miei, cercando molto probabilmente di scavare ancora più a fondo nella mia anima che già era un libro aperto, per lui.

-Ho alcuni problemi con una persona...- dissi vaga, facendo di tutto per distogliere l'attenzione dalla sua espressione terribilmente severa, in quel momento.

Mi guardò ancora per un attimo, per poi chiedermi: -la conosco?-

-Sì, Harry: la conosci.-

Avrei tanto voluto mentire, avrei voluto dirgli che non conosceva la persona di cui stavo parlando, ma l'ultima cosa che Harry si meritava erano altre menzogne.

-Ti va di dirmi chi è?- chiese, abbassando il tono di voce.

Adesso, i miei occhi color caramello si sollevarono nuovamente da terra per andare ad incastrarsi con i suoi, mentre un breve sospiro fuoriusciva dalle mie labbra fini.

-Preferirei di no...- confessai.

-Se non vuoi dirmi chi è, vuoi almeno spiegarmi cosa ti ha fatto?- chiese, sospirando a sua volta. –Cosa ti ha fatto per spegnere così i tuoi occhi sempre allegri?-

-E' solo...- sospirai, alzando gli occhi al cielo, sentendo le lacrime velarmi gli occhi. –E' solo che litighiamo spesso e la cosa mi fa star male.-

-Ma ti piace stare con questa persona, vero?- chiese, in un mormorio.

Annuii, per poi scoppiare in lacrime: troppe, troppe lacrime si stavano accalcando l'una sull'altra, il mio cuore non smetteva di correre nemmeno per un attimo, avevo un gran caldo addosso e, inoltre, stavo sudando.

-Vieni qui, avanti.- disse, tirandomi verso di lui, facendomi poggiare la testa sul suo petto.

Cominciai a singhiozzare, mentre le lacrime gli bagnavano l'uniforme. La sua mano mi accarezzava i capelli di tanto in tanto, e le sue labbra si appoggiarono quasi immediatamente sulla mia testa. Prese le distanze da me e mi guardò negli occhi, asciugandomi le lacrime coi pollici.

-Non voglio vederti piangere, Herm. Sei così bella quando sorridi, quindi fallo: non meriti tanta sofferenza.-

Quelle parole mi lasciarono piacevolmente sorpresa: lo avevo sentito dire tante, tante cose nei miei confronti, ma mai sincere come quella volta. Il suo tono di voce mi fece venire veramente un tonfo al cuore.

-Non finirò mai di ringraziarti abbastanza per tutto ciò che fai per me...- sussurrai poggiando le mani sulle sue, ancora poggiate sul mio viso.

Harry sorrise, mostrando i suoi splendenti denti bianchi.

-L'hai già fatto.-

-Come avrei fatto, scusami?- chiesi quindi, io.

-Mi ringrazi ogni giorno, anche se non te ne rendi conto.- disse. –Mi ringrazi con ogni sorriso che mi rivolgi.-

A quelle parole non resistetti più e gli saltai al collo, stringendolo forte a me.

-Ti voglio bene, Harry.-

-Anch'io.- sussurrò lui al mio orecchio, stringendomi. 


Ti amo, ed è colpa mia. (in correzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora